Promuovere l’autonomia

PROGETTO PEDIBUS

Da diversi anni in provincia di Padova si è attivato il Progetto Pedibus che ha riscontrato un considerevole successo di partecipazione e di proficua collaborazione tra scuola-genitori-Comune-Vigili Urbani e ASL. Per dare ufficialità all’iniziativa il progetto è iniziato con un incontro con le istituzioni, con i bambini e i genitori che si sono resi disponibili, previo un breve corso istruttivo, ad accompagnare i bambini lungo il tragitto. Sono stati designati dei punti di partenza/arrivo in zone precise del paese dove i bambini si raccolgono. I genitori utilizzano una fune, come si vede nell’immagine, a cui i bambini si “agganciano” con la mano e durante il tragitto viene spiegato loro il corretto comportamento da tenere sulla strada. L’iniziativa è stata accolta con molto entusiasmo e di anno in anno sempre più bambini hanno aderito e i punti di ritrovo per la partenza e l’arrivo in varie zone del paese sono aumentati.

In questo modo oltre che promuovere l’autonomia dei bambini, si realizza un’importante collaborazione tra istituzioni e territorio, cosicchè la scuola diventi il fulcro trainante della comunità e viceversa.

TIENI IL SEGNO: Mamma mi accompagni?

Sempre meno autonomi, iperprotetti dai genitori, non si muovono mai da soli nemmeno nel tempo libero: è il profilo dei ragazzi italiani dai 6 ai 14 anni che emerge da una ricerca dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Istc-Cnr), partner italiano di uno studio più ampio promosso dal Policy Studies Institute di Londra, Children’s independent mobility. L’indagine è condotta su un campione di 562 alunni delle elementari, 375 delle medie e dei rispettivi genitori, in cinque centri urbani eterogenei per dimensione demografica e caratteristiche territoriali: Roma (centro città), Bari (area urbana), Guidonia Montecelio (area suburbana), Desio (piccola città), Misinto (zona rurale).

Risultato? continua

Fonte: ilbolive.unipd.it

Il Pedibus

È un modo sano, sicuro, divertente ed ecologico per andare e tornare da scuola. È un “autobus umano”, formato da un gruppo di bambini “passeggeri” e da due o più adulti “autisti” e “controllori”.

Il Pedibus è un progetto che nasce in Danimarca ed è oggi attivo in Nord Europa e negli Stati Uniti e si sta diffondendo in moltissimi altri paesi. Anche in Italia si inizia a parlare di Pedibus. Ci sono iniziative e progetti in molte città. Alcuni sono curati ed organizzati dai Comuni o altre Istituzioni pubbliche, come le ASL, altri ancora da singole associazioni o dalle scuole.

L’obiettivo primario del progetto nei riguardi del bambino sta nell’accompagnarlo verso una maggiore acquisizione di autonomia a partire dal percorso casa-scuola. Inoltre, lo stesso percorso diventa luogo di apprendimento e di socializzazione dove il bambino, incontrando i suoi amici, fa importanti esperienze per il suo sviluppo psicofisico.

Altro obiettivo fondamentale è legato alla limitazione del traffico nelle ore di “punta” all’ingresso e all’uscita dagli istituti scolastici: questo è un problema molto sentito principalmente da coloro direttamente coinvolti con il mondo scolastico (bambini, genitori e corpo docente) ma che coinvolge anche gli automobilisti che transitano per quell’area in quegli orari. “Trasformare” una parte del traffico automobilistico in pedoni consentirà di alleggerire il traffico locale, riducendo la probabilità di incidenti e migliorando la qualità della vita.

Tratto dalla Scheda Tecnica: Mobilità sostenibile applicata alle scuole – Progetto Pedibus e Bicibus, Provincia di Treviso

Riguardo l’autonomia degli adolescenti in Internet si possono trovare molti interessanti e utili articoli.


Adolescenza e autonomia:
istruzioni per l’uso



17 AGO 10 – Come comportarsi con gli adolescenti: farli sperimentare e agire da soli. La famiglia deve essere presente, non invadente; ecco le istruzioni per l’uso.

L’orgoglio di farcela da solo

Che l’adolescenza sia un’epoca di grandi trasformazioni è il pensiero che “conforta” la maggior parte dei genitori, disorientati dalle contraddizioni, dai repentini cambiamenti, dalle ribellioni e dalle scelte spesso sorprendenti dei ragazzi di quest’età. Incerti in alcuni ambiti, sicuri in altri; provocatori, faticosi, polemici da un lato e bisognosi di rassicurazione e pieni di dubbi dall’altro. A fare da collante al largo ventaglio di possibili facce dell’adolescenza c’è comunque la presenza di prove fondamentali per l’autostima, in cui i nostri figli si mettono in gioco, misurano le loro forze, sfidano se stessi e il mondo per allargare il proprio campo d’azione ed entrare a diritto in nuovi territori, di cui stabiliscono e difendono i confini. Sono proprio queste “prove”, tappe fondamentali nel processo di accettazione di sé, a lasciare i genitori spesso interdetti: ne vedono i rischi, gli errori di prospettiva, le possibili conseguenze, e, come è forse automatico che sia, si allarmano e intervengono per ridurre al minimo i pericoli: non è così, però, che li aiutiamo ad affrontarle. Vigilanza e attenzione non devono arrivare a interferire con la partita importante che un figlio adolescente sta giocando: ecco qualche situazione-tipo che ci suggerisce come esserci senza combattere al posto loro.

Storie di adolescenti: impariamo a conoscerli… continua

Fonte: Riza.it

Riflessioni: ai miei tempi si andava a piedi, ci si incontrava per strada e si arrivava in gruppo a scuola. I genitori non erano così apprensivi come adesso, spesso le famiglie avevano più di tre figli e non esistendo tutti gli elettrodomestici che ci sono ora molte erano le attività della casa che assorbivano il tempo delle donne, mentre gli uomini erano impegnati con il lavoro.
Noi ragazzi/ragazze stavamo pochissimo in casa, appena si poteva ci si riuniva in strada e ci s’ingegnava a trovare il modo di divertirsi. Si aveva quindi maggior libertà di azione, bastava regolarsi nel non abusarne, nel non fare qualche stupidata, perchè la punizione sarebbe arrivata inesorabile.

Mi ricordo che a 13 anni ne combinai una delle mie…😌 A quel tempo i miei capelli erano piuttosto lunghi ed essendo sottili non è che a me piacessero tanto, ma a mia madre piaceva tanto pettinarli …una parrucchiera mancata! 🙂 Così a scuola ci andavo un giorno con le treccine, un altro con lo chignon adornato di fiorellini (quelli riciclati delle bomboniere), io invece preferivo tenerli sciolti ma non si riusciva ad averne ragione.
Così un giorno dopo aver raggranellato un po’ di denaro con le mancette, entrai nel negozio della parrucchiera più brava del paese e me li feci tagliare corti, a carrè! Mia madre quando rientrai e mi vide per poco non le venne un colpo!😄 La cosa fu ben premeditata perchè giorni prima ero passata ad informarmi quanto costava un taglio e una piega, e  realizzare il mio intento fu una gioia immensa!
Evidentemente per mia madre no, ma questa volta fu lei a doversene fare una ragione.

Leda

 

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