Strudel e mele

Lo Strudel è un dolce dal gusto delicato e semplice come lo è la mela, che insieme ai pinoli, uvetta e cannella sono gli ingredienti della ricetta base. Ma si presta anche ad altre interpretazioni, a seconda dei luoghi e dei gusti personali.

La storia dello strudel è un po’ particolare, le sue origini infatti risalgono al periodo dell’Impero bizantino e alla baklava, un dolce tipico della Turchia, ricco di zucchero (o miele), che si prepara con sottili sfoglie e frutta secca. I turchi lo importarono nelle zone dell’Ungheria, contese durante i conflitti militari tra l’Impero ottomano e la Casa d’Asburgo, dove ancora oggi si prepara ed è conosciuto col nome di Rétes. Si è quindi largamente diffuso dall’Impero austro-ungarico in tutto il mondo a partire dalla metà del XIX secolo con il nome di Strudel.

In Italia è un dolce tradizionale delle regioni che un tempo erano sotto il dominio austro-ungarico: Trentino-Alto Adige/Südtirol, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Dello strudel esistono diverse versioni che si differenziano per il tipo di pasta (sfoglia, frolla o brisè) e per altri tipi di frutta (noci, uva, pere), c’è anche chi applica la formula dello strudel per preparare le torte salate.

Nelle zone montane lo strudel è davvero spettacolare, lassù prende un sapore unico, specialmente se appena uscito dal forno e lasciato intiepidire, la pasta si fonde col ripieno che è una meraviglia! La colazione ideale per caricarsi di energia e godersi la giornata sui campi innevati d’inverno o con le passeggiate in alta quota d’estate.
Vienna l’Apfelstrudel è molto richiesto e amato, immancabile in tutti i bar.

Per chi ha poco tempo e poca dimestichezza con la cucina, propongo la mia ricetta semplice e veloce.

LO SPEEDY STRUDEL

 

Ingredienti:

1 pera Kaiser (in assenza può andar bene l’Abate)
1 mela, preferibilmente renetta
1 cucchiaiata di pinoli
6 noci
2 cucchiai abbondanti di miele
2 cucchiai di pane grattugiato
1 rotolo di pasta sfoglia pronta
1 tuorlo d’uovo

1 cucchiaiata abbondante di zucchero
cannella
zucchero a velo

Preparazione:

In una terrina ponete la pera e la mela sbucciate e tagliate a pezzettini. Unite i pinoli e le noci anch’essi tagliati a pezzettini, e infine il miele, mescolando bene. Aggiungere quindi il pane grattugiato.
Srotolate la pasta sfoglia lasciandola sulla sua carta-forno e farcitela avendo cura di lasciare ai lati due centimetri liberi perchè la pasta possa fare aderenza. Arrotolatela aiutandovi con la carta-forno e chiudetela premendo bene lungo i lati.

Sbattete leggermente il tuorlo con lo zucchero e la cannella, spennellate la superficie dello strudel, così la superficie risulterà bella dorata. Sulla lunghezza praticate alcuni tagli verticali.

Cuocete in forno a 180° per mezz’ora circa, oppure con il piatto e la funzione crisp nel forno a microonde per 10 minuti, fino a quando lo strudel risulterà ben gonfio e dorato.
Servire tiepido cospargendo la superficie con lo zucchero a velo. Accompagnato da una cioccolata calda è una botta di vita… dai, una volta ogni tanto si può fare! 😋

p.s.: volendo si può aggiungere anche l’uvetta (o uva passa) e lo strudel risulterà ancora più gustoso.

La ricetta tradizionale prevede un tipo di mela solitamente poco conosciuta: la renetta del Canada ( a destra) dalla buccia un po’ ruvida, rugginosa, la polpa carnosa e acidula.

Ma si presta bene anche il tipo Golden Delicious (a sinistra), una mela facilmente reperibile durante tutto l’anno, è un po’ zuccherina, ma è in grado di tenere la cottura.
Entrambe sono mele DOP coltivate nella Val di Non in Trentino e in Val d’Aosta.

Mele e pere non sono tutte uguali, ogni genere ha caratteristiche diverse e, a seconda del sapore e della consistenza si adatta meglio a una ricetta piuttosto che a un’altra. Spulciando tra le enciclopedie illustrate che anni fa ho acquistato in edicola a fascicoli, poi fatti rilegare, ho trovato cose interessanti a cui ho aggiunto qualche aforisma, un bel proverbio, parte di un brano musicale e una storia legata alla mela.

LE MELE

Il peccato non nacque il giorno in cui Eva colse una mela:
quel giorno nacque una splendida virtù chiamata disubbidienza.

Oriana Fallaci

La mela è uno dei frutti più antichi, nella Bibbia accompagna gli albori della razza umana ed era già conosciuta nell’antica Grecia e al tempo dei Romani. È un ottimo frutto dalle innumerevoli proprietà benefiche.
In Europa la si coltiva da almeno tremila anni, se ne producono oggi moltissime varietà, ciascuna con caratteristiche proprie che vengono classificate secondo le norme della Comunità Europea, in base all’epoca di maturazione e alle caratteristiche del frutto. Oltre alle mele

La malus silvestris, una piccola mela compatta rossa, verde o giallo brillante, è la prima varietà che si conosce di mela europea, ed è da questa mela primitiva che hanno origine tutte le varietà ora esistenti. Troppo acida per essere mangiata cruda, la malus silvestris è perfetta per preparare gelatine.

Oggi tra le più diffuse sono: le mele del Trentino, le Golden delicious; la mela renetta grigia di Torriana in provincia di Cuneo dalla profumatissima polpa (a destra), la renetta del Canada leggermente piatta vestita di giallo; la renetta regina striata di rosso, fine e profumata (a sinistra); le limongelle piccole, oblunghe e gialle (sotto a sinistra), le calville bianche e rosse dal gusto di lampone (sotto a destra).
Le mele sono da considerarsi un vero e proprio alimento, ricche come sono di zuccheri presenti sotto forma di glucosio e fruttosio facilmente assimilabili dall’organismo umano; contengono in abbondanza vitamina C, anche se in quantità minore dell’arancia, che agisce sulle mucose dell’apparato digerente e la vitamina B che protegge il tessuto nervoso, regola il ricambio idrico e la funzione cardiaca, e permette una perfetta utilizzazione degli zuccheri; contiene infine molta acqua e tra i sali minerali in percentuale maggiore è il potassio, nettamente minore sono il fosforo e il calcio.

In medicina ne sono riconosciute le virtù disinfettanti e curative. Le mele sono molto indicate per curare disturbi gastro-intestinali: cotte stimolano l’attività intestinale; crude, grattugiate svolgono una benefica azione astringente e protettiva delle pareti intestinali. Ha un suo fondamento quindi uno dei proverbi più conosciuti:

Una mela al giorno
toglie il medico di torno

Esistono varietà di mele da consumare crude e varietà più indicate per la cottura perchè ricche di pectina, un polisaccaride che ha proprietà gelificante, per questo vengono impiegate dall’industria dolciaria per produrre marmellate, gelatine, composte.
Ci sono mele troppo amare per essere commestibili e vengono coltivate esclusivamente per il loro succo, che ha il giusto equilibrio di acidità e tannino, con il quale si produce il sidro, aceto di sidro e vino di mela, prodotto caratteristico dei Paesi dove non cresce la vite.

Il sidro – proviene dal succo fermentato delle mele. Può essere frizzante o meno, secco o dolce, la sua gradazione alcolica varia tra i 3° e gli 8°.

L’aceto di sidro – è eccellente per condire l’insalata di cavolo e di carote, e la macedonia di frutta.

Il vino di mela – viene prodotto come il sidro con il succo della mela, ma la sua gradazione alcolica è superiore a quella del sidro (9°).

L’acquavite di mela – viene distillata a partire dal sidro.

Il succo di mela naturale – non contiene conservanti, nè zucchero aggiunto. Alcune marche rinforzano il suo tenore in vitamina C. Esistono in commercio anche succhi di mela resi leggermente frizzanti dall’aggiunta di gas carbonico.

Le mele affettate secche – sono deliziose aggiunte a uno spezzatino di maiale e si possono utilizzare crude per preparare il muesli oppure cotte nella preparazione di torte e dessert.

Le mele cotte – in scatola o in barattolo di vetro, anche se non possono sostituire le mele fresche, sono molto utili quando si tratta di improvvisare rapidamente un contorno per un arrosto di maiale o di selvaggina.

Se tu hai una mela e io ho una mela,
e ce le scambiamo, allora tu ed io
abbiamo sempre una mela per uno.
Ma se tu hai un’idea, e io ho un’idea,
e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.

George Bernard Shaw

Frutto economico e gustoso, molto adatto anche per la merenda a scuola, la mela ha sofferto per l’apparire di frutta esotica sui nostri mercati, è invece il caso di riscoprire il suo valore anche nelle elaborazioni gastronomiche.
Oltre che nelle svariate preparazioni dolci, non possono mancare nella macedonia, oppure piccole mele infilate in un bastoncino intinte nel caramello sono le preferite dai bambini.
Sono molto gradevoli accostate a sedano e noci nella tradizionale insalata Waldorf, oppure aggiunte all’insalata di patate, di carote, di barbabietola, di cavolo, di pesce e di pollo freddi, e di prosciutto.

Se utilizzate crude, la polpa tende ad annerire, per cui immediatamente dopo averle tagliate basta sfregarle con mezzo limone. Se invece una volta cotte si vuole che mantengano il loro colore, basta immergerle prima in acqua fredda con qualche goccia di succo di limone.

Si possono preparare anche farcite: scegliete delle grosse mele da tavola, tagliatele in due orizzontalmente, togliete il torsolo e vuotatele accuratamente senza bucare la buccia. Bagnate l’interno della buccia con succo di limone, tritate la polpa mescolandola ad altri ingredienti, per esempio: sedano, datteri e maionese e rimettete la miscela nelle mele svuotate.

Le mele danno ottimi risultati anche unite a carni saporite come ad esempio il manzo, il maiale e la cacciagione. Si possono cuocere al forno, in composta, in purè, saltate al burro, grigliate, sciroppate, in frittelle.

Testi di riferimento:
I tuoi menù – Idea Donna, I.G.D.A. Novara 1987
Io in cucina – Marshall Cavendish, Mepe 1988

 

STRACCETTI DI MAIALE AL BRANDY E MELE

 

Ingredienti:

Straccetti di carne di maiale (va bene anche l’arista tagliata a striscette)
1 mela
poca farina
brandy
curry
olio
sale

Per insaporire ancor più il piatto si possono aggiungere:
pinoli
olive nere

Preparazione:

Passate leggermente gli straccetti nella farina.
Sbucciate, togliete i semi alla mela e tagliatela a fettine fini.
Versate il brandy andando a coprire solo il fondo di una padella, fatelo andare a fuoco vivo finché non si vedono le bollicine. Facendo molta attenzione, inclinate leggermente la padella finché non fa la fiammata e togliete subito dal fuoco.
Una volta spenta la fiamma aggiungete al brandy un velo d’olio.
Rimettete la padella sul fuoco e aspettate che l’olio si scaldi (non deve friggere). Aggiungete quindi gli straccetti di carne e fateli rosolare leggermente rigirandoli.
Aggiungete le fettine di mela e poco curry (solo una spolverata mi raccomando).
Mettete il coperchio e spegnere la fiamma, quando le mele sono morbide e gialle servite in tavola e buon appetito! 😀

Ricetta di Arséne_Lupin

Una ricetta buonissima! Ha un sapore particolare che si differenzia molto dai piatti consueti di carne e la prima volta che l’ho realizzata è stata molto apprezzata.
Mi stuzzicava provarla per gli ingredienti: il curry non l’avevo mai usato, ha un sapore dolciastro… non male, credo che si abbini bene anche a certi piatti di pesce. Il brandy lo uso spesso in cucina e conferisce un sapore particolare alla carne e poi la mela… non ero abituata a usare la frutta con la carne ma si abbina molto bene.

Dopo che la ricetta è stata postata in un forum, ho fatto i complimenti allo chef dal palato raffinato, ma anche un po’ smemorato… aggiungerei il sale e anche un filino d’olio alla fine.  😉

 

Danzala la vita tua
al ritmo del tempo che va,
ridila la tua allegria
cogli la prima mela, ah.

 

Cogli la prima mela – Angelo Branduardi (1979)

NEWTON E LA MELA

Mentre sedeva in contemplazione, Isaac Newton vide una mela cadere dall’albero. “La mela cade sempre perpendicolarmente al terreno – pensò tra sé e sé – perché non potrebbe cadere a lato o verso l’alto, ma sempre verso il centro della Terra?”

La mente del giovane Newton intuì per la prima volta la nozione di forza di gravità trovando una risposta: «certo, perché la Terra attrae la mela». Era il 1666, l’annus mirabilis (anno delle meraviglie per le importanti scoperte, ma anche l’anno del Grande incendio che se da un lato distrusse Londra, dall’altro debellò completamente la grande peste che imperversava e aveva fatto moltissime vittime).
Molti anni dopo Isaac Newton, quasi ottantenne, prendendo il tè con il suo biografo William Stukeley raccontò questo aneddoto della sua giovinezza, che Voltaire nel 1734 contribuì a rendere famoso.

Fu il punto di partenza per altre congetture: in tutta la materia deve esserci un potere attrattivo, proporzionale alla massa e inversamente proporzionale alla distanza. Dunque, come la Terra attrae la mela, così anche la mela deve attrarre la Terra. Quest’attrazione reciproca può spiegare perché tutti i corpi pesanti cadono al suolo, perché la Luna è trattenuta nella sua orbita attorno alla Terra, perché i pianeti descrivono le loro orbite intorno al Sole, i satelliti attorno ai pianeti, e tutti i corpi dell’Universo gravitano gli uni verso gli altri.

Newton avrebbe probabilmente tenuto per sé le proprie scoperte, se Edmund Halley non gli avesse chiesto di trovare risposta ad un problema di meccanica celeste e non l’avesse convinto a pubblicarle. L’opera in tre volumi “Philosophiae Naturalis Principia Mathematica” (Principi matematici della filosofia naturale) comunemente chiamati Principia, del 1687 è unanimemente considerata un capolavoro assoluto della storia della scienza; con essa Newton stabilì le tre leggi universali del movimento che non sono state migliorate per i successivi trecento anni.

Leda

LE TEORIE DEL COLORE

 

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