…a proposito di Ruth

L’idea di creare e produrre una bambola dall’aspetto adulto venne a Ruth Handler un giorno, mentre guardava sua figlia Barbara giocare con bambole di carta. Almeno così si racconta.

Ricordo che giocai anch’io con delle bambole di carta negli anni Sessanta, le ricevetti in regalo dal nonno materno di ritorno dalla Francia, dove nel dopoguerra era emigrato per lavorare. Si poteva cambiare loro l’abito e gli accessori, che attraverso delle linguette da ripiegare rimanevano aderenti alla figura. Poi per giocare ci voleva molta fantasia

Ruth viveva a Los Angeles con il marito Elliot Handler, che fin dagli anni Trenta produceva mobili in polimetilmetacrilato (meglio conosciuto con il marchio commerciale Plexiglas). Nel 1945 Elliot fondò la Mattel insieme alla moglie Ruth e al socio Harol Matson, il quale l’anno successivo vendette loro le proprie quote. L’azienda famigliare concentrò la sua attività nella produzione di giocattoli di vario tipo.

Nel progettare la bambola si dice che Ruth abbia preso spunto da una linea di bambole alla moda: le Bild Lilli, commercializzate in Germania.
Ispirandosi al nome della figlia Barbara chiamò la sua bambola Barbie, che venne prodotta dalla Mattel esordendo il 9 marzo del 1959, in versione sia bionda che bruna. Le sue caratteristiche fisiche: seno pronunciato, gambe lunghe e vitino da vespa, molto simile al fisico sexy delle grandi dive del tempo, come Marlene Dietrich e Sophia Loren, Grace Kelly e Greta Garbo, Brigitte Bardot, Audrey Hepburn, Ava Gardner…
Fin da subito la Barbie ebbe un enorme successo diventando la serie di bambole alla moda (fashion doll) più famosa, dettando gli standard per tutte quelle create successivamente.

Con il boom economico che esplose dopo la fine della Seconda guerra mondiale, che cambiò i consumi e gli stili di vita degli statunitensi, la Barbie si emancipò e venne dotata di un sacco di accessori alla moda. Si creò così un mondo tutto suo, ampliato e articolato affinché assomigliasse al mondo vero, ma più bello, dove poter “vivere” tante avventure divertenti.
Il ruolo di Barbie esula dalla classica sfera domestica, ella infatti vive da sola nella sua “Casa dei sogni”, ha un sacco di amici e amiche, e Ken, l’eterno fidanzato che debutta nel 1961 e il cui nome riprende quello di Kenneth, l’altro figlio di Ruth.

Nel 1964 venne aggiunto Alan, il cui ruolo è quello di essere il miglior amico di Ken.
Anche Barbie ha la sua miglior amica: Midge, commercializzata a partire dal 1963 dopo qualche anno venne messa fuori produzione perché “troppo strana”; nella versione cinematografica risulta essere incinta. Venne rilanciata nel 1988 e all’inizio degli anni Novanta risulta essere sposata con Alan, mentre negli anni Duemila ha tre figli e tutti insieme vengono pubblicizzati come la “Happy family”.
Mano a mano viene prodotta una vasta gamma di altri modelli diversi tra loro. Alcuni s’ispirano a famose serie televisive come Star Trek, La famiglia Addams e I mostri. Altri più esclusivi, veri pezzi unici, che attirano l’interesse dei collezionisti: Barbie in porcellana, Barbie che indossa gioielli veri in oro, con diamanti o cristalli creati da stilisti, con abiti preziosi e sontuosi come quello di Maria Antonietta, consorte di Luigi XVI e ultima regina di Francia dell’ancien régime, quello dell’imperatrice Sissi e quello di Lady Diana. Tutte prodotte in edizione limitata, per la loro rarità possono valere una fortuna. Negli anni Ottanta viene prodotta anche la Barbie astronauta, che nel 2021 è stata riproposta in una nuova versione con il volto di Samantha Cristoforetti, astronauta e aviatrice italiana, prima donna italiana dell’ESA Agenzia Spaziale Europea e prima donna europea comandante della Stazione spaziale internazionale ISS (International Space Station).

La commercializzazione della Barbie risultò essere molto redditizia per la Mattel, ed essendo detentrice anche del marchio View-Master, un popolare visore stereoscopico in produzione fin dal 1939 con cui si utilizzano dischi di cartone con inserite piccole fotografie in formato diapositiva, si pensò di incrociare il collezionismo per lo stereoscopio con quello per la bambola. A partire dalla metà degli anni Sessanta sono stati realizzati appositamente svariati set di dischetti.

Nel 1967 Ruth Handler divenne presidente dell’azienda Mattel.
«Io sono Mattel!… Almeno fino a quando non ho avuto problemi con le tasse».

Negli anni Settanta, infatti, in seguito a una serie di indagini e all’accusa di frode e falso in bilancio, Ruth Handler venne condannata; decadde così dal proprio ruolo e, messa all’angolo, finì per abbandonare definitivamente l’azienda nei primi anni Ottanta.
Nei decenni successivi, Mattel è cresciuta fino a diventare un’azienda leader a livello mondiale nel settore dei giocattoli.
Nel corso degli anni Barbie è stata protagonista di una prolifica serie di film d’animazione e di serie animate a lei dedicate, appare brevemente nei film della Pixar, vengono commercializzati anche videogiochi per bambine. Ha pure ispirato “Barbie Girl”, una canzone degli Aqua del 1997 che con ironia prende un po’ in giro il mondo di Barbie; il brano ha riscosso grande successo ed è incluso nella colonna sonora del film.

Tutto è plastica, la vita è fantastica,
nulla sembra contare e avere davvero valore,
in questo mondo onirico e volutamente frivolo.

Alberto Graziola

Quel giorno dirigendomi verso la sala cinematografica c’era molto rosa in giro. Quello della mia maglietta era “rosa shocking”, una tonalità di rosa molto intenso che a quanto pare divenne famoso addirittura nel 1936 grazie ad Elsa Schiaparelli. La disegnatrice di moda usò questo colore per la confezione del suo profumo “Shocking de Schiaparelli”, all’interno della quale il flacone ricalcava la forma del busto di Mae West, star dei musical.

Biondissima attrice statunitense (guarda il caso…) Mae West negli anni d’oro del cinema hollywoodiano (1930-40) interpretò un modello di donna disinibita, ironica, dalle battute divertenti, con doppi sensi e scene audaci spesso censurate per oltraggio al pudore, ma che ebbero un grande successo.

Fatto curioso, pure Marilyn Monroe indossava un vestito rosa shocking nel musical Gli uomini preferiscono le bionde (tanto per restare in tema…). È un film del 1953 per la regia di H. Hawks, in cui Marilyn Monroe interpreta una bionda molto sexy e molto attratta dalla ricchezza, che con mosse sinuose e ammiccanti canta il brano Diamonds Are a Girl’s Best Friend. Ella incarna la sensualità, ma il suo personaggio alimenta lo stereotipo della bionda svampita, un po’ sciocca, alla quale per ottenere ciò che vuole non serve essere intelligente e colta, ma piuttosto essere bella e sexy.

Per il video della canzone “Material Girl” del 1985 anche la cantante pop Madonna indossa un vestito rosa shocking interpretando una donna ambiziosa che ama una vita agiata, che vuol far carriera in un mondo materialista, che mette in primo piano la ricchezza a discapito dei sentimenti.

Classificazioni dei colori

Dopo Isaac Newton e la sua teoria del colore (1642–1727), dopo Goethe (1749–1832), fu il pittore statunitense Albert Munsell (1858–1918) che agli inizi del Novecento ideò il Sistema Munsell che definisce i colori in base a tre dimensioni:
• la Tonalità (il colore specifico, come rosso, blu, verde, ecc.)
• il Valore (la luminosità del colore, che va dal bianco al nero)
• la Saturazione (l’intensità o purezza del colore).
Il Sistema Munsell è un sistema scientifico moderno che fornisce un modo molto preciso di catalogare i colori ed è ancora molto utilizzato nel mondo dell’arte e della scienza del colore.
Il Sistema Pantone invece è un moderno sistema di classificazione e di codifica dei colori: fornisce una gamma di colori standardizzati con codici univoci, ed è oggi uno degli strumenti più utilizzati nel design grafico, nella stampa e nella moda. Questo sistema ha permesso di definire i colori con una precisione tale che è possibile riprodurli esattamente in qualsiasi parte del mondo.

 

Tutte bionde, come la Barbie, come le birre
Un pacchetto di bionde, please!
Così sono chiamate in gergo le sigarette

La fisicità poco realistica della Barbie ha attirato molte critiche ritenendola fuorviante per le bambine in età puberale e/o adolescenziale, poiché possono essere indotte a identificarsi e ad aspirare a un il modello di corpo da maggiorata, rischiando di entrare nel tunnel dell’anoressia e bulimia. Per questo dal 1997 il corpo della Barbie è stato modificato rendendolo per così dire più ‘naturale’, più proporzionato.
Per le donne più o meno giovani può rappresentare un ideale di bellezza ‘solo per poche’, che può persuaderle a ricorrere alla chirurgia estetica, un fenomeno che è esploso nel corso degli anni. (Il corpo delle donne).
Così come può essere fuorviante anche la classica bambola con il corpo infantile, in entrambi i casi sono corpi asessuati, cioè privi di organi sessuali. (Proteggerò il tuo corpo, difenderò la tua anima)

«Forse perché non potevo essere come te,
ho finito per rendere te come me».
(Gloria)

Barbie grazie a Ruth scopre che cosa avviene realmente nella vita di una donna, le sue potenzialità, la sua sensibilità e ne rimane affascinata. La donna deve essa stessa, scegliere, decidere della propria vita, ma il progresso così come è stato pensato e stabilito dagli uomini subdolamente ci sta scippando il meglio, facendoci credere che sia il frutto delle nostre scelte.

Tutto questo ci soddisfa come donne in quanto donne? Vivere per lavorare sacrificando la propria vita, o lavorare per poter vivere dignitosamente? (Ogni giorno ti vengono consegnate ventiquattro ore d’oro).

«Ah, se fossi nata uomo!»

Lo so: il nostro è un mondo fabbricato dagli uomini per gli uomini, la loro dittatura è così antica che si estende perfino al linguaggio. Si dice uomo per dire uomo e donna, si dice bambino per dire bambino e bambina, si dice figlio per dire figlio e figlia, si dice omicidio per indicar l’assassino di un uomo e di una donna. Nelle leggende che i maschi hanno inventato per spiegare la vita, la prima creatura non è una donna: è un uomo chiamato Adamo. Eva arriva dopo, per divertirlo e combinare guai. Nei dipinti che adornano le loro chiese, Dio è un vecchio con la barba: mai una vecchia coi capelli bianchi. E tutti i loro eroi sono maschi: da quel Prometeo che scoprì il fuoco a quell’Icaro che tentò di volare, su fino a quel Gesù che dichiarano figlio del Padre e dello Spirito Santo: quasi che la donna da cui fu partorito fosse un’incubatrice o una balia. Eppure, o proprio per questo, essere donna è così affascinante…

dal libro: Lettera a un bambino mai nato di Oriana Fallaci

Occorre “risvegliare” il femminile, spezzare la catena (la verità sulle donne), lottare contro la violenza sulle donne.

What Was I Made For? – Billie Eilish (2023)

Per cosa sono stata creata?” Si chiede nella canzone che Billie Eilish ha creato appositamente per il film Barbie.

Prima stava bene nel suo mondo, si divertiva, si sentiva leggera, felice e sicura, era contenta di fare qualcosa per le donne, di essere un ideale. Ora invece non è sicura del motivo per cui è stata creata, credeva di essere viva, reale e invece si è resa conto di non esserlo, ma di essere qualcosa per cui qualcuno ha pagato.
Per cosa è stata creata? Ora non sa bene cosa pensare, come sentirsi, non riesce a capire quando le cose sono cambiate, si sente triste ma non vuole che il suo ragazzo lo sappia.
Per cosa è stata creata? Crede di aver dimenticato come si fa ad essere felice. Ora non lo è ma un giorno potrebbe esserlo, ci vuole provare, vuole poter essere un giorno quel qualcosa per cui è nata.

Povera Barbie… infondo per molto tempo ce la siamo presa con lei, quando invece la domanda “Per cosa è stata creata?” ce la dovevamo fare noi, perché un’idea frutto di una donna è diventata un mezzo per trarre solo profitto, senza alcun riguardo verso le possibili conseguenze.

Certi uomini… dei veri manipolatori: ti lusingano, ti confondono, ti affibbiano colpe che non hai, erodono pian piano la tua personalità, la tua sicurezza, ti insinuano desideri e bisogni che sono i loro, mettono zizzania tra te e gli altri così da isolarti. Ti ammaestrano, tanto da diventare docile e remissiva, da metterti al loro servizio, ti riempiono di sensi di colpa… e tu… e tu ti senti inadeguata, mai all’altezza della situazione.
Identikit di un manipolatore.

La storia delle donne è la storia della peggiore tirannia che il mondo abbia mai conosciuto: la tirannia del debole sul forte. È l’unica tirannia che duri.

Oscar Wilde

Quel giorno mi son proprio divertita. In sala c’era anche qualche papà, nell’atrio del cinema alcune ragazze sprizzavano gioia nel farsi fotografare davanti alla locandina del film, tutta glitterata appositamente allestita. Nell’uscire dalla prima proiezione scrutavo l’espressione di chi entrava e di chi usciva  per carpirne qualche impressione.
Per quanto mi riguarda ho trovato il film divertente, ironico, bonariamente provocatorio, nel cogliere alcuni aspetti sento di condividerli, altri mi hanno lasciata pensierosa. Vedere questo film una volta sola non basta per comprenderlo, specie per i moltissimi input che spuntano qua e là.

Leda

Ora ti è chiaro, gli umani prima o poi se ne vanno.
Le idee vivono per sempre.

Ruth

 

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