La maleducazione sessuale

Questo è uno dei libri che hanno contribuito alla mia formazione, e ogni tanto vado a rileggermelo. Penso sia giunto il momento di farlo ancora per tentare di comprendere meglio una delle tante contraddizioni del nostro tempo.

L’uomo non è capace di vivere il presente, egli si abbandona al ricordo del passato e si protende verso appagamenti che risiedono nel futuro.
Pensa con nostalgia a ciò che è stato e vagheggia ciò che sarà.
Crea il culto del tempo, crea i minuti, le ore, i giorni, gli anni e i millenni.
Inventa l’ieri e il domani.
Studia la Storia e il Progetto.
Vive con l’orologio, il calendario, e l’agenda.
Abbandona dietro di sé la giovinezza e colloca avanti a sé lo spettro della temuta vecchiaia.
Pensa ai piaceri che ha avuto o a quelli che avrà, mai a quelli che può avere subito.
Non sa che il domani resterà sempre domani fino all’istante in cui diventerà ieri.
L’uomo è sempre dietro di sé o avanti a sé, e non riesce a penetrare il presente che è la sua vera esistenza.
Egli rifiuta la sua vita, che non è quella che ha vissuto né quella che vivrà, ma solo quella che sta vivendo.
La vita non è il tempo, è la concentrazione del tempo nel presente.
E noi viviamo un tempo senza presente e rinunciamo all’oggi che è la coppa che contiene il piacere.

La maleducazione sessuale
di Marcello Bernardi
Genere: Scienze dell’educazione
Editore: Emme Edizioni, 1977

Dalla repressione alla liberazione del piacere come premessa a una società non autoritaria. “La sessualità di per se stessa non presenta alcun problema. Ogni problema che la riguardi deriva dalla sua elaborazione secondaria e dalle tensioni prodotte da una società che cerca costantemente autoprotezione contro la sessualità medesima. È un problema inventato”.

Questa è un’ulteriore elaborazione del tema della sessualità che Marcello Bernardi aveva affrontato in un precedente libro: “Il problema inventato” più incentrato sull’educazione, dall’età prescolare all’adolescenza.
L’autore afferma che la sessualità è espressione dell’amore e in quanto tale non può essere imbrigliata o regolamentata da “norme d’uso”.  La sessualità fa parte della natura stessa dell’uomo, è la sua negazione che genera il bisogno di controllarla, di regolamentarla e quindi farla diventare un problema.

Commento:Ricevere amore e procurarsi amore sono due cose molto diverse”. Così inizia la premessa del libro che richiama il concetto di amore di Erich Fromm in “L’arte d’amare”.

L’apparente liberalizzazione sessuale avvenuta in questi anni in cui si mercifica il sesso e si abusa di messaggi sessuali dimostra in realtà che ciò non è avvenuto, più che generare amore  genera alienazione nell’uomo, lo si allontana dalla sua vera natura.

L’amore specificatamente colorato di erotismo è la sessualità umana”
continua Marcello Bernardi.

Ho sempre avuto l’impressione che spesso ci si scandalizza di più di fronte a un evento erotico rispetto a uno pornografico, forse perché il primo coinvolge i sentimenti e le emozioni mentre il secondo è pura fisicità, fine a se stessa.
Il fatto che la nostra cultura, in particolare in Italia, veda la sessualità in maniera distorta lo è dimostrato dal fatto che viene accettato con una certa facilità che la donna sia oggetto erotico, mentre si è estremamente critici quando la donna ne è soggetto. Questo a mio avviso spiega per esempio, perché nei processi per stupro spesso c’è il pregiudizio assurdo che la donna in qualche modo abbia lei provocato una reazione così infame nell’uomo.

La sessualità è un modo per comunicare amore, è un mezzo non un fine e richiede rispetto della sensibilità altrui, una sensualità che la esalta. Invece sempre più spesso vedo una sempre più sfacciata volgarità che provoca l’imbruttimento di uno degli aspetti più belli e emotivamente intensi della nostra personalità umana.

Leda


C’è qualcosa di profondo e terribile nelle potenzialità della sessualità che costringe ogni società a tenerla separata da altre sfere. Il sesso capriccioso, irriverente, sembra ed è puro gioco, ma scatena reazioni che si svolgono sul registro del tutto e del nulla, della vita o della morte.

Francesco Alberoni, Sesso e amore, 2005


COMIZI D’AMORE
di Pier Paolo Pasolini

Commento: Beh, che dire… le cose non sono molto cambiate, è sempre faticoso parlare di sesso. Credo che lo si viva come un’intrusione nel proprio privato perché infondo la sessualità è una parte naturale e integrante della nostra vita, riguarda la nostra sfera emotiva, i nostri sentimenti, l’amore e ne rappresenta la sua espressione più alta e non necessita di guide o strumenti perché nasce da dentro, nasce dal bisogno stesso di esternare un profondo sentimento quale è l’amore.

Niente a che fare con quello che ci troviamo intorno al giorno d’oggi: volgarità, sottintesi spinti, eccessi, pornografia; persino l’erotismo a volte smette di essere un’arte raffinata e diventa una bieca brutta copia del porno. Mah… non mi ritengo una puritana, nemmeno un’ingenua, ma spesso faccio davvero fatica a sopportare l’umiliante e deprimente visione che si dà della donna in particolare come oggetto sessuale o soggetto perverso.
Ma anche riguardo l’uomo ormai non si scherza mica tanto! L’atto sessuale è talmente enfatizzato che ha perso ogni fascino, viene snaturato e la risposta a questa overdose di sesso è che se ne pratica sempre meno e male, e sono aumentati i problemi di prestazione o di libido.

Del resto finché lo si vive come una parte separata dal sé, trovo naturale questo epilogo che nel corso degli anni è andato peggiorando. Dalla prestazione sessuale obbligata nel matrimonio, pena il ripudio, si è passati all’amore libero dei Figli dei fiori degli anni Sessanta, ai rapporti prematrimoniali molto discussi negli anni Settanta, alla eliminazione dei tabù sul sesso degli anni Ottanta, all’esibizionismo degli anni Novanta si è arrivati quindi alla mercificazione del sesso, alla volgarità gratuita sui media degli anni Duemila.
È mancato decisamente un passaggio: la presa di coscienza del vero significato del sesso e della sessualità umana.
Non possono esistere manuali d’istruzione che insegnino l’amore, lo si impara crescendoci dentro, l’educazione sentimentale inizia fin dalla nascita, anche prima, nasce dentro la famiglia per poi allargarsi nella comunità. Così come non possono esistere manuali per insegnare la pratica del sesso come espressione, è una cosa che nasce da dentro.

L’informazione riguardo la parte fisiologica è prevista nel programma didattico della scuola secondaria e credo che ogni genitore prima o poi si sia trovato di fronte alla domanda curiosa dei propri figli che chiedono come nascono i bambini. Per un bambino è naturale porsi questa domanda, senza alcuna malizia, quella ce la mettiamo noi adulti se siamo prigionieri dei nostri preconcetti. Personalmente ho sempre seguito la linea di rispondere attenendomi a quello che i miei figli mi chiedevano in modo chiaro e semplice, senza pensare che non potessero capire e senza anticipare cose non chieste. Le domande dei bambini seguono il corso del loro sviluppo interiore ed esteriore, e va rispettato.
A livello di comunità scolastica ho avuto qualche incontro-scontro con lo sporadico, maldestro e occasionale tentativo di fare educazione sessuale nella scuola primaria, intesa nel modo più ampio e slegata dalla famiglia con il risultato di scatenare curiosità e domande che però sono rimaste senza risposta, per cui la palla è passata ai genitori impreparati e ignari di queste iniziative.

Tornando al video, alla domanda: “Secondo te, il problema sessuale è molto contemporaneo, è molto importante o no?” al ragazzo sembra apparire come una domanda incomprensibile perché, come ha approfondito Marcello Bernardi nel suo libro “La maleducazione sessuale”, la sessualità è un problema inventato in quanto è espressione del nostro essere, e non una parte estranea “staccata” da noi stessi.
Alla domanda: “Il sesso ha molta importanza nel mondo contemporaneo?” La risposta non si fa attendere ed è chiaro che la visione è legata a un concetto sessuale sociale riduttivo finalizzato alla procreazione, a un atto snaturato separato dall’io interiore, ma è un concetto limitante e discutibile se si vuole, ma almeno c’è. Oggigiorno ci troviamo di fronte all’anarchia più totale, il sesso è diventato espressione dell’eccesso, dell’uso e dell’abuso, non ha più confini, non c’è più un’immaginario che stimoli la fantasia e la poesia, e quello che sono i ragazzi di oggi sono il “prodotto” di questa bruttura, di questa mancanza. Inutile recriminare e giudicare, meglio fare un mea culpa e cercare di rimediare nel possibile riportando le cose alla giusta dimensione che consenta anche ai ragazzi di vivere con spensieratezza e gioia la loro crescita personale.

Che il sesso sia un business ormai è appurato, basti pensare al mercato che si sta muovendo intorno al Viagra (ora anche per la donna. Ah!), alle difficoltà di prestazione, alla presunta frigidità femminile, che si sono acuite e nella gran parte delle situazioni non sono altro che espressione di un disagio, di una mancanza. Anzichè ricorrere ai farmaci, si dovrebbe curare con l’educazione ai sentimenti, all’amore.

Per quanto riguarda la prostituzione mi sento di dire solo una cosa: se non c’è richiesta non c’è offerta, che poi per l’uomo ci sia una necessità di sfogare un istinto fisiologico non l’ho mai ritenuta una cosa attendibile, ma piuttosto un alibi. Se si parla in termini di necessità d’amore, allora posso capire ma non credo sia la strada giusta.

Leda


La sessualità come opera d’arte
di amore vero, di unità interiore

«La sessualità è una cosa seria. Non può essere qualcosa che accade a caso, che non ha significato, che è effimero. Della sessualità, si può fare addirittura un’opera d’arte, con il piacere, con tutti i sensi, purchè sia inscritta in una storia, in quello che è un amore vero, che rispetta l’altro, che non lo cosifica, che non lo disprezza, non lo riduce ad un oggetto»

«Dall’esercizio della sessualità che noi abbiamo dipende una parte della nostra felicità, della nostra umanizzazione, dei nostri rapporti, ma nello stesso tempo però, guai ad avere un’ossessione della sessualità, guai a finire in una visione angosciata e cinica.
Una gestione sana del piacere sessuale comporta che la presa di coscienza di un corpo sessuato si accompagni alla volontà di incontrare l’altro nella differenza e nel rispetto dell’alterità: si tratta di integrare la sessualità nella persona, attraverso l’unità interiore della persona nel suo essere corpo e spirito. Certo, richiede una padronanza di sé, ma questa è pedagogia alla vera libertà umana: o l’essere umano domina le proprie passioni oppure si lascia da esse alienare e ne diventa schiavo».

«La disciplina interiore, anche nello spazio della sessualità, è sempre opera di libertà e, quindi, di ordine e di bellezza: è uno sforzo di umanizzazione capace di trasformare anche l’esercizio della sessualità in un’opera d’arte, in un capolavoro che corona una storia d’amore».

di Enzo Bianchi

 

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