La strada del pellegrino
Tom (Martin Sheen) è un oftalmologo americano meticoloso nel suo mestiere, che vive una vita tranquilla e programmata. Gli riesce difficile comprendere l’insoddisfazione del figlio Daniel (interpretato da Emilio Estevez, lo stesso regista) che sente il bisogno di mettersi in gioco e di espandere i confini delle proprie esperienze, tanto da condurlo a decidere di abbandonare una brillante carriera all’Università di Berkeley e di intraprendere un cammino per ritrovare se stesso. Tom non è molto daccordo con questa scelta e declina l’invito del figlio a condividere ciò che sta per intraprendere: il Cammino per Santiago de Compostela.
Durante una partita a golf con i colleghi Tom riceve una telefonata in cui lo avvertono che Daniel dopo un solo giorno di cammino è stato colto di sorpresa da una bufera sui Pirenei e di essere deceduto. Tom si reca subito in Francia per recuperare il corpo del figlio…
Credo che per un genitore non ci sia cosa più straziante che sopravvivere a un figlio, e il suo dolore Tom cerca di contenerlo dignitosamente, ma è dura. Decide d’impeto di continuare il viaggio insieme alle ceneri del figlio, ciò gli darà la forza e una ragione per superare questo momento molto difficile ripensando alle parole che il figlio gli aveva rivolto prima della sua partenza.
Daniel: «Non sono una persona normale, se non sei d’accordo va bene, ma non giudicare ciò che faccio.»
Tom: «la mia vita non ti sembrerà un granchè, ma è quella che mi sono scelto.»
Daniel: «La vita non si sceglie papà… la si vive.»
Tom è una persona tutta d’un pezzo, determinato nei suoi obiettivi e ha deciso di proseguire il viaggio con suo figlio, da solo. Ma lungo il cammino incontra tre persone con le quali, suo malgrado, si creerà un legame di amicizia. Ognuna di loro ha intrapreso il cammino per un motivo diverso:
Joost (Yorick van Wageningen) è un olandese di Amsterdam che ha intrapreso il cammino sollecitato dal medico e dalla moglie per dimagrire. È un tipo gioviale, allegro, un semplice che lega con tutti, sa apprezzare il buon cibo del luogo, pure il buon vino e non si fa mancare qualche spinello…
Sarah (Deborah Kara Unger) una canadese apparentemente scorbutica e aggressiva che vuole smettere di fumare, ma in realtà è una donna razionale e coraggiosa decisa a lasciarsi alle spalle un passato di violenza e che cerca l’intimo perdono per una scelta che difficilmente una donna si perdona.
Jack (James Nesbitt) uno scrittore francese con il “blocco dello scrittore” che cerca nevroticamente l’ispirazione per superarlo.
I quattro lungo il percorso pian piano si spoglieranno di ogni finzione, delle proprie sofferenze, dei pregiudizi, si soccorreranno l’un l’altro nei momenti di difficoltà camminando insieme, alleggerendo l’anima e ricongiungendosi con essa. Davanti all’oceano respireranno la libertà di essere se stessi con le proprie debolezze in armonia con la natura.
Alla fine sembra sia, non tanto la mèta ad essere importante, quanto il percorso stesso che con la fatica tempra anima e corpo.
Il film è molto delicato, coinvolgente, ti strappa anche qualche risata, privo di ipocrisie tratta della fede autentica, senza indottrinamenti o spettacolarizzazioni che di solito investono questi luoghi sacri trasformandoli in un business. Il film, nel suo insieme mantiene una sobrietà, anche nei paesaggi che rimangono come sfondo naturale e nella musica che accompagna con dolcezza il percorso (piace anche a me James Taylor! Ci stanno pure i Coldplay!)
La Spagna poi è un paese magnifico con ampie distese naturali, tagliate da strade deserte tutte dritte con dossi che si susseguono l’uno all’altro come una lunga onda, molto suggestive, almeno era così nel lontano 1986, spero si sia mantenuta tale. Si usa dire che le pale eoliche deturpino l’ambiente, a me invece piace molto vederle e percepire la forza del vento capace di generare energia.
La gente in genere è molto accogliente e molto simile alla nostra cultura, a parte l’etnia zingara che ha codici etici molto rigidi e un fascino sensuale e mistico molto antico.
Leda
The way
di Emilio Estevez
USA, 2010
Genere: Azione, Commedia, Avventura
Sceneggiatura: Emilio Estevez
Fotografia: Juan Miguel Azpiroz
Montaggio: Raul Davalos
Musiche: Tyler Bates
Produzione: Elixir Films, Filmax Entertainment
Distribuzione: 01 Distribution
Ma quell’uomo non si ferma mai ad annusare i fiori?
Questa non è una gara…
Donde se cruza el camino del viento
con el de las estrellas
Dove il cammino del vento
s’incrocia con quello delle stelle
La difficoltà del cammino è insita nel camminare.
E non credo che dovremmo aggiungere altre difficoltà
a quelle che già ci sono.
Il mondo è pieno di gente che vuole farci a pezzi
che bisogno hai di farti male da sola..
Persone di ogni estrazione sociale,
fede ed età decidono di percorrere
quel cammino che dai Pirenei francesi
conduce a Santiago De Compostela.
Da oltre mille anni si percorrono 800 chilometri
da est ad ovest nel nord della Spagna.
A noi credenti è stato insegnato
che le spoglie di San Giacomo
l’apostolo di Gesù, riposano a Santiago.
Molti scelgono di partire da soli,
il cammino è un viaggio molto personale.