È un periodo davvero pieno di impegni, come non mai. Prima l’arrivo a Tokyo, la sistemazione nella nuova casa, la scoperta del quartiere, le giornate lente e soporifere nell’attesa della sera, del ritorno di K. dal lavoro, il freddo dell’inverno, il profumo del riso appena cotto, la pentola (onabe) che bolle (gutsu gutsu…onomatopeica giapponese per il rumore dell’acqua che bolle, appunto) nel centro della tavola e le verdure che cuociono nell’attesa di essere mangiate, riscaldando anima e corpo…
e poi finalmente uno scossone, il lavoro che arriva, le giornate che si fanno veloci, senza tregua, colme di impegni… della serie che avrei bisogno di almeno 36 h al giorno per poter fare tutto!
Il mondo del lavoro in Giappone è del tutto particolare… continua
È sempre interessante il racconto di una cultura vista con occhi di chi non vi appartiene.
Leda