Piccolo mondo antico

È uno dei più bei romanzi che abbia letto, divorato in pochissimo tempo nonostante sia un classico (più volte ho detto che questo genere di lettura non mi piace molto), Piccolo mondo antico si lascia leggere benissimo, in modo semplice, molto scorrevole ed è emozionante.

Piccolo mondo antico
di Antonio Fogazzaro
Curato da: Anna Maria Moroni
Genere: narrativa classica
Editore: Mondadori
Prima edizione: Oscar Mondadori, 1966 

Franco Maironi è un cattolico fervente. Cresciuto a Cressogno in Valsolda, nella villa della nonna, la marchesa Orsola, ama i fiori, la musica e la poesia. Contro la volontà della vecchia marchesa che lo vorrebbe sposato a una nobile a lei gradita, si unisce segretamente in matrimonio con Luisa Rigey, figlia di borghesi, che vive a Oria insieme alla madre Teresa.
Luisa ama Franco, ma la sua natura è sostanzialmente diversa da quella del marito: essa non crede nella religione ma nella giustizia. Il romanzo si svolge intorno al contrasto tra la natura contemplativa di Franco e quella attiva, fiera e appassionata di Luisa.
Dopo le nozze la marchesa disereda il nipote che va a vivere nella casa della moglie. Teresa Rigey, la madre esemplare di Luisa, muore e i due sposi trovano aiuto economico e sostegno morale nello zio Piero Ribera che la marchesa odia profondamente. Dall’unione di Franco e Luisa nasce la piccola Maria, chiamata dallo zio Ombretta. Tra la bambina e il vecchio si stabilisce un rapporto di profonda simpatia.
Ma la felicità della famigliola non dura a lungo…

Accanto ai personaggi maggiori Piccolo mondo antico dà vita a una ricca serie di figure minori, tutte «disegnate» come dice il Croce «con finezza [..] Noi riconosciamo subito ciascuno di essi dai movimenti, dall’intercalare, quasi dalle inflessioni. La mescolanza di alto e di umile, di tenero e di comico, è qui del tutto riuscita. Anche il dialetto non infastidisce né stona, come negli altri romanzi più passionalmente intonati e pretenziosi, ma si presenta affatto naturale. È il linguaggio della vita calma e sonnolenta di quella generazione, di quella gente campagnola, che passava buona parte del suo tempo a giocare a tarocchi e a pescar con l’amo».

Di tutta l’opera narrativa del Fogazzaro (Vicenza 1842-1911), Piccolo mondo antico è il solo romanzo a cui sia toccato non il successo di una stagione o di una particolare moda del gusto, ma la fama di un autentico, piccolo capolavoro dell’Ottocento: per i più entusiastici estimatori della personalità del Fogazzaro, un libro da porre subito dopo I promessi sposi.
Piccolo mondo antico esce nel 1895 e rappresenta senza dubbio il momento di maggiore equilibrio nella vicenda artistica e spirituale del Fogazzaro, tra le prove del primo periodo (Malombra del 1881, Daniele Cortis del 1884, Il mistero del poeta del 1888) intricati in difficili casi di patologie psichiche e di positivistici interessi per i misteri dell’occultismo, e i romanzi degli anni più tardi, discesi da Piccolo mondo antico a formare una sorta di continuazione (Piccolo mondo moderno, 1901; Il Santo, 1906; Leila, 1911), in cui più tormentosi e artisticamente irrisolti prevalgono i problemi di una coscienza cattolica insidiata dal mondo e dove i contrasti che in Piccolo mondo antico sono riferiti al separato comportamento di due nature e due educazioni diverse, sono riportati invece all’interno del solo protagonista.

Tutto il libro è sottilmente intessuto di ricordi autobiografici: il personaggio di Ombretta, come risulta dal diario tenuto dal Fogazzaro in collaborazione con la moglie, è ispirato ai suoi figli e così gli altri personaggi se non tutti, in gran parte (come confessa il 23 novembre 1895 lo stesso Fogazzaro all’amico Alfonso Garovaglio) sono presi «tali e quali dal vero [..]. I fatti che costituiscono la tela del romanzo sono tutti di pura immaginazione».
Altrettanto osservato dal vero è naturalmente il paesaggio della Valsolda, sulla sponda lombarda del lago di Lugano, dove era la casa materna del Fogazzaro e dove egli aveva la consuetudine di soggiornare fin da ragazzo, una casa che sorge sulla riva del lago, circondata da un giardino ricco di vegetazione che il padre dell’autore coltivava con amorosa cura e con competenza scientifica come il protagonista di Piccolo mondo antico.
Il lavoro di stesura doveva occupare il Fogazzaro per quasi tre anni e il libro uscì nell’attesa generale a Milano verso la metà di novembre del 1895 presso la casa editrice Galli. Il successo fu immediato e concorde, ma non mancarono neppure per questo romanzo le discussioni che si accenderanno tanto più violente intorno ai libri dell’ultimo Fogazzaro. Presto tradotto in francese e in polacco, il libro nel primo decennio del 1900, comparve anche nelle altre lingue europee.

Estratto dall’introduzione a cura di Anna Maria Moroni

Piccolo mondo antico piace per qualche cosa di più universale che non sia lo stesso amor di patria. Piace perchè dei romanzi fogazzariani è il più vero, il più vario, il più nostro. Qui il solito idillio d’amore è sostituito da un amore effettivo, che, se non ha la poesia di un primo insoddisfatto amore, ha un’assai maggiore intensità drammatica, un’assai più profonda contenenza umana. Qui non ci sono patemi di passioni represse e di megalomanie deluse; ma sofferenze comuni di uomini e di donne, che combattono giorno per giorno, per il pane e per la dignità. Qui non è la fittizia vita mondana delle alte classi; ma la vita degli umili, ma la miseria decente delle classi medie. Piccolo mondo antico ha la forza placida di suggestione dei pochi libri veramente grandi: cioè dei libri profondamente buoni. Perciò parve il romanzo più sano apparso in Italia dopo I promessi sposi. [..] Piccolo mondo antico è un libro onesto: cosa non frequente; onesto anche artisticamente: non trovi in esso i momenti di stanchezza e gli arresti, che ti dicono che l’autore vuole scrivere ed arrivare ad ogni costo. La rappresentazione è rapida. I capitoli si snodano più agili, più brevi del consueto. Si sente un autore che ha molto da dire, molto di interessante, e quindi non si indugia a svolgere più del necessario un motivo, una scena, una descrizione. Questa rapidità, questa vivacità si portano via il lettore, e non gli lasciano scorgere i difetti di insieme del libro.

di Eugenio Donadoni
Antonio Fogazzaro, Laterza, Bari 1939

Primo d’una tetralogia di romanzi, è un’opera esemplare del nostro Risorgimento, in cui «…il dramma di idee s’innesta stupendamente nel dramma politico…la prova del dolore, mentre indurisce Luisa, in Franco genera la rassegnazione, lo spirito di sacrificio, l’entusiasmo finalmente illuminato e attivo per lo scopo patriottico al quale ormai si consacra intero. Opera di interesse molteplice e di commovente complessità, fa vibrare tutte le corde del patetico e del comico.»

di Piero Nardi


Commento: A mia madre sono piaciuti gli sceneggiati in TV tratti dall’opera, anche per lei questo romanzo rimane uno dei più belli.
Ho letto anche Piccolo mondo moderno, è un buon romanzo ma non si ripete la stessa magia.

Si può trovare anche in audiolibro a pagamento presso Il Narratore.

Leda

Ombretta sdegnosa
Del Missipipì,
Non far la ritrosa
E baciami qui.

Maria lo ascoltò come se udisse i versi per la prima volta; e poi, fuori a ridere, a saltare, a battere le mani.
E lo zio rideva come lei.
«Papà» diss’ella facendosi seria,
«perchè piangi? Sei in castigo?»

Dal romanzo è stato prodotto un film nel 1941 per la regia di Mario Soldati, descritto in modo splendido nel blog dell’Archivio Iconografico del Verbano Cusio Ossola.

Quel piccolo mondo antico di Isola Bella

a cura dell’Archivio Iconografico del Verbano Cusio Ossola

Dopo i due anni trascorsi a Corconio (Gli anni di Corconio), Mario Soldati tornò spesso sul Lago Maggiore. Nel 1941 gli fu commissionata la regia di Piccolo Mondo Antico, dal romanzo di Antonio Fogazzaro. Il film fu sceneggiato dallo stesso Soldati, da Mario Bonfantini, il giovane architetto Alberto Lattuada, Emilio Cecchi e Filippo Sacchi. Nel 1939 era scoppiata la seconda guerra mondiale, ma l’Italia per parecchi mesi rimase fuori.
Come ricorda Soldati nel gennaio del ’40 si era costituita a Milano una nuova casa di produzione cinematografica. Era un gruppo di giovani e giovanissimi: qualcuno pieno di soldi, qualcuno pieno d’ingegno, tutti pieni di entusiasmo e tutti milanesi… continua

È stato anche uno dei primi romanzi italiani ad essere adattato in sceneggiato televisivo:

nel 1957 per la RAI
regia di Silverio Blasi
con Paola Borboni, Renato De Carmine, Carla Del Poggio.

Della fiction televisiva sono stati realizzati poi due remake:

nel 1983 per la regia di Salvatore Nocita
produzione RAI con Alida Valli nel ruolo della marchesa Maironi, con Laura Lattuada, Mario Cordova, Elisabetta Rocchietta, Tino Carraro, Piero Mazzarella

e nel 2001 su Mediaset
regia di Cinzia TH Torrini
con Virna Lisi, Claudia Pandolfi, Alessandro Gassman,
Helmut Griem, Renato Carpentieri.

 

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