X-Men: Le origini – Wolverine

X-MEN: LE ORIGINI
di Gavin Hood

Canada 1845 – Due ragazzi, James Howlett e Victor Creed vivono una vicenda famigliare drammatica e violenta, durante la quale vengono a conoscenza di essere figli dello stesso padre: il giardiniere della villa degli Howlett. È tanta la rabbia provata da James, tanto intensa da far rivelare i suoi poteri mutanti per la prima volta: dalle mani gli spuntano degli artigli ossei. «Che cosa sei tu?» dice la madre inorridita, e James fugge inseguito, come un animale braccato. Victor si unisce alla fuga di James suggellando un patto: stare sempre insieme e proteggersi a vicenda.

È un film dedicato a Wolverine, supereroe dei fumetti della Marvel Comics. Si tratta di uno spin-off (opera derivata) della serie di film sugli X-Men.

I due fratelli si trovano così lungo due secoli a combattere insieme una sequenza di battaglie: dalla Guerra di Secessione americana alle trincee europee della Prima e Seconda Guerra mondiale, dallo sbarco in Normandia alla Guerra in Vietnam. Mentre James nonostante l’orrore si mantiene umano, Victor diviene sempre più aggressivo e crudele, crede che tutto gli sia concesso, è una bestia. Condannati a morte per aver ucciso un ufficiale superiore, sopravvivono inevitabilmente alla fucilazione. In galera ricevono la visita del maggiore William Stryker (Danny Huston), che sta mettendo insieme una squadra speciale con poteri speciali, avranno così l’opportunità di servire davvero il loro Paese.

Lagos, Nigeria – La squadra è in missione, Stryker vuole trovare il luogo dove è stato rinvenuto un frammento di meteora. Come al solito non si risparmiano in violenza e prepotenza, Victor supera talmente i limiti, che James rompe il patto e lo abbandona.

Canada, Montagne Rocciose – James ha cambiato vita, ora è Logan, fa il taglialegna e vive tra le montagne con Kayla detta Volpe d’Argento (Lynn Collins) una maestra di scuola, dotata di un “particolare” potere femminile di persuasione. Nonostante gli incubi dovuti agli orrori della guerra, per James quella vita è come una favola, come la favola indiana che una sera Kayla gli racconta… una premonizione?

Perchè la luna si sente così sola? 
Perchè aveva un amante una volta, lui si chiamava Quequacho e viveva con la Luna nel mondo degli spiriti e ogni notte vagavano insieme per il cielo. Però uno degli spiriti era geloso. Quell’imbroglione voleva la Luna tutta per sè, così disse a Quequacho che la Luna voleva dei fiori, gli disse di venire nel nostro mondo e di raccogliere le rose selvatiche. Ma Quequacho non sapeva che una volta lasciato il mondo degli spiriti non sarebbe potuto tornare e ogni notte lui guarda sù nel cielo e vede la luna e ulula il suo nome. Ma, non può più toccarla.

Logan da 6 anni vive lì, nessuno conosce il suo passato, ma un giorno riappare Stryker con David North ossia l’Agente Zero (Daniel Henney), il tipo che ha una mira infallibile e spara senza fare domande. Vogliono il suo aiuto perchè due della vecchia squadra: Wade Wilson (Ryan Reynolds), il mercenario spiritoso e logorroico molto abile nell’uso delle katane, e Chris Bradley detto Bolt (Dominic Monaghan), capace di controllare e generare energia elettrica, sono stati uccisi. È evidente che qualcuno sta dando loro la caccia. Logan non ha alcuna intenzione di riaprire la porta del passato e ne parla con Kayla.

«Perchè viene a cercarti dopo tutti questi anni?»
«Perchè sono il migliore in quello che faccio, ma quello che faccio non è bello»
«Tu non sei un animale, Logan. Quello che hai è un dono»
«Un dono…hmm…un dono si può restituire»

A togliere ciò che ha di più prezioso Logan, arriva Victor. Così non avendo più niente da perdere e con l’intenzione di fargliela pagare a Victor, Logan accetta l’aiuto di Stryker .

«Ti renderemo indistruttibile, ma prima, dovremo distruggerti.
Non posso abbattere Victor da solo, per ucciderlo dovrai ospitare un’altra natura,
diventare un animale.»

Nella base segreta di Alkali Lake, Logan diventa Wolverine, l’arma X, dieci in numeri romani, il suo DNA servirà per l’undici. Stryker alla fine del trattamento dà l’ordine di cancellargli la memoria, ma Wolverine, che è cosciente, non è certo d’accordo e si ribella. Fugge dalla base e trova rifugio nella fattoria degli anziani Hudson che deliziosamente e “decorosamente” lo accolgono, ma ne pagano le conseguenze. Ancora una volta fugge, a bordo di una Harley Davinson e va a trovare John Wraith detto Kestrel (Will.i.am), un teleporta della vecchia squadra, che lo mette al corrente di come sono andate le cose dopo che lui li ha mollati. Insieme incontrano Fred Dukes detto Blob (Kevin Durand) ultimo componente della squadra, muscoloso e capace di assorbire qualunque impatto. Wolverine ottiene così altri tasselli e il quadro si delinea. Sarà Remy LeBeau detto Gambit (Taylor Kitsch), un giocatore d’azzardo di New Orleans, ad aiutarlo a ritrovare Stryker e Victor. Scopre così di essere stato oggetto di un inganno.

X-Men Origins: Wolverine
di Gavin Hood
USA, 2009
Genere: azione, fantascienza, supereroi
Cast: Hugh Jackman, Liev Schreiber, Danny Huston, Will.i.am, Lynn Collins, Daniel Henney, Kevin Durand, Dominic Monaghan, Taylor Kitsch, Ryan Reynolds, Scott Adkins, Tahyna Tozzi, Tim Pocock, Patrick Stewart
Sceneggiatura: David Benioff, Skip Woods
Fotografia: Donald McAlpine
Musiche: Harry Gregson-Williams
Produzione: Twentieth Century Fox, Marvel Studios,
Donners’ Company, Dune Entertainment, Seed Productions
Distribuzione: 20th Century Fox

 

RIFLESSIONI e APPROFONDIMENTI:

Ogni essere vivente ha dei meccanismi di difesa, come ad esempio la capacità di mimetizzarsi, o degli istinti come la paura e l’aggressività, che sono necessari per la sopravvivenza. L’uomo si distingue tra gli animali in quanto è dotato di pensiero, è capace di ragionare e razionalizzare, così da poter controllare gli istinti e agire secondo coscienza, un sapere che matura con l’uomo e gli permette di distinguere il bene e il male. Pertanto ogni azione che compie è una scelta, giusta o sbagliata che sia, ha comunque delle conseguenze per sè e per gli altri e se ne deve fare carico. Dove c’è democrazia bene o male esistono dei “freni”, almeno finchè esiste uno Stato, una Giustizia e una pubblica opinione che delegittima determinati comportamenti. Ma in assolutismi e guerre, come quella civile dell’ex Yugoslavia (1991-1995), nei continui conflitti come quelli del continente africano, e in ciò che sta avvenendo tutt’ora in Medio Oriente, persone come Victor si sentono in diritto di dare sfogo a quello che di più bestiale esiste nel regno animale, un atto di grande vigliaccheria perchè poi la vittima prediletta è proprio quella che non può difendersi o non vuole far uso di altrettanta violenza. Un odio per chi rappresenta il suo esatto contrario, per chi testimonia ciò che di più sbagliato c’è in lui. C’è una grande differenza tra l’istinto di sopravvivenza e l’aberrante piacere sado-masochista di certi individui, piacere che si sentono autorizzati a soddisfare senza limiti perchè manca lo stato di legalità e ciò rappresenta, per loro, una qualche forma di alibi.

La guerra non ha un senso che la giustifichi, porta distruzione e non certo la pace, perchè inevitabilmente uno dei due soccombe all’altro. La guerra è soltanto orrore. Ricordo come fosse ora lo shock vissuto durante l’attacco all’Iraq trasmesso in TV (Guerra del Golfo 1990-1991) . Era tutto così reale, così vicino da far paura, da rendere tangibili i racconti di mia madre sui bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, quando donne, vecchi e bambini scappavano nei rifugi. Ed ebbi una chiara percezione di come, in men che non si dica, si possa perdere tutto, tutto ciò che è stato costruito in tanti anni con tanti sacrifici e fatica.

Da quel momento non sono più riuscita a vedere film di guerra, l’ultimo fu anni prima Platoon di Oliver Stone (1986), un film crudo, reale, smitizzante che il regista realizzò basandosi sulle sue esperienze vissute negli obbrobri della Guerra in Vietnam. Come il protagonista, molti americani si arruolarono volontariamente con l’entusiasmo e il desiderio di giustizia, per poi scontrarsi con la realtà di un conflitto disumano e alienante, dove gli uomini si trasformano in spietate macchine da guerra. Non c’è alcunchè di onorevole in una guerra.

«Io ora credo, guardandomi indietro, che non abbiamo combattuto contro il nemico abbiamo combattuto contro noi stessi. E il nemico era dentro di noi.»
(Soldato Chris Taylor)

In questo film su Wolverine, James rappresenta la scelta e il coraggio di rifiutare di adeguarsi a un sistema che si scontra con il suo modo d’essere. Decide così di rompere il patto con Victor, perchè ne ha perso il senso.

Patto deriva dal latino pactum, derivato di pacisci «patteggiare» che ha la stessa radice di pax pacis ossia «pace» (Vocabolario Treccani)

James sceglie la pace e l’amore; ma anche nell’amore esistono tranelli e trappole perchè l’uomo tende al sentimento, più come a un mezzo, che non come a un fine.

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«Wow, Cucucacio è rimasto fregato» è il commento di Logan alla favola raccontata da Kayla, che gli risponde curiosamente con un quesito: «Quequacho!…oppure Wolverine?»
Logan in seguito, poco prima di subire la trasformazione e diventare l’arma X, sceglie di chiamarsi Wolverine, ispirandosi proprio alla favola raccontata da Kayla. Wolverine tradotto in italiano significa ghiottone.

Un racconto della tradizione orale degli indiani d’America narra del ghiottone e della sua viziosa personalità attribuita alla frustrazione e alla successiva trasformazione di un uomo, dopo che ebbe abbandonato la sua sposa spirito. (da Culture e religioni degli indiani d’America – L.E. Sullivan, Editoriale Jaca Book, 2000)

Dal Dizionario delle Scienze naturali (1833): ”Carcagiù. É un animale carnivoro dell’America settentrionale imperfettamente conosciuto. Sono destri cacciatori che assalgono le alci, e che per domare questi vigorosi animali, salgono sugli alberi, si gettano sul loro collo quando gli passano vicini, e così riescono a impadronirsene. Assomigliano ai tassi, però sono più grossi e più maligni. È L’animale rappresentato dall’Ellis, nel suo “Viaggio alla baia di Hudson”, sotto il nome di carcagiù, è semplicemente la copia del ghiottone rappresentato dall’Edwards nella tav.103 sotto la denominazione di Wolverenne. (Sapienza, Università di Roma)

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I NATIVI AMERICANI

IL LUNGO REGNO DELLA REGINA VITTORIA

 

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