di Luca De Biase
16 ottobre 2011
La mano nera che si è abbattuta sulla manifestazione pacifica di ieri a Roma, mentre nel resto del mondo si protestava più o meno senza violenza è anche un punto di domanda. Non risultano rivendicazioni credibili o spiegazioni esplicite. Le ipotesi sono tutto quello che abbiamo per confrontarci con i fatti.
Che cos’è questa mano nera, dunque? Ecco alcune ipotesi… continua
Dopo la festa…
di Heiland Stark
17 ottobre 2011
Spero che l’evidenza dei fatti sia palese a chiunque abbia occhi e cervello. Oggi sui media nazionali, anche quelli un po’ meno qualunquisti e più attenti non si parla altro che delle violenze di Roma, con analisi, video, commenti da ambo le parti.
L’avevo scritto e l’avevamo detto in tanti. Il tempo e le risorse che verranno ora consacrate alle elucubrazioni su questo argomento faranno svanire l’argomento sul quale si dovrebbe continuare a discutere seriamente: cioé la ragione per la quale queste manifestazioni sono nate e, non fermandosi alla superficie, i problemi di incoerenza e ipocrisia ad esse connessi.
Lasciamo da parte questo argomento e concentriamoci sul perché queste manifestazioni e le ideologie soggiacenti sono l’espressione di un’ipocrisia diffusa e della quale pochi si rendono conto.
Ritornerò spesso e più approfonditamente su questo argomento nei prossimi giorni.
Alcune riflessioni
Se non ci si sofferma su quello che il movimento dice “Istintivamente” e si tenta di analizzarlo, razionalizzarlo, di approfittare dello spunto per porsi delle domande, ma piuttosto ci si chiede perché il movimento lo dice, perché arriva a queste conclusioni forse l’esercizio intellettuale porta a ben più interessanti conclusioni.
Ad esempio ci si può chiedere se anziché sparare a zero sulla finanza e avere cosi’ un facile capro espiatorio non ci si possa fermare a riflettere sul contesto nel quale le banche e le altre istituzioni operano e possono operare.
Ci si può chiedere se le motivazioni che spingono tutta questa gente per strada non siano altro che motivazioni di facciata, ancora una volta generate da ondate emotive piuttosto che da vere e solide idee.
E ancora più essenziale capire che quello che viene sbandierato e mediaticamente identificato come un disagio proveniente da una causa esteriore (la finanza, le banche, il Sistema?) possa in realtà essere nient’altro che il materializzarsi delle conseguenze legate ad un modo di vita basato sull’eccesso, conseguenze che da sempre abbiamo voluto ignorare e che fino ad ora siamo riusciti a tenere fuori dalle nostre realtà.
L’insostenibilità della nostra vita moderna e dei suoi immensi sprechi bussa alla porta delle nostre società e con la propria presenza le mette in ginocchio, partendo dalle fasce più deboli della popolazione e accentuando il divario tra ricchi e poveri. Ma questo è la diretta conseguenza di azioni che noi stessi compiamo e continuiamo a compiere quotidianamente, persino durante e dopo le manifestazioni stesse.
L’ ipocrisia non è nemmeno percepita in quanto tale perché la costruzione della realtà nella quale abbiamo inserito le nostre vite la tiene al di fuori, e ci tiene al sicuro. O almeno ci teneva al sicuro.
La rivolta di Roma?
Una roba da donne
di Gioia Lomazzo
19 ottobre 2011
Tante le ragazze arrestate per i disordini nel corteo
Il titolo più bello lo fa Repubblica: “Le cattive ragazze del sacco di Roma”. Ed è proprio il giornale di Largo Fochetti che ci racconta le storie delle ragazze arrestate per i disordini di Roma di sabato scorso.
Chi è nell’errore compensa con la violenza
ciò che gli manca in verità e forza.
Johann Wolfgang Goethe, Torquato Tasso, 1790
Riflessioni: beh… è chiaro ormai che non la si possa più dare a bere che queste cose non siano pilotate, ormai è lampante.
Mi chiedo che cosa questi ragazzi si pongono come obiettivo per la loro vita futura, perchè spaccare tutta quella roba significa che alla fine saranno loro stessi insieme a tutti noi a doverla ripagare… con le tasse…. togliendo risorse che potrebbero essere impiegate meglio.
Poi non so se si rendono conto che, ingenuamente o no, sono solo manipolati, strumentalizzati, allo scopo di spostare l’attenzione pubblica su di loro togliendo così valore alla manifestazione il cui obiettivo è proprio il loro futuro, visto che di giovani si tratta! (Strategie di manipolazione mediatica)
Il corteo nazionale degli Indignati italiani, come nel resto del mondo, era sceso in piazza proprio per gli stessi motivi per cui ancora oggi si discute: crisi economica, disoccupazione, precariato e ancora non si è risolto nulla…
Leda