Siddharta – audiolibro

Questo audiolibro è splendido, sia per il racconto che per gli effetti sonori… e la musica, sono bellissimi e ben accompagnano l’atmosfera  mistica del racconto.
Mi è piaciuto fin dai primi minuti di ascolto, e la voce di Enzo Decaro è calda, ben impostata, con le giuste pause, che si diversifica leggermente a seconda del personaggio. Persino quando dà voce a Kamala, Decaro usa una leggera cadenza femminile particolare pur mantenendo il tono maschile.
Davvero un bell’audiolibro!

Siddharta
di Hermann Hesse
Genere: Narrativa
Voce narrante: Enzo Decaro
Musiche: Riccardo Cimino
Tipologia: Verdechiaro Edizioni 2009 2 CD AUDIO – o solo download 2 files zip (mp3)

Il protagonista del libro è un giovane indiano che si mette in viaggio alla ricerca di risposte che diano significato al suo esistere. Nel suo andare è affiancato dall’inseparabile amico d’infanzia Govinda, il quale lo ha sempre visto come un saggio. I due decidono di andare a vivere con i “Samana”, gli asceti che vivono di poco o nulla.
L’inquietudine spirituale, la ricerca di sé, il rifiuto dei beni materiali che caratterizzano il giovane Siddharta possono essere, in particolare per il giovane lettore un invito a riflettere, a cercare l’autenticità, a non “fermarsi” presso un maestro, ma a percorrere una strada personale nella propria vita.

Siddharta scritto nel 1922 è il romanzo più famoso dello scrittore tedesco Hermann Hesse. Egli si è ispirato liberamente alla vita del Buddha storico: Siddharta Gautama, il quale nel libro compare come personaggio secondario sotto il nome di Gotama, mentre il Siddharta protagonista è un personaggio di fantasia che rappresenta «uno dei tanti Buddha potenziali».

Il libro uscì nel 1922, in Italia fu pubblicato nel 1945 dall’editore Frassinelli e tradotto in italiano durante gli anni della Resistenza da Massimo Mila. Siddharta riscontrò un successo tardivo sulla scia del Premio Nobel che fu conferito ad Hesse nel 1946.
Nel corso degli anni Sessanta e Settanta l’opera riscontrò un rinnovato successo, alimentato dall’interesse che una parte del mondo giovanile e artistico dell’epoca ebbe per la cultura orientale, e indiana in particolare.

Da allora questo testo ha avuto una straordinaria fortuna presso i lettori, anche giovani che vedono nel protagonista il simbolo della ricerca per dare un significato alla propria esistenza, seguendo una propria via che conduce alla pace interiore e alla chiarezza dei propri pensieri, in una visione a 360° del mondo, che si esprime nel sorriso senza tempo del Buddha.

La nuova collana Verdechiaro Audiobook nasce con l’intento di integrare la lettura adattando il prodotto/libro all’emisfero destro del cervello, quello dell’emotività, con cui – oltre ad ascoltare – si ‘sente’. Non la tradizionale lettura del testo, ma un completamento ‘sensoriale’ sonoro, musicale, ambientale, integrativo su piani diversi dalla parola.

Il testo Siddharta di Hermann Hesse viene qui presentato in una nuova traduzione di Paola Giovetti, con il contributo sonoro di Riccardo Cimino.

Titoli:

  1. Il Figlio del Brahmino;
  2. Presso i Samana;
  3. Gotama;
  4. Il Risveglio;
  5. Kamala;
  6. Presso gli Uomini Bambini;
  7. Samsara;
  8. Sul Fiume;
  9. Il Barcaiolo;
  10. Il Figlio;
  11. OM;
  12. Govinda

A chi può interessare: a chi piace l’atmosfera mistica orientale e le sue pratiche; a chi ama Hermann Hesse.

Leda

Breve biografia dell’autore: Hermann Hesse, scrittore e poeta, è uno dei più prolifici autori in lingua tedesca del secolo scorso. Nasce il 2 luglio del 1877 a Calw, città del Baden-Württemberg in Germania. Il padre, Johannes, ex missionario e direttore editoriale, è un cittadino tedesco nato in Estonia mentre la madre, Maria Gundert, è nata in India da padre tedesco e madre svizzero-francese. Altra figura di rilievo nella crescita del piccolo Hermann è quella del nonno materno, anche lui missionario in India e conoscitore di diversi dialetti indiani. A queste ascendenze si può forse far risalire l’attrazione che Hesse svilupperà in seguito per la visione del mondo orientale. Avviato dai genitori agli studi teologici a Tubinga, lascia il seminario dopo una fuga e un tentativo di suicidio nel 1892, prendendo le distanze dall’impostazione religiosa rigida e pietistica dei suoi genitori.

Queste drammatiche esperienze giovanili si riveleranno decisive per l’attività narrativa di Hesse, che è interamente percorsa dal contrasto tra tradizione familiare e coscienza individuale. Dopo un soggiorno in una clinica per malattie mentali a Stetten, si trasferisce prima a Tubinga e poi a Basilea, dove esercita la professione di libraio e scrive le sue prime opere. La consacrazione letteraria giunge con il romanzo Peter Camenzind, pubblicato nel 1904, che per il successo ottenuto gli permette di abbandonare la sua occupazione per dedicarsi completamente all’attività della scrittura. Lo stesso anno Hesse si trasferisce in Svizzera, nei pressi del Lago di Costanza. Al 1906 risale il romanzo autobiografico Sotto la ruota, una sorta di resa dei conti verso la rigida educazione e i profondi disagi ad essa collegati sofferti durante l’adolescenza.

Lo scoppio della Prima Guerra mondiale corrisponde ad un momento di profonda crisi dello scrittore che lo porterà, alla fine del conflitto, a ricorrere al trattamento psicoanalitico. Nel 1919 vede la pubblicazione il romanzo di formazione Demian, che riscuote un grande successo di pubblico. Nello stesso anno si trasferisce a Montagnola, nei pressi di Lugano. Nel 1922 vede la luce una delle sue opere più importanti e intense: Siddharta, frutto di un viaggio in India e del suo interessamento alla cultura orientale, che lo porta ad avvicinarsi alla spiritualità buddhista e induista. Un altro tra i romanzi più celebri, Il lupo della steppa del 1927, riflette la profonda crisi emotiva che attanaglia lo scrittore. Nel 1930 Hesse scrive Narciso e Boccadoro, storia di un’amicizia ambientata nel Medioevo cristiano, periodo affascinante agli occhi dello scrittore. L’anno successivo inizia a scrivere il suo ultimo romanzo, Il gioco delle perle di vetro, che viene pubblicato nel 1943. Nel 1946 lo scrittore riceve il Premio Nobel per la letteratura. Muore a Montagnola, il 9 agosto del 1962, a causa di un’emorragia cerebrale.

La sua opera, scorrevole e classica dal punto di vista stilistico, dal punto di vista contenutistico è centrata sulla dialettica tra ragione e sentimento, razionalità e irrazionalità, anticipando, anche grazie all’interesse e alla fascinazione per il pensiero e il misticismo orientali, temi cari alle avanguardie intellettuali e letterarie della seconda metà del Novecento.

Breve biografia della voce narrante: Enzo Decaro, è un attore di cinema, teatro e televisione, nonchè sceneggiatore e regista. Fin da giovane affianca agli studi classici, terminati con una laurea in Lettere presso l’Università Federico II di Napoli, la passione per il teatro, che lo vede esordire con Massimo Troisi e Lello Arena nel trio comico ‘La Smorfia’. L’esordio televisivo risale al 1977, con lo show di RAI Uno ‘Non Stop’ (Maschera d’Argento), al quale seguono numerose altre apparizioni, sempre sui canali RAI. Dopo lo scioglimento del trio, Enzo Decaro prosegue con la sua carriera di attore, prendendo parte a diversi film per il piccolo schermo.
Nel 1998 è protagonista di una tra le prime fiction di grande successo, ‘Una donna per amico’, che lo riporta alla ribalta nazionale. Seguono infatti numerose altre fiction, sempre di buona qualità e di grande presa sul pubblico. Alle serie Tv si affianca l’impegno come attore, sia in ambito televisivo che cinematografico, e quello come regista, autore e sceneggiatore. Nel 1997 ha diretto l’opera lirica ‘Il Trovatore’ per il Teatro Comunale di Ascoli Piceno. Ha preso parte ad alcuni corti d’autore, tra cui ‘No smoking company’, regia di Edo Tagliavini, insignito del Golden Globe Stampa Estera nel 2007. È voce recitante in ‘La natura dell’amore’ dal ‘De Rerum Natura’ di Lucrezio in un intreccio di musica e letteratura con la New Project Jazz Orchestra e in ‘Henrik Ibsen e altre storie, dalle nebbie lungo una galleria verso il sole’. È autore dei documentari di ricerca “Il corpo e il suo linguaggio” (la bioenergetica di A. Lowen) e “Il mio tao-chi” (il tai-chi di Al Huang). È Presidente della Rappresentativa Italiana Attori e Cavaliere ufficiale e Commendatore della Repubblica Italiana. È docente di Scrittura Creativa alla facoltà di Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Salerno. Si occupa, come direttore editoriale, della collana di letteratura in audiolibro edita da Verdechiaro Edizioni.

☆.¸¸.•´♥

Per lungo tempo ho cercato, Govinda, e questo ho imparato:
che non si può imparare nulla! Non esiste nella realtà quella cosa che chiamiamo «imparare».
C’è, amico mio, soltanto un sapere, che è ovunque, che è Atman, che è in me e in te e in ogni essere. E così comincio a credere che questo sapere non abbia nessun peggior nemico che: il voler sapere, l’imparare.

☆.¸¸.•´♥

In verità, nessuna cosa al mondo mi ha dato tanti pensieri quanto questo mio Io, questo enigma che io vivo, il fatto di essere uno, distinto e separato da tutti gli altri, il fatto di essere Siddharta!
E tuttavia di nessuna cosa al mondo so così poco come di Siddharta! Io sono rimasto così estraneo a me stesso perchè nel profondo cercavo l’Atman, il divino, l’assoluto e intanto andavo perduto a me stesso.

“E se io non avessi voluto?”
“Ma tu hai voluto”. 

“Vedi, Kamala, se tu getti un sasso  nell’acqua, questo va a fondo il più rapidamente possibile.
Così avviene quando Siddharta ha uno scopo, una meta. Siddharta non fa niente. Aspetta, pensa, digiuna, ma attraversa le cose del mondo come la pietra attraversa l’acqua, senza far nulla, senza muoversi: viene attirato, si lascia cadere.
Il suo stesso scopo lo attira, poiché  nella sua anima non c’è nulla che possa contrastare questo scopo.
Questo è ciò che Siddharta ha imparato presso i Samana. È anche ciò che gli stolti chiamano magia, pensando sia opera dei demoni. Non esistono i demoni. Ognuno può fare delle magie, ognuno può raggiungere le proprie mete, se sa pensare, se sa aspettare, se sa digiunare”.

☆.¸¸.•´♥

«Di che cosa vuoi vivere
se non possiedi niente, che cosa sai fare? »
« Io so pensare. So aspettare. So digiunare. »
«È tutto?»
« Credo sia tutto ».
«E a che serve? Per esempio il digiuno a che cosa è utile? ».
«È utilissimo signore. Se un uomo non ha niente da mangiare,
digiunare è la cosa migliore che possa fare.
Se, per esempio, Siddharta non avesse imparato a digiunare,
oggi dovrebbe assumere qualsiasi impiego,
da te o da chiunque altro, perché la fame lo costringerebbe.
Siddharta invece può aspettare tranquillo,
non conosce impazienza,
può lasciarsi a lungo assediare dalla fame e può riderne.
A questo, signore, serve il digiuno ».

« Scrivere è bene, pensare è meglio.
L’intelligenza è bene, la pazienza è meglio.»

Quando qualcuno cerca, accade facilmente che il suo occhio veda soltanto la cosa che cerca, e che non riesca a far penetrare in sè null’altro, perchè ha uno scopo da cui è posseduto. Cercare significa avere uno scopo. Trovare però, significa essere libero, restare aperto, non avere uno scopo.

☆.¸¸.•´♥

Vedi, mio Govinda, la conoscenza si può comunicare, la saggezza no. La si può trovare, la si può vivere, si possono fare miracoli con essa, ma dirla e insegnarla non si può. Questo è ciò che già da ragazzo avevo intuito e che mi ha allontanato dai maestri.
Ho trovato un pensiero, Govinda, che tu prenderai di nuovo per uno scherzo o per una follia, ma che è il mio pensiero migliore. Eccolo.
Di ogni verità è altrettanto vero il contrario!
Cioè, una verità può essere enunciata ed espressa solo se è unilaterale. Unilaterale è tutto ciò che può essere espresso in pensieri e detto con parole. Unilaterale, e quindi dimezzato, privo della totalità, della rotondità, dell’unità.
Quando il sublime Gotama parlava del mondo, doveva dividerlo in samsara e nirvana, in illusione e verità, dolore e redenzione. Non si può fare diversamente, non esiste altra via per chi vuole insegnare. Il mondo però, ciò che esiste intorno a noi, non è mai unilaterale. Mai un essere umano o un’azione è interamente samsara o interamente nirvana, mai un uomo è interamente santo o interamente peccatore. Sembra così perché siamo soggetti all’illusione che il tempo sia qualcosa di reale.
Il tempo non esiste veramente, o Govinda, e se il tempo non è reale allora la distanza che sembra esistere tra il mondo e l’eternità, tra dolore e beatitudine, tra male e bene, è anch’essa un’illusione».

Molte cose gli insegnò la sua bocca rossa, sapiente.
Molte cose gli insegnò la sua morbida, delicata mano.
A lui, che in amore era ancora un ragazzo,
e perciò portato a precipitarsi ciecamente
e insaziabilmente nel piacere come in un abisso,
ella insegnò che non si può prendere piacere
senza dare piacere, e che ogni gesto,
ogni carezza, ogni contatto, ogni sguardo,
ogni minima posizione del corpo ha il suo segreto,
la cui scoperta dà gioia a chi lo conosce.

☆.¸¸.•´♥

Ed ecco una dottrina della quale riderai: l’amore, o Govinda, mi sembra essere la cosa principale.
Comprendere il mondo, spiegarlo, disprezzarlo, può essere cosa per grandi pensatori. A me però importa soltanto poter amare il mondo, non disprezzarlo, non odiare lui e me, poter guardare a lui, a me e a tutti gli esseri con amore, e ammirazione, e rispetto.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *