Tutta colpa di Giuda

Tutta colpa di Giuda
di Davide Ferrario
Italia, 2009

Irena Mirkovic (Kasia Smutniak) è una regista di teatro sperimentale che accetta la proposta di Don Iridio (Gianluca Gobbi) di allestire in un istituto penitenziario una versione della Passione di Cristo. Quella che inizialmente sembrava un’esperienza lavorativa, sarà per Irena fonte di grandi cambiamenti nella sua vita, riuscendo a lasciarsi alla spalle la relazione con l’attore Cristiano (Cristiano Godano).
Irena incontrerà molti ostacoli nell’allestire l’opera, dovrà conquistarsi la fiducia dei detenuti, lottare contro la caparbia suor Bonaria (Luciana Littizzetto) ma soprattutto dovrà risolvere il problema più grande: trovare qualcuno disposto ad interpretare Giuda.
Il film è stato girato al carcere delle Vallette di Torino, oltre agli attori vi è la partecipazione di veri detenuti e personale del carcere, sezione VI, blocco A.

Nel grigiore del carcere dove ognuno cerca come può di portare un po’ di calore e di colore, arriva una regista serba, poco avvezza ai concetti della religione cattolica. Dovrà tentare di dare un significato dal punto di vista umano alla Passione di Cristo, una rappresentazione che sia coerente con il contesto in cui si realizza.
Irena supera l’apparenza e inizia un percorso in cui cerca di creare un varco nell’indifferenza dei detenuti, studia i Vangeli per capire il sacrificio di Gesù.

È attraverso la musica e la danza che riesce a farli sciogliere e a liberare la creatività insita in ognuno di loro, la forza rinnovatrice che li può portare a una rinascita. Smuove le coscienze, crea un contatto, una speranza tanto da indurre il direttore del carcere, oberato dalla burocrazia e attento solo a mantenere gli equilibri già di per sè instabili, a metterla in guardia.

“Fingono di vivere, che vada tutto bene.
Io mi chiedo, ma che cosa ci faccio qua?
Io sto nel mezzo signorina, tra due mondi
e ho capito che il carcere ti dà la misura della vita.
Non c’è posto per i sentimenti qua dentro.”
“Ecco perchè il carcere non serve a niente.”

Come per i detenuti avviene anche in lei un profondo cambiamento, che la porterà a chiudere una storia stanca con un compagno di vita che già da tempo sente distante e disattento, completamente preso dal suo lavoro teatrale in un contesto completamente diverso e surreale. Questa diversità tra le due realtà appare lampante quando il compagno si esprime riguardo al ruolo di Giuda: ne è affascinato, lo considera un ruolo bellissimo, dice, mentre invece per i detenuti l’apostolo è il traditore, cioè l’“infame” per eccellenza e nessuno intende interpretarne la parte.
È una donna delicata, molto femminile, ma non per questo fragile. Si pone molte domande a cui cerca di trovare risposte non qualunquiste.

“Ma se dico passione, qual’è la prima cosa alla quale pensi?
L’amore o la sofferenza?”

“Talvolta coincidono.”

Agli occhi dei detenuti i quali pian piano si lasciano coinvolgere seppur con un certo cinismo, Irena assume un ruolo inviolabile, quasi da madre-madonna, che va protetta. Quando lei si renderà conto di questo e del fragile confine tra il bene e il male, ne sarà profondamente turbata.

“Qui ci sono degli equilibri da rispettare altrimenti va tutto a rotoli.
Qui tutto quello che di buono nasce si trasforma nel suo contrario”

Lei stessa si troverà costretta a dover scegliere il sacrificio e ciò la porterà all’insolita e del tutto originale idea finale…(dissacrante a dire di Don Iridio) di una rappresentazione della passione che si presta a mio avviso (e dopo una lettura di diverse recensioni) a un’interpretazione del tutto personale da parte dello spettatore.

È il genere di film che preferisco, perchè rappresenta un buon spunto di riflessione e di discussione. È evidente che ognuno trarrà delle conclusioni del tutto personali partendo dal proprio modo di concepire gli aspetti della vita.
La mia personale a cui sono giunta è che l’amore è la chiave di tutto, nel condividere la gioia ma anche la sofferenza, nell’accettazione del fatto che il bene e il male fanno parte della vita, il bene esiste perchè c’è il male, sono opposti e nello stesso tempo complementari. Tutti in qualche modo siamo peccatori e ci troviamo di fronte a delle scelte da fare, il cambiamento è possibile se si affronta la vita con coraggio e speranza. La libertà equivale ad avere fede in se stessi, a sacrificare l’avere per l’essere, a porci nella giusta prospettiva e ciò richiede un certo impegno e un lungo lavoro su di sè.
Il cambiamento perchè si realizzi deve iniziare prima da noi stessi, non dobbiamo aspettare che giunga da fuori.

Fantastica la colonna sonora che ben si accosta a un film così rivoluzionario, che mette in discussione certezze che certezze non sono.

La libertà
oggi conquisterò
con te se vuoi io la condividerò
ma vieni a soffrire
a morire con me.

La libertà
molto bene ti fà
ma non ti serve
se non giochi con me
vieni a ballare
a ballare con me.

Se cado dal piedistallo
che ho fatto da solo
ti troverò lì
per giocare con me
posso stare tranquillo
che mi prendi al volo
sei qui per parlare con me.
A braccia aperte ti accolgo
e d’amore
ti canto così
per giocare,
vieni a ballare con me.

La libertà
sembra fatta per te
ne prenderò un po’
e te la regalerò
vieni a ballare

vieni a ballare con me

A braccia aperte ti accolgo
e d’amore
ti canto così
per giocare,
vieni a ballare con me.

La croce no
la dimenticherò
e la mia vita
io da oggi vivrò
vieni a giocare
vieni a ballare con me
a ballare con me
a ballare con me
a ballare con me
a ballare con me
a ballare con me
a ballare con me.

“Te l’avevo detto, un morto serve sempre in una bella storia”

Due note: Luciana Littizzetto: fantastica e ironica come sempre nel ruolo di suor Bonaria, che un po’ bonaria lo è di nome e di fatto nel film, con il suo lasciar perdere per il quieto vivere 😊
e Kasia Smutniak è stata una sorpresa per me, mi è piaciuta moltissimo, si è calata perfettamente nella parte.
Un film da rivedere e che consiglio di non perdere.

Leda

Tutta colpa di Giuda
di Davide Ferrario
Italia, 2009
Genere: commedia, musical
Cast: Kasia Smutniak, Fabio Troiano, Gianluca Gobbi, Cristiano Godano, Luciana Littizzetto, Francesco Signa, Linda Messerklinger, Angela Vuolo, Christian Konabité, Valentina Taricco, Kaas, Ladislao Zanini, Dante Cecchin, Compagnia “Gap”, Marlene Kuntz
I detenuti: Michele Telesca, Sergio Settimo, Enzo Cardinale, Salvatore Candelieri, Rodolfo Gottardo, Abdellatif Thairi, Domenico Uldanh, Sebastiano Pappalardo, Marco “Claudio” Trovato, Francesco Trovato, Sebastiano Baratta, Roberto Casti, Marco De Marchi, Giuseppe Ruggiero, Stefano Alvaro, Noureddine “Mimmo” Haffari, Salvatore Pagano, Claudio Barone, Antonio “Tony” Sassu, Franco Stellato.
Il personale di custodia: Salvatore Cannì, Maurizio D’Angeli, Andrea Gifoli.
Musiche: Marlene Kuntz, Francesco Signa, Fabio Barovero
Produzione: Rossofuoco
Distribuzione: Warner Bros Italia

 

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VIAGGIO NELLE CARCERI ITALIANE

 

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