dalla recensione di Giusy Del Salvatore
Il film racconta dunque la storia della piccola Greace affezionatissima al suo bellissimo cavallo, Pilgrim. I due sono vittime di un tragico incidente in cui perdono la vita una sua cara amica e il suo cavallo, investiti da un Tir. Grace si salva ma perde l’uso di una gamba e la voglia di vivere nonché quella di cavalcare. Il suo Pilgrim resta gravemente ferito e diventa praticamente intrattabile. È Annie a rintracciare Tom Booker che in un primo momento non accetta la proposta perché il cavallo sembra irrecuperabile ma poi cambia idea e riesce perfettamente nel suo intento. Le sue dolci parole però non incantano solo il cavallo…
Tratto dall’omonimo romanzo di Nicholas Evans, che rimase fortemente affascinato dall’incontro avvenuto nel 1993 con un fabbro del South West dell’Inghilterra che gli raccontò le vicende di alcune particolari persone che possedevano il dono della guarigione in caso di trauma da caduta da cavallo, mediante una tecnica che prevedeva proprio il mormorare parole agli animali. Questo strano incontro diede vita al suo primo romanzo, successo mondiale tradotto in ben trentasei lingue.
Robert Redford nel 1998 attua la trasposizione del romanzo sul grande schermo e vuole accanto a sè Kristin Scott Thomas, Sam Neill, Dianne Wiest, Chris Cooper e la piccola Scarlett Johansson rispettivamente nei panni di Annie e Robert MacLean, Diane e Frank Booker, Grace MacLean. È lui stesso invece a voler interpretare il ruolo dell’intrigante “sussurratore” Tom Booker. Le prove attoriali sono ottime e ad ognuno sembra calzare a pennello il ruolo del personaggio assegnato.
La sceneggiatura è scritta in maniera davvero onorevole da Eric Roth e Richard LaGravenese, che però cambiano radicalmente alcune parti del romanzo. Il film è ambientato nel Montana, in uno splendido ranch immerso nella natura chiamato Double Divide, dove si mescolano in perfetta armonia intense emozioni, magiche avventure e meravigliosi amori.
La bellezza dei luoghi immortalati toglie il fiato, il silenzio dei boschi e delle valli buca lo schermo, l’intelligenza e la sensibilità degli animali lascia senza parole. In tutto questo splendore paesaggistico contrapposto drasticamente a quello caotico newyorkese, si toccano temi di straordinaria importanza come i problemi di famiglie apparentemente perfette, i drammi adolescenziali, la paura di morire, la solitudine straziante, la voglia di farla finita e l’amore. Amore che in questo caso è anche quello verso gli animali, che oggigiorno purtroppo sembra venire sempre meno perché l’uomo è troppo impegnato a distruggere la natura e a ricercare piaceri ed emozioni in situazioni sempre più complesse.
“A volte quella che sembra una resa non lo è affatto. E’ qualcosa che avviene nel profondo del nostro cuore. Significa vedere con chiarezza di cosa è fatta la vita, accettarla e viverla con coerenza, qualunque siano le conseguenze, perché il dolore che proveremmo decidendo di non viverla sarebbe molto, molto peggiore”.
Commento: davvero un bel film che merita di essere visto! Bellissimi paesaggi, belle musiche che sottolineano l’atmosfera, ottimi attori, bella e particolare la storia. Un bel film che ti rimane, drammatico sì ma anche romantico, ma non melenso.
Non casuale tappa del viaggio di mamma e figlia è il “Little Bighorn Battlefield National Monument”, un’ampia area nella prateria in cui avvenne la storica battaglia del Little Bighorn. Un monumento, un museo sono sorti a ricordo e a salvaguardia dei luoghi di sepoltura dei soldati americani caduti. Una lapide è dedicata anche ai cavalli, fedeli compagni, periti durante lo scontro.
Tappa che coincide con la desolazione della madre nel prendere atto del profondo senso di rabbia e di sfiducia della figlia. Si sarà chiesta, forse, se lasciare andare tutto al proprio destino, o continuare a combattere e sperare in quello che per tutti appariva come impossibile?
Particolarmente intensa e coinvolgente è la scena del ballo, fatta di sguardi e di gesti che Robert Redford e Kristin Scott Thomas sanno trasmettere con molta passione accompagnati da una bellissima canzone. Scarlett Johansson già qui promette bene.
Dopo aver visto il film ho voluto leggere anche il libro, molto bello e coinvolgente anche quello, anche se il finale è completamente diverso e ammetto che preferisco quello del film. Bellissima la colonna sonora. Adoro Robert Redford sia come regista che come attore, negli anni ha acquisito maggior fascino.
Ebbi modo di vedere questo film al cineforum organizzato dalla biblioteca comunale, fu un’esperienza molto particolare perchè, non so se fosse l’impianto audio mal regolato o il sonoro del film stesso, all’inizio la musica sovrastava la voce narrante, che era di un tono più basso, eppure rimaneva ben comprensibile. Mi diede una sensazione particolare, uno strano effetto… molto coinvolgente.
Leda
The Horse Whisperer
di Robert Redford
USA, 1998
Genere: Drammatico, Romantico
Cast: Scarlett Johansson, Kristin Scott thomas, Robert Redford, Kate Bosworth, Jessalyn Gilsig, Don Edwards,
Steve Frye, Jeanette Nolan, Ty Hillman, Cherry Jones
Sceneggiatura: Richard Lagravenese, Eric Roth
Musiche: Thomas Newman
Produzione: ROBERT REDFORD E PATRICK MARKEY PER WILDWOOD ENTERPRISES –
TOUCHSTONE PICTURES
Distribuzione: BUENA VISTA INTERNATIONAL ITALIA (1998) – BUENA VISTA HOME ENTERTAINMENT
«Pare che lei aiuti le persone
che hanno problemi con i cavalli»
«Io aiuto i cavalli che hanno problemi con le persone»
«Ne avrà per molto?»
«È probabile, perché passa al telefono ventitré ore al giorno»
Un milione di anni prima dell’uomo
pascolavano sulle vaste praterie solitarie
vivendo di voci che solo loro riuscivano ad ascoltare.
Conobbero l’uomo come la preda conosce il cacciatore,
perché prima di usare i cavalli per il suo lavoro,
l’uomo li uccideva per la carne.
L’alleanza con l’uomo sarebbe stata sempre fragile
perché il timore che egli aveva instillato nei loro cuori
era troppo profondo per poterlo rimuovere.
Sin da quel primo momento del Neolitico
in cui un cavallo venne imbrigliato
ci furono alcuni uomini che l’avevano intuito.
Essi potevano vedere nell’anima di quelle creature
e lenire le ferite che vi trovavano.
I segreti bisbigliati dolcemente nelle orecchie turbate:
questi uomini erano conosciuti come i sussurratori.