Ritrovare i passi lievi della bellezza

Quando si è vecchi avere a che fare con la bellezza è maledettamente complicato. Di tanto in tanto la puoi anche rubare, come un miracolo, ma la regola è che l’hai perduta per sempre. Sì, puoi ricordarti bene di quando eri così forte o leggero da allungare la mano e prendertela, ma non è più così. Mai.
Tu lo sai qual è la vera tragedia? Che la forza invecchia nella complessità. E la leggerezza nella pazzia. La forza costruisce e costruisce e, alla fine non c’è più spiraglio, non trovi più una porta aperta. Niente. E la leggerezza sempre svapora, diventa una cosa inutile. Come un volo senza uccelli.

Io ogni tanto me lo immagino sai, lì, nel deserto ghiacciato della sua vecchiaia, d’improvviso ritrovare i passi lievi della bellezza per riuscire a sfiorarla, stringerla con un unico preciso gesto.
Un miracolo.

Tutti ci meriteremmo un miracolo così.
Ce lo dovrebbero concedere nell’ultimo istante, in cambio del morire.
In onore di questo nostro
paziente,
splendido morire.

dal film Lezione ventuno (2008)

Alessandro Baricco racconta Beethoven in modo del tutto singolare in Lezione Ventuno, film da lui scritto e diretto nel 2008, prodotto in Italia con un cast internazionale.

Uno dei protagonisti è Mondrian Kilroy, un professore universitario, bizzarro personaggio popolare tra gli studenti per le sue memorabili lezioni. In una di queste, che lui chiama Lezione 21, tenta di smontare il mito della Nona Sinfonia di Beethoven da lui considerata uno dei 141 “Falsi Capolavori”. Egli ha deciso di dedicare i suoi ultimi anni a stilare un catalogo completo delle opere d’arte che ritiene siano state vergognosamente sopravvalutate.
(Pre)giudizi che appaiono più espressione amara della sua delusione e arrendevolezza alla solitudine e alla vecchiaia.

Beethoven venne considerato un personaggio un po’ scorbutico, poco socievole, in realtà rinunciò alla sua carriera pubblica per non rivelare pubblicamente di essere diventato sordo e per questo si chiuse in un rassegnato silenzio che tormentò a lungo la sua anima, ma che non gli impedì di compiere il suo capolavoro.
Anche il professor Kilroy con la sua originalità e le sue teorie folli assume un atteggiamento tale da rendere difficile il suo rapporto con gli altri. Tranne che con i suoi allievi, che hanno saputo leggere tra le righe e cogliere lo spessore del suo insegnamento rimasto memorabile. È questo il suo capolavoro: l’aver formato delle menti aprendole al possibile e all’impossibile.
Ma sembra proprio non accorgersene, troppo intento a compiangersi e a smitizzare i capolavori degli altri, prigioniero della sua arrendevolezza.

Beethoven, che era la forza, diventò incomprensibile. 
E Rossini, che era la leggerezza, impazzì. 
E io, che sono il professor Mondrian Kilroy, 
sto seduto qui in un bowling, con la mia cena. 
Piccolo riassunto della lezione, Martha. 
Nella Nona sinfonia c’è intelligenza, genio, libertà. 
Ma c’è così poca bellezza. 
Proprio perché non gli riusciva più di… 
doveva farsi strada tra tutta quella complessità. 
I gesti dei vecchi, sempre così complicati. Difficili. 

Lezione 21 è un film delicato e raffinato, leggermente complicato dalla molteplicità dei narratori e dai diversi piani su cui si sviluppa la storia, per cui va rivisto. Incantevoli e onirici i paesaggi innevati dei monti del Trentino, alti e potenti come la musica di Beethoven.

Leda

Alessandro Baricco è scrittore, saggista, critico musicale, sceneggiatore e regista. Nato a Torino nel 1958 si è laureato in filosofia con una tesi in Estetica (con relatore Gianni Vattimo) ed è diplomato in pianoforte al Conservatorio. Inizia la sua attività lavorativa come copy writer in agenzie di pubblicità, dopo qualche anno collabora come critico musicale per Repubblica e La Stampa. Dopo aver collaborato a trasmissioni radiofoniche esordisce in televisione nel 1993. Fonda quindi a Torino insieme ad altri soci, la Scuola Holden per corsi di formazione di scrittura creativa professionale.

 

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