Il nostro viaggio in Grecia prosegue e con il pullman e zaino in spalla dopo il Peloponneso ci accingiamo a raggiungere Atene, la capitale della Grecia. È una metropoli inquinata e caotica (questo ce l’aspettavamo) ma è una città dal cuore antico… sorge su una pianura al centro dell’Attica, regione storica dell’antica Grecia.
ATENE
È stata la prima città della storia ad adottare la democrazia come forma di governo ed è considerata la culla della civiltà europea-occidentale per la straordinaria importanza della storia antica e della cultura che la contraddistinguono.
Tra le più antiche al mondo, è stata una polis fiorente entro le cui mura sono cresciuti personaggi storici come Socrate, Pericle, Sofocle e molti altri filosofi e personaggi dell’antichità; qui ebbe sede l’accademia di Platone e il liceo di Aristotele.
Dopo un periodo di declino vissuto negli anni della tarda antichità seguito da un recupero in età bizantina, Atene perse nuovamente il suo prestigio per un lungo periodo sotto il dominio dell’Impero ottomano. Riemerse nel diciannovesimo secolo come capitale del neonato Stato greco, e nel 1896 ospitò la prima edizione dei Giochi olimpici moderni.
Su iniziativa del Consiglio dell’Unione Europea Atene è stata designata Città Europea della Cultura nel 1985, anno in cui venne lanciata questa iniziativa concepita come un mezzo per avvicinare i vari cittadini europei.
Le mete fondamentali da visitare dal punto di vista turistico-culturale che la guida del Touring Club Italiano indica sono: l’Acropoli, il tempio di Efesto, l’Agorà romana con la Torre dei Venti, il tempio di Zeus Olimpio e i numerosi musei che ospita la città.
Raccomanda inoltre di visitare la Plaka, quartiere storico della città vecchia dove sono concentrati molti negozi, locali di divertimento e ristoranti.
Ciò a cui non eravamo proprio preparate, invece, è lo scenario mozzafiato che sta davanti ai nostri occhi! L’Acropoli!
Un conto è sentirne parlare, vederla in fotografia, un altro è averla davanti: restiamo letteralmente a bocca aperta stupite da tale meraviglia, e rimaniamo lì ai piedi della scalinata, a lungo, assorte, a goderci il momento.
“Gli occhi di chi guarda i luoghi del mito ellenico, dovrebbero essere ben diversi da quelli che guardano un qualsiasi altro luogo del mondo.
Il Mito è in ogni suo tempio, è in ogni sua pietra, perché nell’Ellade il Mito nasce prima della Storia ed è questo che ogni visitatore di questa terra dovrebbe tenere ben presente, perché solo essendo coscienti di ciò e quindi visitando questi luoghi conoscendone i miti, si potrà apprezzare e capire l’essenza più profonda della terra del mito”.
Giorgio Manusakis
L’Acropoli
Sulla scoscesa altura rocciosa vi è il più grandioso e suggestivo complesso architettonico del mondo classico, di cui furono indiscussi protagonisti Pericle, il grande statista personificazione della democrazia ateniese, e Fidia, suo amico fraterno, probabilmente il più grande scultore che la storia conosca.
L’acropoli ha attraversato quasi indenne lo scorrere dei tempi più bui, ma nel 1687 sotto il dominio dei turchi, l’antico tempio di Atena Parthenos venne destinato a deposito di munizioni, e durante l’assedio da parte dei veneziani ci fu una tremenda esplosione che la distrusse in buona parte.
Se non bastasse, nel XIX secolo l’ambasciatore britannico Lord Elgin rimosse alcune delle sculture rimanenti e le portò in Inghilterra. Queste sculture conosciute oggi come Marmi di Elgin, sono in mostra al British Museum. Il governo greco e parte della comunità internazionale ne richiedono da molti anni il rientro in patria.
Nel 1975 è stato avviato un lungo progetto di restauro e conservazione dell’Acropoli ateniese, che dal 1987 l’UNESCO ha inserito tra i siti del Patrimonio Mondiale dell’Umanità .
LEGGENDA
Il mito racconta che quando venne fondata la città che sarebbe diventata poi Atene, il Fato aveva stabilito che sarebbe stata una città ricca e prospera, la più potente di tutta la Grecia. La dea Atena decise allora di prendersene cura e di custodirla. Tuttavia anche Poseidone, dio del mare e fratello di Zeus voleva porla sotto la propria protezione essendo la cittadina molto vicina al mare. E dato che nessuno intendeva cedere la giovane città all’altro, Atena e Poseidone entrarono in conflitto tanto che neppure Zeus riuscì a metterli d’accordo, così Atena propose di lasciar decidere ai cittadini chi ne avrebbe preso la custodia.
Il popolo della città fu riunito sull’Acropoli dove Atena e Poseidone avrebbero concesso ciascuno un dono, quello giudicato migliore avrebbe fatto vincere la rispettiva divinità, così Poseidone fece comparire un magnifico cavallo, mentre Atena fece nascere dal terreno un ulivo.
A quel punto dalla folla si fece avanti uno degli anziani più autorevoli affermando che entrambi i doni erano degni di essere scelti, poichè ciascuno aveva un preciso significato: il cavallo rappresentava la forza, il coraggio, la guerra, mentre l’ulivo simboleggiava la prudenza, la serenità, la pace.
L’anziano disse anche che la guerra poteva portare ricchezze e potere, ma erano beni incerti; mentre la pace anche se concedeva beni meno vistosi, erano più sicuri e duraturi.
Tutti concordarono con le parole sagge dell’anziano e scelsero il dono di Atena, che diede infine il suo nome alla città. Dopo la decisione i cittadini promisero a Poseidone che avrebbero innalzato un tempio a lui dedicato e concesso i sacrifici dovuti per mantenere il suo favore.
Sotto la protezione di Atena dea della saggezza, Atene divenne una città fiorente abile nelle guerre, per l’intelligenza e l’attento uso della tattica dei suoi comandanti. Finché mantenne i valori della prudenza, della diplomazia, della pace gli ateniesi vissero senza problemi, ma quando li abbandonò decadde e venne assoggettata.
Si racconta che Atene sarebbe stata fondata dal leggendario Cecrope, che era un mezzo uomo e mezzo serpente. Il mito lo considera primo re di Atene.
I Propilei
Concepiti dall’architetto Mnesicle con una prospettiva “ascendente”, i propilei poterono risolvere alla perfezione il problema di un possibile “contrasto” con il Partenone al quale si voleva dare un degno ingresso. L’elegante struttura colonnata scandita da ali porticate distribuite lungo una ripida scalinata, enfatizzano il senso di sacralità dell’Acropoli.
Tempio di Atena
Accanto ai Propilei e a pochi metri dalle rocce a strapiombo, vi è il raffinatissimo e originale tempietto dedicato ad Atena Nike, in stile ionico decorato con allegorie della Vittoria.
La statua di culto, come ci viene descritta da Pausania, era di legno e portava in mano una melagrana. La statua era aptera, cioè senz’ali, il che si spiegava dal fatto che la dea non doveva mai più lasciare la città.
Il Partenone
Il tempio di Atena Parthenos, universalmente noto come Partenone è in stile dorico di marmo bianco. Soprannominato il “Tempio dei Templi”, troneggia sulla cima dell’Acropoli. È facile alzando lo sguardo immaginare l’imponenza di un tempo…
La statua gigantesca di Atena purtroppo è andata distrutta, fu realizzata in avorio e oro da Fidia un effetto di policromia ottenuto con la tecnica crisoelefantina (chrysós, χρυσός, “fatto d’oro”- élephas, ἔλεφας, “e d’avorio” ). Così come buona parte dei fregi che ornavano l’edificio non si possono più ammirare in sito essendo custoditi al British Museum a Londra, e in altri musei sparsi per l’Europa.
L’Eretteo
È un tempio elegante e originale in cui si mescolano stili ionici e dorici, e comprende alcuni santuari dedicati ad Atena, a Poseidone e ai Re di Atene.
È in questo luogo che si sarebbe svolta la disputa tra Atena e Poseidone.
Nel lato del tempio rivolto verso il Partenone si distingue la loggia, le cui colonne portanti rappresentano sei leggiadre figure femminili: sono le celeberrime Cariatidi, probabilmente opera di Alcamene, anch’egli allievo di Fidia.
Le cariatidi oggi in realtà sono delle copie, le statue originali, a eccezione di una che si trova al British Museum di Londra, sono conservate al riparo dalle intemperie e dalla corrosione del tempo nel vicino Museo dell’Acropoli, che raccoglie esclusivamente i materiali rinvenuti in loco.
È davvero emozionante salire la scalinata e nel mentre immaginare la sontuosità del luogo nei tempi che furono, percepire l’imponenza delle alte colonne del Partenone nella sua magnificenza, ammirare le Cariatidi che imperterrite testimoniano il passato glorioso. Luogo e sensazioni rimarranno per certo un ricordo indelebile.
Teatro di Dioniso Eleutereo
Sulle pendici meridionali dell’Acropoli poggia il Teatro di Dioniso Eleutereo, il più famoso del mondo greco. Prende il nome dalle Grandi Dionisie, celebrazioni dedicate al dio Dioniso durante le quali venivano messe in scena rappresentazioni teatrali di tipo competitivo.
Teatro di Erode Attico
Un altro teatro si apre sul pendio meridionale verso la città moderna, è il Teatro di Erode Attico, ancora oggi usato per importanti rappresentazioni teatrali. Fu donato alla città nel II secolo d.C. dal famoso mecenate, letterato e sofista Erode Attico, che tenne ad Atene lezioni di retorica e fu console per Antonino Pio.
E qui si conclude la visita a l’Acropoli.
Stanche ma felici ci dirigiamo al Young Hostel Student Inn, l’Ostello della Gioventù che si trova accanto a la Plaka.
Premesso che nel Peloponneso ci siamo sempre adeguate senza problemi a sistemazioni spartane, alla polvere che per il clima caldo e secco è ovunque, e non siamo certo tipe schizzinose… qui l’ambiente è decisamente sporco e trascurato. Non rinunciamo comunque alla doccia stando bene attente ad avere meno contatto possibile con le superfici, non vogliamo complicarci il viaggio con qualche inconveniente.
Una volta pronte, usciamo. È già sera, ci addentriamo nella plaka, il quartiere vecchio, in cerca di un posto meno turistico possibile per mangiare.
Camminiamo per un po’ tra i vicoli e le case bianche, lasciandoci alle spalle quelli più frequentati. Ci fermiamo davanti a una taverna greca, decisamente anonima all’esterno ma molto accogliente all’interno. C’è una bella atmosfera, con luci soffuse e i lampadari che scendono bassi sui tavoli, la cosa curiosa è che nella stanza crescono veri e propri alberi le cui radici affondano nel pavimento.
Veniamo subito accolte cordialmente e invitate a prendere posto a un tavolo. Facciamo l’ordinazione. Finora siamo sempre andate a colpo sicuro scegliendo esclusivamente pietanze della cucina greca e abbiamo sempre mangiato benissimo. Stavolta ci capita un fatto divertente….
Arriva presto al tavolo l’insalata greca, molto appetitosa la lasciamo lì da parte per mangiarla com’è nostra abitudine con il secondo piatto. Attendiamo la moussaka che non arriva, nonostante la fame attendiamo con pazienza … ma non arriva.
Io e la mia compagna di viaggio ci guardiamo intorno, non c’è molta gente ai tavoli, un cameriere in un angolo del locale è in attesa. Torniamo a guardarci, siamo un po’ perplesse… poi ci sorge un dubbio, un’intuizione, ci capiamo al volo e senza proferire parola mangiamo svelte l’insalata. Al solito cerco di schivare le fette di cipolla che puntualmente è in abbondanza, nonostante tenti ogni volta di chiedere di escluderla (non sono mai riuscita a farmi capire però!). Svuotato il piatto, toh! come per incanto… arriva la moussaka! Ahah che sghignazzata ci siamo fatte!
Finito di mangiare l’ottimo pasto ritorniamo a scorazzare per la plaka in cerca di souvenir poco ingombranti e facili da trasportare.
Piatti tipici della Grecia
Il piatto più tipico è certamente la Moussaka, un appetitoso pasticcio di melanzane, patate, sugo di carne e besciamella.
Molti sono i piatti greci a base di carne di agnello o porcellino da latte cotti allo spiedo o alla piastra. Famosi sono i gustosissimi Souvlaki, degli spiedini di agnello cotti ai ferri e infilzati successivamente.
Naturalmente nelle zone costiere e nelle isole la carne è sostituita dal pesce.
Ed eccolaaa… la Khoriátiki Salàta è la tipica insalata greca. È molto rinfrescante. Gli ingredienti possono variare, ma non mancano mai cipolle, pomodori, cetrioli, olive nere e la feta sbricciolata sopra, il tutto condito con olio, sale e origano.
La feta è un formaggio tradizionale fatto con il latte di capra o pecora e viene conservato in barili di salamoia. Leggermente umida e friabile, la feta viene consumata dai greci in molti modi.
Giaoúrti, è lo yogurt greco prodotto in gran parte con latte di pecora, per cui la sua consistenza non è tanto cremosa ma piuttosto leggermente grumosa, asciutta, dal sapore intenso e appena appena acido.
In genere è bianco da unire al miele e noci, o a marmellate.
Lo Tzatziki è preparato con yogurt lavorato con cetriolo, aglio e olio. È una salsa che accompagna molti piatti.
A chi piace accompagnare i pasti con il vino ce ne sono di ottimi prodotti in Grecia, il più noto è la Retsina, un bianco secco resinato.
E si può concludere con l’Oúzo, un buon liquore tipico della Grecia a base di anice. Viene anche mischiato all’acqua per ottenere una bibita dissetante, in questo caso diventa torbido.
In questo meraviglioso paese del Mediterraneo viene prodotta anche la birra Mytos, una birra bionda molto celebre qui.
Andiamo a nanna, domani abbiamo in programma la visita ad altri siti archeologici e in particolare al Museo Archeologico Nazionale… ci aspetta una bella scarpinata!
Il Tempio di Efesto
Proprio sotto l’Acropoli su una piccola collina sorge il Tempio di Efesto (o Hephaisteion), noto anche come Theseion, poiché vi sarebbero state sepolte le spoglie mortali dell’eroe Teseo. Il tempio è famoso soprattutto per il suo stato di conservazione, unico edificio ad aver conservato il tetto originario.
Accanto sorgono anche una pittoresca chiesa bizantina del 11° secolo, così come una moschea ottomana del 15° secolo.
L’Agorà romana
Sono rimaste tracce relativamente modeste di quella che nell’antichità era la piazza del mercato e delle riunioni pubbliche, quindi il cuore commerciale e politico della città. L’Agorà era circondata da porticati e dai più importanti edifici pubblici: sedi politiche, templi, luoghi di ricreazione.
Sul fondo si vede la Torre dei Venti, chiamata anche horologion, progettata nel I° sec a.C. dall’architetto Andronico di Cirro. È un edificio a pianta ottagonale e conteneva un orologio idraulico, mentre all’esterno su ciascun lato vi è una meridiana. Sulla cima c’era un tritone di bronzo rotante che indicava la direzione del vento.
Il Tempio di Zeus Olimpio
Il tempio sorge vicino all’Acropoli, durante il periodo ellenistico e il periodo romano è stato il tempio più grande della Grecia.
Delle 104 colonne corinzie in marmo pentelico, ognuna alta 17 metri, solo quindici rimangono tutt’ora in piedi. La sedicesima colonna venne colpita da un fulmine durante un temporale nel 1852 e cadde sull’antica pavimentazione del tempio, dove è stata lasciata.
Come molti altri edifici in Grecia, si pensa possa essere stato distrutto da un terremoto durante il Medioevo e che le rovine rimaste furono reimpiegate come materiali da costruzione.
Il Museo Archeologico Nazionale
Fondato nel 1834 è il più grande museo archeologico del paese e uno dei più importanti a livello internazionale in quanto contiene una vasta collezione di antichità. I suoi reperti coprono un periodo di oltre 5.000 anni, dal tardo Neolitico alla Grecia romana.
Di seguito sono riportate alcune delle opere più rilevanti.
La Maschera Funerea – erroneamente attribuita ad Agamennone dall’archeologo Schliemann: si tratta in realtà di un re sconosciuto, precedente ad Agamennone.
Da vedere anche una brocca d’argento a forma di testa di toro, con corna in oro.
Le statuine delle Cicladi – una meravigliosa collezione di idoli e piccole sculture votive in marmo bianco, che risalgono al 2000 a.C., sono tra i reperti più antichi della Grecia.
Queste figure stilizzate assomigliano incredibilmente alle sculture di Modigliani.
Poseidone – monumentale statua, realizzata verso il 450 a.C. e ritrovata nelle acque al largo dell’isola Eubea. La statua si pensa possa essere invece Zeus, perché la mano che lancia lo strumento è vuota: non si sa, quindi, se reggesse un tridente oppure una saetta.
Il Fantino di Artemissio – una scultura in bronzo che risale alla metà del II secolo a.C. e raffigura un piccolo cavaliere lanciato in corsa su un grande e maestoso cavallo.
Entrare in questo vasto museo è come entrare nella storia antica: stanza dopo stanza, di piano in piano non riesco a fermarmi, non sono mai sazia… ogni scultura, oggetto, reperto mi porta nell’immaginario. Perdo lungo il percorso anche la mia amica, abbiamo preventivato la cosa e ci siamo date comunque appuntamento all’entrata.
Ciò che mi trattiene e mi colpisce in modo particolare è il famoso Efebo di Maratona, un bronzo di eccezionale qualità rinvenuto al largo di Anticitera, una piccola isola greca situata a sud del Peloponneso.
I suoi occhi sono magnetici, fatti di un materiale particolare che dà loro profondità ed espressività. Non riesco a distogliere lo sguardo, mi sento come ammaliata… difficile spiegare la sensazione.
Il tempo vola e salto anche il pranzo, so che non avrò tempo per ritornare qui perchè non intendiamo passare un’altra notte all’ostello. Quando alla fine scendo al pianoterra mi sento stordita, come ubriaca, ma davvero entusiasta e la mia amica col dito, sghignazzando, indica le mie caviglie. Pur indossando comodi sandali appaiono talmente gonfie da sembrare zampe di elefante, altro che caviglie di donna! 🙂
Prima di lasciare Atene non possiamo non vedere il cambio della guardia al Parlamento.
Il Parlamento
Un meraviglioso edificio neoclassico che fu la residenza di Ottone di Baviera, primo re di Grecia. Il palazzo cessò di essere una reggia nel 1924, anno in cui la Grecia assunse una forma repubblicana. Cinque anni più tardi vi si trasferì il Parlamento.
Sorge su un lato della piazza Syntagma, da dove si può assistere al momento del cambio della guardia d’onore al Milite Ignoto effettuata allo scadere di ogni ora dagli “evzones”, soldati in costume tradizionale greco. La domenica mattina l’evento avviene con maggior pompa e assume un tono più solenne.
Leda
Magnanimo figlio di Tideo,
perché mai mi chiedi la stirpe?
Tal quale la stirpe delle foglie
é la stirpe degli uomini:
le foglie il vento ne sparge molte a terra,
ma rigogliosa la selva altre ne germina,
e torna l’ora della primavera;
così anche la stirpe degli uomini,
una sboccia e l’altra sfiorisce.
Omero, Iliade, VI, 145-149
LE ISOLE CICLADI