Cosa succede se si utilizzano le parole giuste

Stamattina ho visto questo video che fa riflettere molto, ma molto circa il nostro diffuso cinismo.

Solitamente quando si vedono persone che chiedono la carità si pensa subito che fingano e questa è la conseguenza degli atti di quei famosi falsi invalidi o falsi indigenti di cui l’Italia è piena, che per avidità pur non avendone bisogno, tolgono risorse a chi veramente ne ha bisogno. Vergogna! Mi chiedo dove sta la loro dignità… d’altro canto questi dicono che tanto, quelle risorse non arriveranno comunque perchè se le mangia la politica… e allora se le mangiano loro! Bravi!

Lo Stato nel bene o nel male è un esempio comunque per il cittadino, come lo sono i genitori in una famiglia e di questo un tempo ce ne rendevamo conto.

Riguardo poi il fatto che la moneta data in offerta non risolva la situazione di chi è indigente perchè tamponare un problema non lo porta a soluzione, ok, ma non dovrebbe trovarsi lì questa persona, ne va della dignità di uno Stato giusto e civile. E cacciarla per non vederla è ancora più vile. Ma questo Stato povero risulta malconcio preso com’è da argomentazioni che non si vogliono affrontare per interessi di parte, da quotidiane distorsioni dei fatti perchè non si vuol capire, da continui attentati alle sue istituzioni per renderlo debole… lo Stato è lontano dai cittadini che continuano a dare in tutti i sensi, e lo Stato  con i suoi ingranaggi divora tutto e dà poco o niente.

Ma quante parole inutili e sterili si dicono ogni giorno, dietro alle quali non c’è un concetto, un valore, un credo, ma sono tronfie e bugiarde, così che abbiamo imparato ad essere scettici, così come il cieco, potrebbe essere un finto cieco perchè c’è chi si permette di prenderci in giro. Mi chiedo dove sono andati a finire quei valori umani che abbiamo imparato da bambini.

Poi ho letto questo articolo e mi riconosco in molte cose dette:

Mamma, l’ora di religione non mi va, non la fa nessuno…

Da anni frequentando la scuola da genitore, rifletto su questo concetto, perchè l’ora di religione a scuola, come detto nell’articolo, dovrebbe portare cultura circa le varie religioni, le differenze e similitudini, ma anche un approfondimento dei valori fondamentali della vita umana: significato dell’amore, dell’amicizia, della verità, dell’onestà, della lealtà che ben sono spiegate dalla filosofia per cui credo sarebbe più significativo trasformarla in un’ora di filosofia di base. Già il termine stesso di “ora di religione” si presta ad essere fraintesa perchè un conto è il catechismo che è compito della parrocchia coltivare e che riguarda prettamente la religione cristiana, e un conto è la religione intesa come una filosofia di vita che abbraccia tutte le religioni e stili di vita interiore. Personalmente non ho mai studiato filosofia, ma  per esempio il libro “Il mondo di Sofia”  per me è stato un meraviglioso incontro e un approccio simile è accessibile a tutti. Credo che questo oltre a superare l’aspetto facoltativo, di scelta nella scuola, porterebbe un enorme contributo alla qualità della vita di tutti, impareremmo ad affrontare la vita in modo meno superficiale e apparente, con più fiducia in noi stessi e nel prossimo.

Quando frequentai le scuole medie, l’ora di religione non era facoltativa, conobbi Don Edoardo, un giovane sacerdote che aveva il raro dono di saper parlare ai giovani, lo riempivamo di domande, lo ascoltavamo con attenzione, era un rivoluzionario… aveva idee e concetti impensabili a quei tempi e infatti fu spedito altrove e a nulla servirono le proteste che seguirono.
Alle scuole superiori invece c’era Don Mario, un sacerdote di 50 anni, mi ricordo quando a sorpresa in classe festeggiammo il suo cinquantesimo compleanno con tanto di torta e bibite, era emozionatissimo, sapeva quanto importante fosse per noi. Diventava rosso rosso ma imperterrito, con discrezione e dolcezza intavolava con noi discussioni sul sesso, sulla verginità, sui valori che ritenevamo importanti, sulla droga che a quel tempo falciava a raffica, sull’importanza di essere persone vere e sincere e lui lo era e gli volevamo un sacco di bene.

I prof nella scuola dovrebbero essere dei mentori per le nuove generazioni capaci di insegnare come capire, per conoscere ciò che ci sta intorno, concetti che ognuno di noi poi porta con sè per tutta la vita.

Leda

 

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