Infinito è un brano scritto, prodotto ed eseguito da Raf, primo singolo estratto dal suo album del 2001 “Iperbole”. Il singolo ottiene un grande successo nell’estate, arrivando alla vetta della classifica dei singoli più venduti in Italia il 12 luglio 2001.
Infinito – Raf (2001)
Il brano ha una struttura piuttosto insolita per lo stile di Raf (anche se in seguito verrà adottata piuttosto spesso). Sulla melodia principale il testo romantico di “Infinito” viene quasi parlato, anziché cantato, con una parte, subito dopo il primo ritornello, letteralmente rappata. (Wikipedia)
C’è l’imbarazzo della scelta tra i brani di Raf, uno più bello dell’altro, ma Infinito e Due in particolare sono due brani che mi piacciono da sempre sia per i testi che per la musica.
Ho un ricordo delle facce sbalordite quando dopo aver ballato più e più volte Self Control (1984) scoprimmo che Raf era un italiano. A quel tempo in discoteca andavano molto i dischi d’importazione e si dava per scontato che un pezzo disco con testo in inglese dovesse per forza essere straniero, molti rimasero increduli per un bel po’. Grande Raf!
Il video prodotto per “Infinito” è stato girato a Lisbona sul ponte dedicato al navigatore portoghese Vasco da Gama, il primo europeo a navigare fino in India doppiando Capo di Buona Speranza.
Leda
LA NUOVA ROTTA PER LE INDIE
Intorno al 1460 nel continente europeo si ambiva a trovare verso sud una nuova rotta per le Indie scoprendo la reale estensione delle coste del continente africano. Circumnavigare l’Africa avrebbe permesso di evitare le rotte commerciali terrestri attraverso il Vicino e Medio Oriente e quindi fare a meno dell’intermediazione di commercianti arabi, persiani, turchi e veneziani, che gravava sul prezzo delle spezie orientali come pepe, cannella, noce moscata e chiodi di garofano.
Le spezie provenienti dall’India, il cui uso era ampiamente diffuso fin dal tempo degli egizi che aggiunte al cibo ritenevano proteggessero dalle epidemie, in Europa avevano un valore commerciale immenso perché le spezie non servivano solo per insaporire le pietanze, ma erano usate anche in medicina e in farmacia.
Oltre a rifornirsi direttamente alla fonte delle merci più pregiate e richieste in quell’epoca, come oro, seta e spezie, vi era anche il desiderio cristiano di diffondere il Vangelo tra genti che non conoscevano ancora la parola di Dio.
Fu Bartolomeo Diaz il primo a raggiungere il Capo di Buona Speranza, l’estremità meridionale della penisola del Capo in Sudafrica che dal 1938 è una riserva naturale chiamata Cape of Good Hope Nature Reserv e ospita numerose specie animali.
Sempre nello stesso periodo Pero da Covilhã, altro esploratore e diplomatico portoghese fu incaricato di esplorare viaggiando via terra, possibili fonti di approvvigionamento di spezie sul subcontinente indiano. Giunse fino a Calicut (l’attuale Kozhikode) sulle rive del Mare arabico (la parte nord-occidentale dell’Oceano Indiano compresa tra le penisole indiana e arabica e la costa somala), che fin dal Trecento era uno dei nodi nevralgici del commercio sulla costa del Malabar.
Bartolomeo Diaz nel 1497 accettò di accompagnare Vasco da Gama fino a Capo Verde, un arcipelago di dieci isole di origine vulcanica situato a circa 500 km dalle coste senegalesi nell’oceano Atlantico settentrionale, al largo dell’Africa occidentale. Da Gama proseguì poi da solo fermandosi in vari luoghi della costa sudorientale dell’Africa, dove era forte l’influenza dei mercanti arabi. Raggiunse infine le Indie, sbarcando nel 1498 a Calicut.
Per la prima volta una nave europea era approdata in India dal tempo delle Annonarie romane.
Dei viaggi di Vasco da Gama e del periodo storico delle grandi scoperte geografiche avvenute tra il XV e XVI secolo, ne parla il poema epico nazionale del Portogallo, Os Lusíadas (I Lusiadi) di Luís Vaz de Camões del 1572. I fatti sono reinterpretati in chiave leggendaria e fantastica con riferimenti alla mitologia greca e romana.
Gli eroi del poema sono, come dice il titolo, i lusiadi (Lusíadas), cioè il popolo portoghese. Vi è riportata una leggenda in cui il Capo delle Tempeste viene identificato con Adamastor, il mostruoso gigante dei mari che risale alla Mitologia greca.
Si racconta delle caravelle che lambivano le isole e le coste africane superando le tempeste e contemplando i prodigi del mare, quando un giorno, avvolto dalle nubi, comparve ai portoghesi il gigante Adamastor. Egli era uno dei giganti, esseri altissimi e terribili figli di Gaia (Gea), che ribellatisi agli dei dell’Olimpo, e fulminati da Zeus, furono dispersi e ridotti a promontori, isole e frammenti.
Adamastor innamoratosi di Teti, la più bella delle Nereidi, le ninfe marine, fu da lei convocato per un incontro amoroso, ma lo tramutò in roccia. Trasformato nel Capo Tormentoso fu costretto per la vergogna a nascondersi agli occhi di tutti.
Una volta scoperto dai portoghesi, egli rimproverò loro per aver osato, preannunciando per punizione dolori e naufragi.
Ad Adamastor è dedicata la statua che si trova al miradouro di Santa Caterina, uno dei celebri belvederi di Lisbona.
«Il mostro terribile e possente incarna le tempeste e i pericoli affrontati dai naviganti portoghesi durante i loro viaggi. La statua ammoniva i marinai che lasciavano il Tejo per inoltrarsi nell’Atlantico, segnando il passaggio tra acque sicure e pericoli mortali, così come oggi ricorda alle anime perse di non naufragare nelle tempeste della propria mente».
(Italiani a Lisbona)
Al ritorno in patria, Vasco da Gama fu accolto con grandi onori per aver delineato la rotta delle Spezie, la via marittima per raggiungere l’India.
Le nuove innovazioni e i fondamentali progressi nella navigazione e nella cartografia permisero le grandi esplorazioni compiute nel Quattrocento dagli spagnoli con Cristoforo Colombo che il 12 ottobre 1492 raggiunse il continente americano, e dai navigatori portoghesi protagonisti nella ricerca di una nuova rotta per le Indie. Prima delle loro scoperte i traffici commerciali dall’Europa e all’India e viceversa, avvenivano dai porti mediterranei fino ad Alessandria d’Egitto, e da qui via terra fino alla località di Suez sul Mar Rosso (dove nel 1869 verrà aperto il canale artificiale), poi ancora via mare, le merci raggiungevano le coste indiane.
La nuova Rotta delle Spezie finì per ridurre drasticamente l’importanza delle antichissime rotte terrestri come la Via della Seta e la Via dell’Incenso.