Tener acceso quel fuoco

Aneddoto

All’inaugurazione di una scuola di musica tra gli insegnanti c’è un batterista, un signore sulla sessantina con la maglietta della sabian e un berrettino calcato sulla testa ma colmo di vita e creatività più di tanti ventenni, che fra le numerose collaborazioni vanta anche 15 anni con niente di meno che Fabrizio De Andrè! Racconta che a 18 anni è stato chiamato per suonare sei mesi all’estero. Era di certo sfibrante, la paga era quel che era e bisognava suonare per tantissimo tempo però questo permetteva al musicista di crescere e confrontarsi con altri musicisti e generi musicali; anche per registrare in studio bisognava avere grande coesione e intesa, occorreva avere tiro e saper suonare. Oggi tutto si fa col computer.
La parte più interessante è stato sicuramente ascoltare come funzionava il music business all’epoca e come proprio sia radicalmente cambiato non solo il mercato ma anche la fruizione e il concetto stesso di musica.
Si avvicina un ragazzo e domanda al batterista: “Ma tu conti quando suoni?” Il batterista allora gli fa un bel discorso in cui gli spiega che bisogna sì saper contare, ma soprattutto conta sapersi muovere con la band, creare un discorso musicale, sentire la musica dentro di sè, essere creativi e fantasiosi ecc…
e il ragazzo risponde: “Ah cioè che figo, non conti cioè”.
La concezione stessa di musica è cambiata, passando da un importante sentimento condiviso, da una passione bruciante dell’anima, da una ricerca e scoperta continua a qualcosa di freddo, di sottofondo, insignificante…
Il batterista conclude con la frase “cambiare le cose spetta a voi”. Però come? Al massimo ci si può sedere sull’orlo della spiaggia e guardare il segno delle grandi onde che altri, nel passato sono riusciti ad alzare con il loro talento e la loro passione. In un mondo dominato dal male e dalla superficialità, penso non vedremo presto grandi onde nuove da cavalcare…
Aspettando l’apocalisse e l’avvento di un nuovo uomo…let the music do the talking. (quella buona però, quella poca che rimane).

Saluti. Jena

Leggendo nel web questo post il mio pensiero è andato, come spesso mi accade in questi anni, al mio prof di psicologia che un giorno in classe ci disse la frase di Giambattista Vico (1668-1744) filosofo, storico e giurista italiano, che “la storia ha un corso e ricorso”.
La storia bene o male si ripete, pur variando in base alle evoluzioni che la società ha avuto nel frattempo: la colorano diversamente, ma la sostanza resta uguale.
In questo momento storico in cui prevale l’apparenza e il consumismo trovo naturale che ci sia una certa decadenza della musica, che va a pari passo con la decadenza dei valori che erano ritenuti fondamentali anni or sono.
Ma ritorneranno i tempi della vera musica, certo è una cosa che non si può imporre, verrà da sè quando i tempi saranno maturi; quello che conta è tenere acceso quel fuoco, tenerlo sempre vivo ed è quello che tu fai ogni giorno.
Attualmente, la crisi che ci attanaglia da un lato ci impoverisce materialmente e dall’altro ci arricchisce spiritualmente perchè ci stiamo ridimensionando, stiamo pian piano abbandonando il superfluo per dare spazio all’essenziale.
La strada è dura e non tutti sanno cogliere la specificità di questo momento, ma davvero… al di là delle difficoltà economiche che chiaramente comportano una certa sofferenza, è il momento giusto per ritrovare la vera essenza delle cose, spogliate di tutti quegli aspetti inutili e ingannevoli di cui si sono caricate in questi ultimi decenni.
Ma occorre ancora del tempo e sono convinta che pian piano si ritroverà ancora il vero significato della Musica, quella che ci faceva viaggiare con la mente, superare i confini geografici e fisici, che ci faceva sentire forti dei cambiamenti sociali. Certo non ritorneranno gli hippy…ma sicuramente si colorerà di nuovo e ci riporterà la gioia della condivisione vera.

Leda

E si mormora che presto
se tutti noi intoniamo la melodia
il pifferaio ci condurrà alla ragione
e sarà l’alba di un nuovo giorno
per coloro che aspettavano da lungo tempo
e le foreste risponderanno con una risata

 

Stairway to Heaven – Led Zeppelin (1971)

 

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