I messaggi subliminali riescono a influenzarci?
di DanieleMD
Negli anni 80 c’era il “backward masking” ovvero l’usanza di alcuni gruppi musicali di nascondere la presenza di messaggi satanici nei dischi, rendendoli udibili soltanto ascoltando il disco al contrari; si pensava che erano in grado di influenzare il cervello dei ragazzi. Ma prima di questo c’erano i messaggi subliminali, una tecnica per cui alcune ditte inserivano un fotogramma di pubblicità all’interno di film, questo messaggio non era notato dalla coscienza ma era in grado di ingannare il subconscio “obbligandolo” a comprare i prodotti pubblicizzati.
Commento: ho letto spesso di queste teorie sui messaggi subliminali e sui testi letti al contrario, sui messaggi nascosti tra le righe e così via.
Ma sinceramente non ho mai dato loro molta importanza perché per me è fondamentale pensare con la propria testa, anche sbagliando perché l’errore comunque ti porta a una maturazione personale. Quindi questi messaggi subliminali rimangono in secondo piano, magari delle parole-chiave potranno spingermi a fare delle associazioni di idee, di ricordi, ma alla fine è la mia capacità di ragionare a decidere se tenerle in considerazione o lasciarle andare, farle cadere nel vuoto.
Gli stimoli subliminali
Trovo più preoccupanti certi fanatismi per cui si attaccano film, pezzi musicali, libri, gli artisti stessi, luoghi antichi, o di culto e così via, perché se da una parte c’è chi è fragile e viene spinto ad agire con un pretesto, demolendo…, dall’altra c’è chi usa queste persone per un preciso scopo, e questa strumentalizzazione la trovo davvero ignobile.
Il male e il bene sta dappertutto fuori e dentro di noi, accade che a volte si perda l’equilibrio interiore e si penda da un solo lato, così da pensare di avere una verità assoluta che si vuole imporre anche agli altri, ma è solo presunzione.
La libertà secondo me consiste proprio nell’accogliere chi non la pensa come noi, chi è diverso da noi, ascoltando gli altri si ha modo di riflettere e farsi un’opinione propria.
Censurare, voler negare l’esistenza del male non è una soluzione.
Una volta partecipai a una discussione nel web che aveva come tema “Metal&Satana”, perchè spesso viene fatta questa associazione e a me il Metal piace perchè mi carica, mi alleggerisce la mente quando non ho voglia di pensare e delle parole non mi importa più di tanto anche perchè come molti italiani, non conoscendo l’inglese me le devo andare a tradurre. Solo il metal nel genere più duro e il growl (quello stile di canto con la voce roca o rauca) non mi piacciono perchè mi innervosiscono.
In quell’occasione dissi che a quanto mi risultava, in passato si è giocato un po’ sul tema del satanismo, qualche gruppo ci ha marciato anche di brutto sia per quanto riguarda il look che per i pezzi con lo scopo di bruciare le tappe e avere successo subito. Però si deve mettere in conto che si fa presto a creare un pregiudizio, ma poi ci vuole molto tempo per superarlo.
Anche tra i metallari c’è chi cercherà la strada breve per il successo, chi cercherà di “far colpo” e sfruttare quelle che da sempre sono tematiche combattute per l’uomo.
Poi la cosa viene generalizzata, per ignoranza, e quello che alla fine viene messo in discussione è il genere musicale e chi lo sostiene.
A mio avviso la musica rock punta a demolire tutte quelle che sono le certezze sociali che ci rendono schiavi di qualcosa, per rendere l’uomo libero e la musica è un mezzo per raggiungere la libertà di espressione e di pensiero.
Ma quello che non si conosce, che è diverso intimorisce, e portai un esempio:
“Apro una parentesi riguardo al “diverso”. Anni fa uno dei miei figli che aveva all’incirca quattro anni, ebbe modo di conoscere un senegalese che cordialmente diede la mano a mio figlio come segno di amicizia. Quando mio figlio vide la sua mano bianca appoggiata a quella grande mano nera ne restò letteralmente meravigliato e guardava me, guardava il senegalese e guardava le loro mani con un’espressione indescrivibile. Io mi sono sentita un po’ in imbarazzo sinceramente, perchè temevo che venisse fraintesa la reazione di mio figlio (non era da molto che erano cominciate le immigrazioni) ma vidi il sorriso del senegalese e compresi che aveva capito.
Con questo vorrei dire che il “diverso” crea sempre una reazione in un modo o in un altro, a volte mette a disagio e si creano quelle reazioni assurde o equivoche che spesso sono segno d’ignoranza e a volte soltanto di meraviglia di fronte a qualcosa che non conosciamo”.
Una ragazza allora raccontò questo fatto:
“Ma sapete che una volta eravamo sull’autobus io, mio cugino (è punk con una cresta gialla e rossa altissima tutte le catene, anfibi, pantaloni a quadri.. insomma, classico punk), e altri amici metallari. Sull’autobus salgono delle vecchiette, io mi sto per alzare per far posto e queste ci guardano impaurite, ci fissano uno alla volta, poi si guardano e si fanno il segno delle croce… ma si può?!
Beh, col cavolo che mi sono alzata… io l’ho trovato un gesto bruttissimo e ridicolo da parte loro! Perchè se tanto tengono alla loro religione dovrebbero sapere che giudicare è sbagliato..
Io ormai mi sono arresa… mica me la posso prendere con ogni persona che mi fa le radiografie… al massimo si beccano un bel sorriso 😀
che di solito li mette per bene in imbarazzo!”.
Pensare a quelle vecchiette mi veniva da sorridere. Certamente in Italia siamo molto indottrinati e anche nella mia infanzia ti insegnavano ad avere paura del diavolo e di tutto quello che lo riguardava. Queste cose sono lunghe a morire….e continuai col dire:
“Vorrei fare una riflessione: chi si veste in quel modo: cresta gialla e rossa altissima… catene… anfibi, pantaloni a quadri perchè lo fa? Per moda? Perché si sente bene così e corrisponde alla sua personalità? Per protesta? Per andare controcorrente..?
Io credo che quando scegliamo che immagine dare di noi stessi, dobbiamo essere pronti anche ad accettare le reazioni che ne derivano. Certamente un modo di vestire così ha anche lo scopo di attrarre l’attenzione e dire: “guarda …io sono diverso” e di dimostrare di avere una personalità. Quindi trovo del tutto naturale che ci siano delle reazioni da parte delle persone… anzi a dire il vero nella mia adolescenza si andava proprio in cerca di questo per stroncare tutti gli schemi rigidi della società, soprattutto riguardo alle donne: portavo mimetiche, stivaletti maschili, guidavo persino un cinquantino da cross a 16 anni e se mi guardavano storto non me la prendevo affatto…anzi …me la ridevo 😉 “
Un altro utente disse:
“Uno non può puntare il dito perché indossi una maglietta metal con l’immagine di un gruppo, senza sapere cosa suona quel gruppo e di cosa parla nei testi.
Ad esempio i Black Sabbath sono stati accusati di satanismo una marea di volte senza mai esserlo stati a causa di tanti pagliacci ignoranti. Alla fine è tutta una questione di paura del diverso…e ciò di questi tempi è inaccettabile.
E ti dirò, è un uso discriminatorio che in paesi come Inghilterra , Germania o Austria non accade. Qui basta avere anche una maglietta strana e ti danno della bestia di satana. Vai invece ai festival tedeschi e vedi le anziane che se la ridono di gusto con i metallari…
Tutto un altro mondo!”
E rilanciai la discussione con la domanda: chi punta sul satanismo rende libero l’uomo?
Ci fu qualche perplessità a questa domanda, non facile peraltro. Dissi che il satanismo è sempre una forma di aggregazione, ma a quale scopo?
“Il satanismo aggrega le persone in cerca di qualcosa di forte, ma non le rende libere di esprimersi perché rispecchiano soltanto una moda e un modo di essere… controcorrente. Non vedo una libera espressione di quella che è la loro personalità…qualcosa di costruttivo”.
Il ragazzo rispose:
“Qua però stai parlando del fenomeno punk che è un pochino diverso dal metal sebbene sia stato la base del metal. In ogni caso c’è chi si veste così per farsi vedere diverso…per apparire, ma alla fine conta cosa si pensa…
Io mi metto una maglietta metal perché il gruppo raffigurato mi piace o la prendo in ricordo di un tour per il concerto…io non mi vesto in un determinato modo per farmi vedere…e poi tante volte la gente che si veste così magari di musica non ne sa un’acca…è tutta una questione di mentalità…
Io me ne frego se la gente mi guarda storto solo perché ho addosso una maglietta raffigurante chissà cosa…io la metto perché mi piace…la diversità deve essere dentro di noi…nel nostro modo di pensare…questa è la vera diversità…non serve sbandierarla con i vestiti perché quello è solo apparire e basta…e purtroppo oggigiorno molti fanno così per essere temuti, per farsi vedere cool…ma fatemi il piacere!”.
Visto che non conoscevo molto della Storia del musica chiesi delucidazioni sul perché in certi casi il Metal ha puntato sul satanismo.
“Il discorso è molto ampio…allora, primo il metal non è nato con l’intento di puntare sul satanismo. I primi gruppi metal come Maiden, Saxon, Judas ecc. non usavano queste tematiche se non qualche riferimento all’occulto oppure puntando su qualche copertina macabra.
Negli anni 80 il primo movimento metal (ossia la NWOBHM) era la prosecuzione dell’hardrock e del punk virato verso delle sonorità più pesanti grazie anche hai Black Sabbath…dopo di che c’è stata una piccola rivoluzione. Se escludiamo qualche fenomeno, tipo Venom che parlavano di satana ogni 2 secondi ma con parecchio umorismo che magari non sempre viene colto, e Mercyful Fate che parlavano di Satana in maniera diversa e molto più cupa e aggressiva, la rivoluzione è stata con l’arrivo del Thrash metal con gruppi come Metallica e compagnia, che ha portato i testi a parlare (dato il periodo non propriamente allegro) di morte, guerra, sangue e distruzione…oramai satana era sparito dai testi a parte qualche caso.
Ma c’è un altro lato della medaglia, ossia la corrente black metal che prende la lezione del punk più estremo, dei Venom, dei Celtic frost, dei Mercyful fate, del Thrash e li estremizza riprendendo l’argomento satana e mettendolo ovunque, portando alle tragedie dell’Inner Circle per esempio…molte band ci hanno marciato molto su questo, ma dopo non molto tempo Satana è sparito di nuovo come il fenomeno Black. Il Black poi piano piano ha cambiato pelle…alcuni gruppi hanno continuato a fianco del Satanasso ma altri hanno seguito una corrente alternativa portando il satanismo a un livello filosofico e non truculento come nel passato…
Il satanismo ora viene visto come la massima espressione di libertà ossia il non farsi comandare o influenzare da nessun dio, scegliendo noi stessi il nostro cammino e valorizzando l’io interiore oltre che fisico…noi stessi siamo degli dei…in noi c’è la forza necessaria per andare avanti…ma le tematiche sono molto più complesse”.
Risposi:
“Quest’ultima parte dell’io interiore la comprendo benissimo e la condivido, solo che non capisco perché definire una forma di satanismo questo pensiero”.
Mi spiegò:
“Il satanismo è un anti religione… ribellarsi a Dio è andare contro i principi della religione cristiana e di molte altre e il satanismo è questo…”.
Dissi:
“Mi viene da dire che sì, Dio è presente in molte religioni, non solo in quella cristiana, solo con nomi diversi. C’è chi ha anche più dei. Ma credo che quello che più conta siano i principi: il rispetto e l’amore verso se stessi, verso il prossimo e verso la vita.
Credo che il satanismo sia contro questi principi e quindi autodistruttivo e distruttivo, come filosofia di vita credo non incontri molti consensi e che chi lo adotta non si renda proprio conto di questo… è una moda come tante altre oppure è un estremismo, un fanatismo.
Per questo non lo considero un’espressione di libertà perchè nega l’io interiore, non lo valorizza, non gli dà luce di vita. Poi la libertà personale ha sempre e comunque un limite costituito dalla libertà degli altri individui!
Valorizzare l’io interiore credo sia piuttosto capire noi stessi e cosa vogliamo in rapporto a quello che ci sta intorno e sviluppare idee e comportamenti che ci aiutino a migliorare e a migliorarci”.
Alla fine si tratta sempre di chiusure mentali che non portano a progredire, a discapito di tutti, poi. Perché credo che spesso perdiamo di vista il fatto che ogni nostra scelta non si limita a noi stessi, quello che siamo, trasmette dei messaggi (subliminali o non) che si riflettono su chi e ciò che ci sta intorno.
Scegliere di guardare con semplicità alla bellezza, all’autenticità, al bene ti fa diventare bello anche dentro e ti fa stare in pace con te stesso e fa sentire bene gli altri; circondarsi di bruttezza, di finzione e celebrare il male, anche per gioco, ti trasforma proprio in quello che vorresti combattere negli altri.
Leda