Tieni il segno: Qualcosa di molto concreto sul femminicidio

di Loredana Lipperini
26 giugno 2012

Non è che le tematiche che riguardano le donne si intreccino per questioni legate all’attualità o all’agenda di chi se ne occupa. Sono, invece, strettamente intrecciate di per sé, che si tratti della mancata applicazione della legge 194 o di violenza o di rappresentazione o di rappresentanza.

Ieri, per esempio.

Mentre una donna – la madre di Federico Aldrovandi – veniva insultata e diffamata da uno degli assassini del figlio, nella sede delle Nazioni Unite a Ginevra, nel corso della 20° Sessione del Consiglio dei Diritti Umani, Rashida Manjoo – Special Rapporteur delle Nazioni Unite per il contrasto della violenza sulle donne – presentava il Rapporto tematico annuale sugli omicidi basati sul genere, ed il Rapporto sulla violenza sulla scorta delle sua missione in Italia lo scorso gennaio. Affermando, fra l’altro:

Il femmicidio è l’estrema conseguenza delle forme di violenza esistenti contro le donne. Queste morti non sono isolati incidenti che arrivano in maniera inaspettata e immediata, ma sono l’ultimo efferato atto di violenza che pone fine ad una serie di violenze continuative nel tempo.

Violenza in casa, soprattutto. Violenza, ha detto Manjoo, da parte di partner, mariti, ex fidanzati. Violenza, nella maggior parte dei casi, non denunciata, perché – afferma – le donne

vivono in un contesto culturale maschilista dove la violenza in casa non è sempre percepita come un crimine; dove le vittime sono economicamente dipendenti dai responsabili della violenza; e persiste la percezione che le risposte fornite dallo Stato non sono appropriate e di protezione”.

E ancora:

Femmicidio e femminicidio sono crimini di Stato tollerati dalle pubbliche istituzioni per incapacità di prevenire, proteggere e tutelare la vita delle donne, che vivono diverse forme di discriminazioni e di violenza durante la loro vita. In Italia, sono stati fatti sforzi da parte del Governo, attraverso l’adozione di leggi e politiche, incluso il Piano di Azione Nazionale contro la violenza: questi risultati non hanno però portato ad una diminuzione di femmicidi o sono stati tradotti in un miglioramento della condizione di vita delle donne e delle bambine.”… continua


Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica

Istanbul, 11 maggio 2011

L’attuazione delle disposizioni della presente Convenzione da parte delle Parti contraenti, in particolare le misure destinate a tutelare i diritti delle vittime, deve essere garantita senza alcuna discriminazione fondata sul sesso, sul genere, sulla razza, sul colore, sulla lingua, sulla religione, sulle opinioni politiche o di qualsiasi altro tipo, sull’origine nazionale o sociale, sull’appartenenza a una minoranza nazionale, sul censo, sulla nascita, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere, sull’età, sulle condizioni di salute, sulla disabilità, sullo status matrimoniale, sullo status di migrante o di rifugiato o su qualunque altra condizione.

Articolo 4 – Diritti fondamentali, uguaglianza e non discriminazione


Violenza di genere

Ministero dell’Interno

Con l’espressione violenza di genere si indicano tutte quelle forme di violenza da quella psicologica e fisica a quella sessuale, dagli atti persecutori del cosiddetto stalking allo stupro, fino al femminicidio, che riguardano un vasto numero di persone discriminate in base al sesso.

 

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