Vincere – commento al film

“Vincere” di Marco Bellocchio
Ida Dalser, l’amante segreta del Duce

“Mia piccola Ida, sono appena arrivato dopo dodici ore interminabili di treno che mi hanno annerito fino all’inverosimile. Mi sono lavato alla meglio e il primo pensiero, prima ancora di andare a cena, è per te. Sei contenta? Dirai ancora che solo tu mi ami, mentre io invece non ti amerei? Anch’io ti amo, mia cara Ida, quantunque non abbia potuto dartene prova…”

Lettera di Mussolini a Ida Dalser

dalla recensione di Letizia Geron
20 maggio 2009

La vicenda di Ida Dalser fino a ieri stipata in sporadiche ricerche storico-documentarie appare oggi sul grande schermo carica di tutta la forza della disperazione umana, la disperazione di una donna che per amore di un uomo ha contribuito alla nascita del giornale Il Popolo d’Italia, del partito fascista, e si è poi vista derubare di tutto quello che ancora le apparteneva, il figlio, la propria identità. L’uomo che Ida amava era Benito Mussolini.

Rinchiusa in un manicomio Ida (Giovanna Mezzogiorno) passa la sua esistenza cercando invano di rivendicare la sua identità e quella del figlio Benito Albino.

La bellezza del cinema è proprio questa, non ci sono schemi né regole, la tecnica come diceva Orson Welles si può imparare in qualche giorno (così aveva fatto lui all’inizio delle riprese di Quarto Potere) e non c’è un’età precisa per fare cinema, Marco Bellocchio ad esempio di anni ne ha settanta. La sola cosa che serve è una visione del mondo, possibilmente non convenzionale perché il cinema è una piattaforma espressiva (Abruzzese) ancora in grado di rielaborare in maniera originale il nostro vissuto, offrendo così la possibilità di dare senso al nostro quotidiano, o come in questo caso al passato rimosso. Bellocchio però è qualcosa di più, e lo mostra con forza in Vincere. Bellocchio è un visionario, un eretico, un po’ come il Mussolini (Filippo Timi) che nelle prime scene del film sfida Dio chiedendogli di testimoniare la sua esistenza.

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Marco Bellocchio porta sugli schermi di Cannes una vicenda quasi per nulla conosciuta dalla storia ufficiale, ovvero quella di Ida Dalser, amante e compagna per lungo tempo di un giovane Benito Mussolini, e del figlio segreto nato dalla loro relazione, Benito Albino.

dalla recensione di Giorgio Lazzari
19 maggio 2009

Bellocchio ha dichiarato di aver deciso di realizzare questa pellicola dopo essere venuto a conoscenza della vicenda umana della donna. E’ stato soprattutto colpito dal carattere risoluto e non incline al compromesso di Ida, che per un amore assoluto e impossibile ha rinunciato a tutto, mettendo in pericolo, senza temere conseguenze di alcun tipo, anche la propria vita e quella del figlio.

Realizzato con un montaggio che unisce e alterna immagini di repertorio in bianco e nero stile cinegiornale a quelle girate appositamente per il film, Vincere è anche un ritratto di un’epoca, quella che precede l’avvento del Fascismo, contraddistinta da fortissimi ideali, in grado di dividere e creare forti contrasti.
Seppur il film si concentri sulla vita di Ida, Bellocchio ci consegna anche un ritratto apolitico del primo Mussolini: da uomo di sinistra direttore de “L’Avanti”, oltreché fiero repubblicano e anticlericale, ad interventista convinto eroe di guerra e cattolico filomonarchico.

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Mi è piaciuto molto il film e anche il personaggio di Ida Dalser… donna passionale, coraggiosa e di principio, ma ahimè poco strategica nelle sue mosse per ottenere i suoi diritti.

Guardando il film rivedevo i racconti di mia madre, della sua giovinezza in quegli anni: le donne che impazzivano e adoravano Benito Mussolini, la politica della famiglia con matrimoni di massa e incentivi per le famiglie numerose, il riunirsi intorno alla radio e nei cinematografi per ascoltare le notizie e i discorsi del duce.
Mia madre è solita dire che il fascismo per l’Italia, inizialmente, è stata una manna perchè da un paese prettamente agricolo, analfabeta, povero, Mussolini l’ha portato a buoni livelli promuovendo l’utilizzo di macchinari nell’agricoltura, bonificando terreni e riducendo le morti per malaria che erano all’ordine del giorno, sostenendo la famiglia, la scolarizzazione, incentivando l’attività fisica… i famosi solarium sono ancora nella memoria degli anziani dove in cerchio si eseguivano gli esercizi ginnici: maschi da una parte e femmine dall’altra.

Ma ahimè poi ha prevalso l’ambizione, la determinata volontà di fare dell’Italia un impero e nel film si vede chiaramente il lento evolversi dei fatti negli anni fino alla guerra. Si pensi che per racimolare il denaro per fare la guerra, le donne hanno donato la fede nuziale d’oro e in cambio veniva data loro una fede di rame. Ma l’esercito italiano era sgangherato, con divise della prima guerra mondiale consunte e scarponi con i buchi… ma ripuliti un po’, nel marciare tutti in fila belli ordinati, davano l’idea di essere un grande esercito! Per lavorare si doveva avere la tessera del partito fascista, c’era chi lavorava sotto falso nome sostituendo qualche operaio assente; a scuola lo scolaro se non era tesserato non poteva dare gli esami ed era costretto a ripetere l’anno.

Il resto è storia… ho voluto qui solo raccontare quello che mia madre mi ha tramandato e considerando che oramai le vecchie generazioni sono quasi tutte andate al creatore, sarà compito nostro trasmettere questo alle nuove, perchè non si scordino mai quei volti sconvolti e impotenti sotto alle bombe di cui nel film vi è testimonianza.

Leda

 Vincere
di Marco Bellocchio
Italia, 2009
GENERE: Drammatico
CAST: Giovanna Mezzogiorno, Filippo Timi, Corrado Invernizzi,
Michela Cescon, Matteo Mussoni, Elena Presti,
Fausto Russo Alesi, Paolo Pierobon
PRODUZIONE: Offside, Rai Cinema, Celluloid Dreams
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution

Una sola volta la fortuna passa davanti la porta di ogni uomo,
bisogna aprire la porta in quell’istante.

(Benito Mussolini)

Questo non è il tempo di gridare la verità.
È il tempo di tacere, di recitare una parte.

(Il dottor Cappelletti)

Quale futuro? L’uomo che ho adorato mi ha cancellata,
si è dimenticato di me come se non esistessi,
come se fossi un fantasma nemmeno un fantasma!
(Ida Dalser)

Vincere e vinceremo! L’italia sotto il mio potere…
(Benito Mussolini)

Sento di avere il dovere di essere diverso
da tutti quelli che accettano la propria mediocrità.

(Benito Mussolini)

 


da un’articolo di Letizia Geron
1 giugno 2009

Bellocchio ha voluto sottolineare che Mussolini si è sempre servito delle donne, e come le altre anche Ida per il Duce rappresentava l’idea fascista di donna, impotente e sottomessa al volere e alle imposizioni dell’uomo. Ida però era una donna straordinaria e dotata di ricchezza passionale, al contrario del giovane Mussolini mosso da una sete incondizionata per il potere materialistico, tanto che nel film la carnalità delle prime immagini si disgrega per confluire nell’immagine del Duce dei documenti di repertorio dei suoi discorsi d’incitamento alle folle.

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Fonte: Nonsolocinema.com

 

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