Consiglio vivamente di non perdere la visione di queste interviste davvero speciali, un po’ ruspanti, ma dannatamente vere e straordinariamente sincere.
LE TRE REGOLE DI VITA
Mauro Corona è uno scrittore, alpinista e scultore italiano. Nasce a Baselga di Piné il 9 agosto 1950 da genitori friulani, Domenico “Mene” Corona e Lucia “Thia” Filippin, venditori ambulanti. Dopo aver trascorso i primi anni d’infanzia in Trentino, con la famiglia si trasferisce a Erto, paese d’origine nella valle del Vajont dove trascorre i successivi anni nella Contrada San Rocco.
Tutt’oggi è uno dei più apprezzati scultori lignei contemporanei, noto a livello europeo. Mauro apprende da nonno Felice l’arte di intagliare il legno, crescendo completamente immerso nella natura. E suo padre gli trasmette l’amore per la montagna e poi per l’alpinismo, portandolo con sé nelle battute di caccia ai camosci sulle alte vette che circondano Erto. Ha scalato numerose vette italiane ed estere, aprendo molte vie di scalata.
La passione per la lettura, i libri, la scrittura la deve alla madre la quale, abbandonata la famiglia, lascia in casa un’ottima collezione di libri, da Tolstoj, Dostoevskij a Cervantes. Il futuro scrittore colma il vuoto lasciato dalla madre con la letteratura e diventerà l’autore di quindici libri, alcuni divenuti famosi bestseller, tra cui Nel legno e nella pietra e Cani, camosci, cuculi (e un corvo).
Il 9 ottobre del 1963 si verifica il disastro del Vajont e il paese di Erto, come molte altri, scompare letteralmente. Il giovane Mauro, scampato insieme alla sua famiglia alla valanga di acqua e fango si trasferisce insieme al fratello al Collegio Don Bosco di Pordenone. Qui i preti salesiani incoraggiano la sua passione per la letteratura e per lo studio, ma il futuro scultore soffre di nostalgia per la natura, i boschi, gli spazi aperti cari alla sua gioventù.
Tornato ad Erto, desidera frequentare la Scuola d’Arte di Ortisei, ma i soldi sono pochi e viene iscritto all’Istituto per Geometri Marinoni di Udine, perché gratuito. Ci rimane due anni, poi lascia e trova un lavoro nella cava di marmo del monte Buscada, come spaccapietre. Nel frattempo, nel 1968 suo fratello parte per la Germania in cerca di lavoro, ma dopo tre mesi muore annegato in una piscina di Paderborn, all’età di diciassette anni. Per il giovane Mauro è un duro colpo.
Successivamente la cava viene chiusa e Corona viene assunto come scalpellino riquadratore. Nel frattempo però non ha mai smesso di scolpire il legno e una mattina del 1975 Renato Gaiotti, un imprenditore di Sacile, intravede dalla finestra alcune delle opere dello scultore e le compra tutte. Qualche mese dopo, lo stesso Gaiotti gli commissiona una Via Crucis da donare alla Chiesa di San Giovanni del Tempio di Sacile. Con i soldi ricavati dalla vendita Corona acquista una nuova attrezzatura e fa dell’intaglio ligneo il suo vero lavoro.
Seguito dal maestro Augusto Murer di Falcade, considerato uno dei maggiori scultori italiani del Novecento di fama e successo internazionale, migliora le sue conoscenze tecniche e artistiche e nel 1975 Mauro Corona organizza la sua prima mostra a Longarone.
Nello stesso periodo egli non trascura l’altra sua grande passione: l’arrampicata. Nel 1977 iniziò ad attrezzare le falesie Erto e Casso, oggi meta molto frequentata dagli alpinisti di tutto il mondo. In pochi anni scalò le montagne del Friuli, si avventura anche in Europa spingendosi sino in Groenlandia e in California sulle leggendarie pareti della Yosemite Valley. Oggi diverse vie di scalata portano la sua firma.
Intanto, un amico giornalista comincia a pubblicare sul “Gazzettino” alcuni suoi racconti su un mondo quasi del tutto scomparso. Lo scrittore fumettista Paolo Cossi pubblica “Corona – L’uomo del bosco di Erto” per Edizioni Biblioteca dell’Immagine (2002), un libro a fumetti che narra alcune vicende vissute da entrambi. Nel frattempo prende parte al film Vajont diretto da Renzo Martinelli in cui interpreta suo padre.
I suoi libri, alcuni dei quali best seller, sono tradotti anche all’estero. È autore anche di libri per l’infanzia tra cui “Storie del bosco antico“, uscito nel 2005 e ristampato continuamente dalla casa editrice Mondadori. Tra i premi ricevuti si annoverano il Premio Bancarella nel 2011 con il libro La fine del mondo storto e nel 2014 il Premio Mario Rigoni Stern, sezione narrativa.
«Per me questo premio ha un valore diverso e non solo perché Mario Rigoni Stern e le sue pagine mi hanno commosso […] Quando questa notte tornerò a casa e mi guarderò allo specchio, mi dirò che forse ce l’ho fatta a uscire dall’inferno.»
Commento: Ho sentito dei commenti non sempre piacevoli riguardo Mauro Corona. Non mi sono mai sentita di giudicarlo, non conoscendo il suo vissuto, ma i suoi concetti sono veri e onesti.
Spesso dietro l’abuso di alcol sta un certo disagio, soprattutto in persone che “sentono” le sfumature della vita, che vedono negate ogni giorno dal tipo di società in cui viviamo.
È un po’ come “annientare” un po’ di quella sensibilità che non permetterebbe di vivere questa vita. Ha avuto la forza di cambiare e di migliorarsi e questo gli fa ancora più onore.
Leda
CONFESSIONI ULTIME – MARIO CORONA documentario