Melanzane alla parmigiana di Emily – ricetta

Ingredienti:

2 o 3 melanzane grandi
passata di pomodoro
parmigiano grattugiato
mozzarella e/o crescenza
olio d’oliva extravergine

Preparazione:

Sbucciate e tagliate le melanzane a fette spesse un centimetro scarso, mettetele a strati in un scolapasta cospargendole di sale grosso. Lasciatele riposare per circa un’ora, in questo modo la melanzana perde il gusto amarognolo. Quindi sciacquatele bene e asciugatele.

Su una padella zigrinata antiaderente versate poco olio e con la carta-cucina distribuitelo lasciandone un velo su tutta la superficie (ciò renderà più facile rigirare le fette di melanzane) e quando è ben calda disponete uno strato di melanzane, cuocendole da ambo i lati.
Nella ricetta originale le melanzane vanno fritte in olio d’oliva extravergine, in questo caso vanno tagliate sottili e si lascia la buccia, scolate poi su carta assorbente. Il piatto però risulterà meno “leggero”.

In una pirofila coprite il fondo con un leggero strato di salsa di pomodoro, sistemate una fila di melanzane, ricoprite con salsa di pomodoro e una manciata generosa di parmigiano, qualche pezzetto di mozzarella e/o qualche fiocchetto di crescenza.
Di nuovo ripartite con uno strato di melanzane e ripetete la procedura per almeno 3 o 4 strati. Terminate con la salsa di pomodoro, abbondante parmigiano, qualche fiocchetto di burro o crescenza e cuocere in forno per circa 15 minuti.

Servite calde e buon appetito!

Le melanzane alla parmigiana è il piatto che Emily sceglie di preparare per Tim quando per la prima volta lo invita a cena.

È una scena dal film “Sette anime” diretto da Gabriele Muccino nel 2008, che racconta la dura realtà di Tim Thomas (Will Smith) pregna di rimorsi e di sensi di colpa per aver causato un incidente mortale mentre rispondeva a un messaggio al cellulare. Insieme alla giovane moglie altre sei persone perdono la vita.

Colui che è stato un brillante ingegnere aerospaziale laureato al M.I.T. Massachusetts Institute of Technology e la cui vita non ha più significato, sente il bisogno di riscattarsi e decide di sacrificarsi, nel senso più drammatico della parola, per sette anime buone, fra cui Emily che avrà per sempre il suo cuore.


LE MELANZANE


Sono in salamoia le appetitose melanzane che vengono invece preparate al bar di Hernandez in un piccolo paesino sperduto nelle terre andaluse, per festeggiare Pepe Benengeli.
Pepe è un ciclista in gara nella Vuelta a España (il Giro di Spagna), uno dei tre Grandi Giri maschili di ciclismo su strada che si disputa sul territorio spagnolo. Il percorso, che ogni anno è diverso, stavolta attraversa proprio il paesino di Pepe, dove è nato e cresciuto e dove i suoi abitanti sono in fermento attendendo il suo passaggio.

“Melanzane – Estate andalusa” è un film anime del 2003 diretto da Kitaro Kosaka e narra le vicende di Pepe che, deluso e disilluso, anni prima decise di allontanarsi dal piccolo paesino per seguire un sogno, che oramai pare sfumato. Ma è proprio là, dove tutti l’attendono, che gli viene offerta l’opportunità di riscattarsi.

Il film è tratto dal manga “Nasu: Andalusia no natsu” di Iō Kuroda (inedito in Italia) ed è ambientato nell’assolata Andalusia, regione del sud della Spagna molto conosciuta per il suo folclore e per la sua antichissima civiltà agraria e le coltivazioni degli agrumi, del riso, della canna da zucchero, del mandorlo introdotte dagli Arabi, nonchè per i nuovi sistemi di irrigazione capaci di far fruttare un suolo arido. 

La cucina del Sud della Spagna è descritta nell’enciclopedia I tuoi menù (Idea Donna, I.G.D.A. Novara 1987) come una cucina molto semplice, espressione di un popolo schietto, amante del flamenco e delle danze gitane. Pare che quello che entusiasma di più gli stranieri sia proprio la parte più povera della cucina andalusa, tuttavia si racconta che il cuoco francese Auguste Escoffier nella sua Guida culinaria presenta piatti à l’Andaluse. Noto come il “Cuoco dei re, re dei cuochi”, egli era un convinto assertore dell’arte culinaria praticata con semplicità, dando valore al sapore e al nutrimento dei cibi.
Ancora, spiega che l’influenza della cucina andalusa su quella francese storicamente si ebbe in un primo tempo durante l’invasione napoleonica della penisola iberica, e in un secondo quando la contessa Eugenia de Montijo, andata a sposa a Napoleone III divenne l’ultima imperatrice di Francia. La singolare dama seppe introdurre nella cucina delle Tuileries, piuttosto conservatrice, alcuni piatti che avevano rallegrato la sua giovinezza.

In “Melanzane – Estate andalusa” Kitaro Kosaka debutta come regista, alle spalle ha una lunga carriera professionale all’interno dello Studio Ghibli. Prodotto dalla MadHouse, uno dei più importanti studi di animazione giapponese, il film in Italia è stato distribuito all’interno della collana Japan DVD Animation dalla DeAgostini.
Del film esiste anche un sequel che in Italia è inedito, è uscito nel 2007 intitolato Nasu – Suitcase no wataridori (Melenzane – Un uccello migratore con la valigia).

Sono curiosa di natura, per cui sono andata a vedere che cos’è e che cosa fa lo Studio Ghibli. Ne faccio un riassunto qui.

Leda

STUDIO GHIBLI

Lo Studio Ghibli, Inc. è noto soprattutto per essere il produttore delle opere di Hayao Miyazaki e Isao Takahata, che insieme a Toshio Suzuki e Yasuyoshi Tokuma lo fondarono nel 1985 a Tokyo per poter realizzare liberamente i propri progetti, opere di alta qualità «in grado di immergere lo spettatore in profondità nella mente umana, e di trasmettergli in modo realistico le gioie e i dolori della vita».
Il nome dello studio di animazione si rifà al Ghibli, vento caldo tipico del deserto proveniente da sud-est. Fu Hayao Miyazaki, appassionato di aviazione, a scegliere il nome (“Ghibli” era anche il soprannome del Caproni Ca.309, aereo della Regia Aeronautica italiana concepito per operare in Nordafrica con l’aviazione coloniale), per indicare l’entusiasmo e la determinazione nel creare qualcosa di nuovo e sensazionale nel mondo dell’animazione giapponese.

Molto popolare in Giappone, con gli anni lo Studio Ghibli è diventato molto celebre anche nel resto del mondo, i suoi film sono tra i più visti nella storia del Sol Levante. La sua fama ha raggiunto il pubblico occidentale con il film Princess Mononoke (1997) definito una pietra miliare del cinema d’animazione da Janet Maslin del New York Times, La città incantata (2001) che nel 2002 vinse l’Oscar al miglior film d’animazione diventando il primo film anime a vincere un Academy Award, e Il castello errante di Howl (2004), diretti da Hayao Miyazaki. Il mio vicino Totoro e Kiki – Consegne a domicilio è stato classificato dal critico Roger Ebert uno tra i più bei film per bambini mai realizzati.
Gran parte dei lavori dello studio ha vinto premi nel campo dell’animazione, tra cui l’Anime Grand Prix. Negli anni 2000 divenne l’unico studio d’animazione giapponese ad usare solo tecniche di disegno tradizionali per i propri film.
I diritti per la distribuzione dei film dello Studio Ghibli sono detenuti da diverse società, e lo Studio è ben noto per essere molto severo nella distribuzione fuori dal Giappone riguardo la politica del “niente tagli” e del doppiaggio di qualità senza mutamenti dei dialoghi non accettati dallo studio stesso.

Nel 2001 a Mitaka è stato inaugurato il Museo Ghibli, nato con un duplice scopo: espositivo (soprattutto dei materiali di lavorazione dei film) e ricreativo, offrendo al pubblico una ricca varietà di esperienze.

IL SALE E LA SALAMOIA

 

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