Avere, voglio, vorrei
Buio, in cielo la stella dorata
suoni angelici nella notte incantata
è giunto il momento, si inizia il rituale,
dono o regalo farai per Natale?
Nella mia famiglia d’origine non c’è mai stata la tradizione di far regali, bastavano gli auguri, unica eccezione alla befana finchè si era piccoli, per cui ho sempre provato un certo disagio di fronte a un regalo. Mi sono chiesta più volte il motivo di questa mia reazione, per così dire istintiva, ma non me la sono mai saputa spiegare. Fino a oggi, potrei dire.
La vita è come una stoffa ricamata della quale ciascuno nella prima metà dell’esistenza può osservare il diritto, nella seconda invece il rovescio: quest’ultimo non è così bello, ma più istruttivo, perché ci fa vedere l’intreccio dei fili.
Arthur Schopenhauer
A 6-7 anni sapevo che quando mia madre andava al mercato settimanale avrei trovato un regalino sopra al frigorifero, quando sarei tornata a casa da scuola. Cose di poco valore ed era bello trovarle lì, però il fatto che per i miei fratelli non c’era mai nulla mi procurava un certo disagio. Un giorno trovai un portamonete con la clip, mi piaceva tanto, ma chiesi a mia madre se c’era qualcosa anche per i miei fratelli, mi rispose di no, allora lo rifiutai e le dissi che non volevo più regali. Lei rimase sconcertata, ma capì, e io mi sentii molto sollevata.
Ho sempre avuto un profondo senso della giustizia e non riesco a sopportare che si facciano le differenze in fatto di diritti. Sono cresciuta con i miei cinque fratelli in armonia, senza invidie o gelosie e senza sciocche competizioni che complicano solo l’esistenza.
Una volta da adulta feci un sogno, a colori, in cui ero ragazza e insieme a una bambina che conoscevo entrammo in un emporio. Dal di fuori era un edificio grigio in stile liberty, dentro era pieno di cose e di colore, le pareti stipate fino al soffitto di oggettistica e di giocattoli. Ci guardammo intorno mentre le raccontavo qualcosa e vidi un tamburello, lo agitai con una mano per sentire il suono metallico dei cerchietti. Era da un sacco di tempo che non ne vedevo uno, aveva pure i nastrini come il mio, e poi trovai un ombrellino di quelli cinesi, di carta oleata plissettata, simili a quelli in miniatura che si mettono sulle coppe gelato.
Cose semplici che avevano una certa magia, le tenevamo con cura e sono rimaste legate ai ricordi dell’infanzia, come il ventaglio con le decorazioni cinesi. Ne regalai uno molti anni dopo a mia madre, sapevo che lo desiderava, solo che era spagnolo, ma lo acquistai come souvenir in Grecia. Curioso no? 😊
Al contrario, di fronte a un dono non ho mai provato imbarazzo, piuttosto una profonda gioia, come quella volta che le spiritose delle mie amiche mi regalarono un maialino-salvadanaio di plastica, pieno zeppo di monetine da 50 e 100 lire come “riserva aurea”, mi dissero, se mai fossero arrivati tempi duri (lungimiranti le mie amiche…).
Una volta coordinai l’organizzazione di una festa e il gruppo di genitori mi fece dono di una bellissima rosa, fatta a mano con la carta, come segno di ringraziamento. O la bellissima bambina creata da una mia amica molto abile e creativa nel modellare la pasta al sale.
Un giorno venne a trovarmi una ragazza, la conoscevo appena, venne apposta per donarmi un angelo cherubino e disse: «Ho avuto un pensiero per te, non ha un significato particolare, ho solo sentito il bisogno di farlo». Sono i doni più belli, quelli spontanei, spiritosi, o fatti di piccole cose, originalissimi quelli creati a mano. Nel web si possono trovare una miriade di idee e tecniche, con tanto di tutorial. Sono i doni che rimarranno sempre nelle memoria a ricordare quelle persone che sono solo di passaggio nella vita di ognuno.
DONO o REGALO ?
Il termine regalo molto probabilmente deriva dallo spagnolo regalo, riferito all’usanza antica di fare dei doni al re da parte dei sudditi. Un tributo che in genere accompagnava una richiesta o un ringraziamento per una concessione, una ricompensa per alcuni servigi; oppure un dazio dovuto, sul flusso dei beni in entrata e in uscita. Legato quindi al dare e avere, senza un particolare sentimento o emozione, quasi un dovere, e una volta espletata l’azione se ne ha sollievo… fino alla prossima volta che si dovrà mettere mano al portafogli.
E quelli che si ricevono? …difficile rispecchino i nostri gusti a meno che non siano fatti da qualcuno che ci conosce bene. Comunque sia, vanno ricambiati e se non piacciono, è maleducato lamentarsi. Mica lo devi scegliere tu il regalo! Se è un regalo è un regalo e così va preso. Vale il detto:
“A caval donato non si guarda in bocca”
Oppure se sono particolarmente lussuosi o alla moda, allora anche se non piacciono si tengono comunque. Non sia mai…! E per gli altri, quelli anonimi, che poi non ti ricordi proprio più chi te li ha regalati, arriva in soccorso quella pessima abitudine di riciclarli di nascosto.
Certo che finire per dare un regalo proprio a chi a sua volta l’ha regalato a te… è una gran figuraccia che è decisamente meglio non fare!! Almeno quello!
Il dono invece viene dal cuore, è importante perchè è legato a un pensiero, è scelto, ed è simbolo di un sentimento autentico. Può essere un oggetto, una poesia, una lettera scritta a mano, un brano musicale, un disegno, una foto, un dolce fatto in casa, non importa il valore in sè.
Può essere anche un momento di gioia condivisa, di gentilezza, un aiuto a chi è in difficoltà, un sostegno che infonde la speranza. Il fatto che è dedicato gli dà grande valore e lo rende comunque esclusivo.
Donare è un gesto spontaneo, fatto in modo incondizionato, non necessita di essere ricambiato, perchè la ricompensa non è nell’oggetto, ma è nel rendere felice l’altro.
Regalare e donare non sono sinonimi, quindi concentriamoci sui doni veri e autentici da scartare sotto l’albero, da dedicare a qualcuno, che trasmettano affetto.
Leda
Sempre ho pensato
che non importa
quello che hai,
ma conta solamente
quello che riesci a dare
usando solo te stesso,
i tuoi gesti, gli sguardi,
le parole,
ricordati usa il cuore.
jordi_1960
Sante Nicola – Vinicio Capossela (2008)