“San Benedetto
la rondine sotto al tetto”
Si usa dire che fin quando non tornano le rondini non è primavera. Da dove nasce il detto?
Per ottenere una risposta andiamo a leggere la storia del monaco italiano San Benedetto da Norcia.
Quand’ero piccola, di rondini ce n’erano molte di più. Nei decenni sono diminuite notevolmente di numero per una serie di motivi: per i cambiamenti climatici che incidono sul periodo di migrazione, per le modifiche sull’ambiente e il ridursi degli spazi selvaggi e delle pozze d’acqua, insetticidi e inquinamento provocano la diminuzione degli insetti, e infine, il restauro di grondaie e sottotetti porta ad eliminare i nidi che le rondini hanno lasciato l’anno prima e che contavano di ritrovare.
La migrazione delle rondini ha un suo fascino, si orientano istintivamente seguendo la giusta rotta; nell’ultimo tratto invece, sono guidate da piccoli segni, una memoria che le fa ritornare al loro nido, così spiega Danilo Mainardi, etologo italiano membro di numerose accademie e società scientifiche, divulgatore scientifico, autore di una copiosissima produzione scientifica.
Un altro detto che mi è stato trasmesso da mia madre, dice che quando le rondini volano basso significa che è in arrivo la pioggia.
“E se insieme alla pioggia
all’improvviso fa capolino il sole,
i suoi raggi attraversando le goccioline d’acqua
producono la magia dell’arcobaleno”
Amavamo molto da bambini ascoltare i racconti di mia madre, e ogni volta che capitava…viaa, a correre fuori e chiedere convulsamente “dov’è?…dov’è?…” Perchè a volte si trattava di attimi e poi puff come per incanto spariva, e invece era lì alla parte opposta del sole…lì si deve guardare.
La primavera è la stagione della rinascita, tutto si risveglia e l’aria si fa più mite e profumata, le giornate si allungano, il venticello tiepido asciuga i panni stesi, si ritorna a indossare abiti leggeri.
Marzo pazzerello
aprile non ti scoprire
maggio va adagio
da giugno in poi
fai quello che vuoi
Questa filastrocca ci insegnava come vestirci nel modo più adeguato, visto il tempo così variabile: in marzo era consigliabile continuare a coprirsi bene, in aprile sì agli abiti più leggeri ma senza esagerare, in maggio era il caso di portare con sè sempre un maglioncino a manica lunga e infine in giugno libertà di vestirsi come si voleva.
Primavera in anticipo – Laura Pausini & James Blunt (2008)
La primavera fa doni preziosi, anche imprevisti. Qualche volta al suo inizio ci riporta la neve che dura soltanto qualche giorno e insieme i bucaneve, fiori delicatissimi ma forti che sbucano a cercare il cielo.
Bucaneve e Pratoline
Nel pomeriggio finiti i compiti, si andava pei prati a raccogliere pratoline (che non vanno confuse con le margherite), ne facevamo mazzetti da portare alla maestra l’indomani.
Altre volte erano mazzetti di primule gialle e delicate a dare un tocco di colore alla classe, la maestra contenta le metteva sulla cattedra in un vasetto pieno d’acqua accanto alle violette che spandevano un intenso profumo intorno.
Nei pomeriggi primaverili mi piaceva incamminarmi per i “strosi” (viottoli) e addentrarmi nel sottobosco, dove sapevo trovare i delicati anemoni che rimanevano bianchi per la scarsa luce.
Primule e Anemoni
La vista dei narcisi selvatici mi procurava un certo stupore e dai cespugli di iris mi tenevo a debita distanza, ben ricordavo le parole di mia madre nell’avvisarmi che non andava raccolto perchè il suo profumo intenso provocava uno stordimento.
Narcisi e Iris
E per concludere in bellezza i delicati e profumatissimi mughetti, che sbucano come tante piccole guglie per poi trasformarsi in steli pieni di campanelli.
E i fiori romantici per eccellenza?… i nontiscordardimè.
Mughetti e Nontiscordardimè
Un giorno di primavera alla scuola primaria, ricordo che la maestra chiese agli alunni di portare l’indomani dei fiori tipicamente primaverili. Mio figlio mi chiese qual era il nontiscordardimè, ma in pianura difficilmente nascono spontanei e infatti non lo trovammo. Curioso fu, che al posto del nontiscordardimè furono portati fiorellini azzurri di ogni genere…
Sembra che questo fiore sia stato proprio scordato…
Un segno dei tempi?
Leda
Aprile, il gran pittore,
va a spasso col pennello
e mette già colore
per fare il mondo bello.
Dipinge col celeste
l’occhietto ai fiordalisi;
col bianco fa la veste
dei candidi narcisi;
alle margheritine
mette nel cuore il giallo;
alle campanelline
dà un tocco di corallo.
Di luce e di colore
veste la terra intera.
Poi domanda il pittore:
– Ti piace, o primavera?
Aprile, (P. Antico)
Non ti scordar di me – Luciano Pavarotti in Budapest concert (1991)
*Le immagini sono prese dal web