Dall’osceno al ridicolo al perverso

Primi anni Ottanta, ho poco più di vent’anni e mi sposto in treno ogni altro fine settimana, tornando a Vicenza la domenica sera. Non essendo disponibili autobus di linea e non potendo fare altrimenti, mi viene a prendere un famigliare alla stazione e vista la scarsità di parcheggi, per comodità lo aspetto fuori sotto l’orologio.
È una sera d’autunno inoltrato, fa già buio e sono lì ad aspettare, tranquilla, la zona è ben illuminata e frequentata. A un certo punto si avvicina un’auto e si ferma poco distante. Non ha passeggero, procede a passo di lumaca, accosta e scende il vetro del finestrino. Penso sia qualcuno che ha bisogno di un’informazione e mi avvicino, un uomo distinto non giovane ma neanche anziano mi dice: “Quanto?” e io “Scusi?” e lui “Quanto vuoi?”…

Avevo sentito spesso raccontare le goliardate dei ragazzi, che fingendosi clienti andavano a rompere le scatole alle prostitute, e sapevo che la loro zona era circoscritta al Campo Marzio, una zona verde con un lungo viale un po’ appartata e tollerata. Per il resto Vicenza era una cittadina tranquilla, vivibile, a misura d’uomo. Anche se, una volta in treno conobbi un militare di carriera che stava per rientrare in caserma, il quale mi svelò una cosa che non avrei mai creduto, e cioè che sotto quel velo di apparente tranquillità si celava un substrato malavitoso impercepibile da fuori.
Le prostitute comunque erano riconoscibili, esistevano dei “segnali”, riguardo ad esempio l’abbigliamento, in particolare portavano minigonne cortissime. Difatti quando tra gli anni 60-70 si diffuse la moda della minigonna, spesso sentivi commenti tipo: “La pare ‘na putana!”. Inoltre portavano sempre una borsetta.
Con me avevo soltanto una valigia e il mio aspetto era tutt’altro che ingannevole: sobrio, abbigliamento casual comodo per il viaggio, portavo solo normali jeans e niente poteva addurre che io non fossi una viaggiatrice.
Il bello è che mi sono sentita a disagio e umiliata. Io, non lui!
Mi sono chiesta con che coraggio e con che dignità questi uomini si ritengono in diritto di importunare una persona che se ne sta per i fatti suoi, si riducono alla miseria di comprare sesso con i soldi in mano, a comprare un corpo per sfogare un’istinto animale… ma che schifo!
Mi spostai in un’altra zona sempre ben illuminata, ma inutilmente. Il fatto si ripetè in altre occasioni (vuol dire che sono in molti a farlo) finchè non ebbi un’auto mia e potei lasciarla nel parcheggio.

A quanto pare la situazione è decisamente peggiorata e alquanto degradata fino a rasentare l’assurdo, l’osceno.
Si spara a zero sulla prostituzione giovanile, si azzardano soluzioni vetuste come la riapertura delle “case”, peraltro chiuse con una Legge promossa da Lina Merlin nel lontano 1958, il cui scopo era quello di impedire la complicità dello Stato nello sfruttamento della prostituzione.
Si tenta di rispolverare le discutibili “lezioni di educazione sessuale” nelle scuole… insomma si tenta di aggrapparsi a qualsiasi cosa, anche agli specchi, pur di non ammettere che c’è un problema sociale che va affrontato con onestà, senza ipocrisie e  falsa moralità.

Qualche anno fa, su un fatto di prostituzione di minori mi ha lasciata alquanto perplessa un articolo di Barbara Palombelli, in particolare nella parte conclusiva che riporto qui non tanto per commentarla, ma per evidenziare ciò che contiene ed esprime:

Oggi, siamo incredule e disarmate davanti all’orrore di chi si svende per un fine settimana a Ponza (care baby squillo, le vostre antenate almeno si imbarcavano a Porto Cervo e beccavano come minimo un pezzo di Bulgari)

e di chi compra qualche pomeriggio fra le lenzuola. Perché la maggior parte di noi non capisce proprio.
Siamo tornati indietro, con l’aggravante di pene ridicole e molto invasive…”

Io direi che siamo andati molto avanti invece, spudoratamente avanti…

dovremmo essere garantisti nei confronti di quei poveri disgraziati che figurano nelle liste nere della magistratura.

Qualcuno davvero si rallegra del fatto che i “clienti insospettabili” siano oggetto di ricatti quotidiani grazie a una legge?

Fino a prova contraria le leggi esistono per essere rispettate.

Un orrore. Le ragazzine minorenni protagoniste giustamente sono al riparo e loro verranno massacrati come capita al povero Floriani.

Va detto che nemmeno negli anni della più retriva Democrazia Cristiana si arrivava a tanto. Nell’inferno dei divieti e delle intercettazioni, nel mondo dove si filma e si fotografa tutto, il sogno di una vita sessuale libera e serena sta svanendo. Fortunate noi che l’abbiamo vissuto e lo potremo raccontare ai nostri nipoti.

Mi chiedo quale sia il SOGNO che sta svanendo…
Io parto da un presupposto e cioè che ciò che la società produce è frutto delle scelte delle generazioni precedenti.
Vale lo stesso principio dell’insegnante: che se non è in grado di trasmettere la voglia, la curiosità di apprendere e maturare ai suoi studenti, significa che ha fallito nel suo compito.

Se qualche giorno fa ho trovato raccapricciante un articolo scritto da una donna venticinquenne (che ho commentato qui), questo è molto molto peggio perchè nasconde un’ipocrisia di fondo e cioè il tentativo di trovare un capro espiatorio, per non ammettere il fallimento di una parte di una generazione che aveva un grande sogno.

Ma è anche peggio. Perchè si cerca di giustificare in qualche modo un abuso sui minori, una prostituzione  che oggigiorno non è solo femminile ma è anche maschile, il che a mio parere non ha niente a che vedere con l’omosessualità, ma con una vera e propria perversione.

Mi viene in mente il film “La grande bellezza”… e il colmo è che ho discusso parecchio con persone che affermano convinte, che questo film non rispecchi la realtà italiana che stiamo vivendo!

D’altro canto ho trovato molto interessante e condivido il punto di vista di Anna Oliverio Ferraris, una persona che stimo molto. Mi aspetterei anch’io da parte degli adulti un maggior senso di responsabilità.

Il caso Mussolini: la differenza tra pedofilia e pederastia

Tipico di molti adolescenti è vedere soltanto un aspetto della realtà e di lasciarsene abbagliare, ignorandone altri, spesso più rilevanti. In questo caso le due baby squillo hanno visto nella prostituzione un modo rapido e comodo per rendersi autonome dalla famiglia, sentirsi grandi e realizzare se stesse. L’eccitazione della trasgressione, il piacere del denaro e il sentirsi desiderate da uomini grandi hanno fatto il resto. Ecco perché un adulto non dovrebbe approfittare… (articolo completo)

Riguardo a questo caso mi sento di dire che, chi è accanto a una persona impegnata a portare avanti una battaglia esponendosi pubblicamente, dovrebbe tenere seriamente in considerazione le conseguenze delle proprie azioni, specie se commette un reato. Il danno si riflette sia sulla vita dell’altro ponendolo in una situazione doppiamente imbarazzante, sia sull’intera famiglia.

Leda

Pedofilia e turismo sessuale

 

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