Saper fare: lavorare all’uncinetto, con tutorial

Il lavoro all’uncinetto torna sempre di moda ed è molto adatto per la confezione di morbidi scialli, di originali coperte anche per la culla, di trine molto pregiate, di deliziose magliette, bikini per la spiaggia, borse colorate, bomboniere e di molti accessori per la casa e per l’abbigliamento.

Tra i filati che si prestano ad essere lavorati all’uncinetto ci sono: il lino e il cotone che sono molto adatti per i pizzi; con la lana, la seta, il lino, il cotone, il nailon, la rafia sintetica si possono confezionare indumenti veri e propri.
Ad ogni filato si addice un diverso tipo di uncinetto: d’acciaio e molto fine per i fili più sottili; d’osso, d’alluminio, di bachelite, per i filati soffici e con più capi.
Iniziando con una catenella, la maglia a uncinetto si esegue a giri, terminato ciascuno dei quali si volta e si ricomincia daccapo. Tuttavia nelle lavorazioni circolari, avviate con una catenella chiusa ad anello, si procede sempre in tondo, senza cambiare il senso del lavoro.
A parità di risultati l’uncinetto richiede, rispetto ai ferri, una maggiore quantità di filato.

Per i lavori all’uncinetto si possono trovare delle riviste specializzate, una tra le più famose è “Mani di Fata”, della casa editrice omonima fondata nel 1925 dalla famiglia Canetta, che offrono modelli di estrema semplicità, realizzati tuttavia con punti elaborati e seguendo regole di confezione molto accurate. Per impratichirsi un po’ in questa arte, in rete si possono trovare molti tutorial.
Se non hai mai lavorato con l’uncinetto è molto semplice, si impara velocemente e ottieni risultati in breve tempo, questo blog spiega i punti base: Uncinetto i punti base
E qui in questo tutorial puoi vedere come si fa: Uncinetto lezione 1 al termine del video trovi le lezioni successive.

È la più importante e diffusa tra le fibre tessili vegetali. La produce, sotto forma di bioccoli lanuginosi, una pianta della famiglia delle Malvacee, che cresce nelle regioni a clima caldo umido. È coltivata in particolare negli Stati Uniti, nel Sud e nel Centro America, in Asia, in Egitto ed anche in Europa e in Italia.

La bambagia dalla quale poi si ottiene il filato può essere a fibra lunga, media, corta e di colore più o meno bianco; ma al microscopio le fibre di cotone si presentano tutte nastriformi, avvolte con regolarità su loro stesse e provviste di un canaletto centrale, detto lume.
La cellulosa, che è il costituente essenziale di queste come di tutte le altre fibre vegetali, brucia vivacemente con fiamma rapida, lasciando pochissima cenere leggera e grigiastra.

Infinite sono le applicazioni tessili del cotone: mussolebatiste, pelle d’uovo, percalle, crespi e nidi d’ape, tele lisce e damascate per biancheria, tele scozzesi, rigatini, cotonine stampate (cretonnes), piquetpopeline per abiti e camiceria; organza, tulli, tessuti a ricamo di San Gallo e anche panamamadapolamfustagnispugne, mollettoni, velluti pesanti, maglierie.
Non meno importante inoltre è l’uso che, del cotone idrofilo e sotto forma di garze e fasce, si fa in chirurgia, e vastissima è la sua applicazione nel campo dei filati cucirini ed in sartoria, come ovatta per imbottiture.

I tessuti di cotone, per abiti come per biancheria, sono belli, resistenti, lavabilissimi, moderni e di prezzo accessibile.
Sono inoltre igienicamente raccomandabili, molto indicati anche nella Primissima infanzia,  perchè porosi, igroscopici, cattivi conduttori del calore: quindi tali da permettere la circolazione dell’aria e la traspirazione; da assorbire l’umidità e il sudore e da mantenere costante la temperatura corporea di chi li indossa.

La coltivazione del cotone in Italia è quasi inesistente, infatti è il principale importatore dopo la Russia della preziosa fibra dai paesi di maggior produzione. In passato il cotone veniva egregiamente sostituito con la canapa che in Italia è di elevata qualità. Grazie all’abilità dei tecnici e degli artigiani italiani la canapa è entrata con successo  nel campo dell’abbigliamento e dell’arredamento. Le nostre industrie tessili creano prodotti meravigliosi per qualità, varietà ed eleganza.

La lana è una fibra naturale fornita dal vello di alcuni ruminanti, principalmente pecore, capre, coniglio, cammello, lama, vigogna, alpaca) ed è universalmente impiegata.
Come le altre produzioni cornee dell’epidermide (peli, capelli, unghie, corna) essa è sempre costituita da una sostanza proteica detta cheratina. Perciò qualsiasi varietà di lana naturale accostata alla fiamma si comporta alla stessa maniera: consuma lentamente, sviluppando un caratteristico odore di capelli bruciati e lasciando un residuo carbonioso a pallottolina.

Altra particolarità della lana è la struttura embricata di ogni sua fibra. Al microscopio, infatti, le fibre appaiono cilindriche e ricoperte di squamette sovrapposte proprio come gli embrici di un tetto. E da ciò deriva che la lana mal lavata o pressata facilmente si restringe ed infeltrisce, perchè le squamette delle sue fibre si incastrano le une nelle altre.

La pecora è la migliore fornitrice di lana, che è tanto più pregiata quanto più è lunga, ondulata, fine, lucente e tenace.
Numerosissime sono le razze di pecore da tosa. Fra le migliori ricordiamo: la merinos, originaria della Spagna e diffusa oggi in tutto il mondo; la Leicester, la Lincoln, la Cheviot, inglesi; la Elettorale, tedesca; le sudamericane, australiane, africane e asiatiche, che dànno soprattutto lane da tappeti e da materassi.
In Italia sono allevate pecore di razze locali che forniscono poca lana; tuttavia la produzione di tessuti e manufatti è fiorentissima e raffinata perchè molta materia prima grezza viene importata dall’estero e lavorata presso rinomati lanifici.

Lane di non minor pregio sono fornite da altri ruminanti: la capra d’Angora dalla quale si ottiene la lana mohair, la capra del Cachemir, entrambe posseggono un pelo lungo, morbido e setoso, adatto a lavori particolarmente pregiati; il cammello, il lama, la vigogna e l’alpaca (allevati nell’America del Sud) forniscono un pelo resistente, ideale per la confezione di tessuti compatti, di coperte e di stoffe impermeabili.
Il coniglio d’Angora è una razza europea, dal cui morbido pelo si produce l’angora.

Nella pratica commerciale si distinguono:
le lane cardate usate per la tessitura di panno, castorino, flanella, loden, cheviot, jersey, etc.;
le lane pettinate adatte per tessuti come mussola, crespo, gabardine, tibet, stoffe per abiti da uomo, etc.;
le lane meccaniche o rigenerate ottenute sfilacciando stracci, ritagli, cascami di lana.

La lana è la fibra ideale per la confezione del vestiario perchè:

  1. è cattiva conduttrice del calore, cioè non disperde quello emanato dal nostro corpo, assicurando ad esso una temperatura costante;
  2. è molto igroscopica, cioè assorbe e trattiene acqua e sudore, evitando pericolosi raffreddamenti;
  3. è attraversata dai raggi ultravioletti, risultando molto adatta alla confezione di costumi per bagni di sole;
  4. è leggera e porosa; elastica e resistente.

Grazie a questi ottimi requisiti viene largamente impiegata, anche unita ad altre fibre naturali, nella confezione di tessuti di ogni tipo e peso, adatti per maglieria intima, abiti sportivi ed eleganti, da giorno e da sera, invernali e perfino estivi come il fresco lana.

Leda

 

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