Seguendo i fatti della politica e di ciò che succede nella società in genere, mi convinco sempre di più che l’idea di politica e dei partiti andrebbe decisamente rivista portando un po’ di ordine.
La politica è definita l’arte di governare uno Stato, è un’insieme di azioni svolte al raggiungimento degli obiettivi che il governo si prefigge per risolvere le problematiche che sorgono nei vari aspetti della vita sociale. Il governo è preposto attraverso i suoi ministri a gestire, ognuno, un settore della vita pubblica.
In parole semplici l’ idea che ho elaborato nel corso degli anni è che i partiti politici che praticano questa arte, dovrebbero rappresentare una specifica corrente di pensiero suddividendosi in due poli:
la destra che dà più attenzione alla struttura economica di un paese, alla quantità, alle basi che ne assicurano la sopravvivenza e che permettono di affrontare il progresso;
la sinistra che dà più attenzione a quelli che sono gli aspetti culturali, ai progetti mirati al raggiungimento di un progresso di qualità.
Paragonerei la destra al concetto dell’avere e la sinistra al concetto dell’essere definiti da Erich Fromm nel libro “Avere e essere”. L’uno non esclude l’altro, perchè interdipendenti, entrambi i poli e così i partiti, insieme, dovrebbero affrontare i problemi non puntando su chi ha ragione e chi ha torto, ma cercando di trovare le soluzioni più adeguate per la vita di coloro che stanno rappresentando e che li ha eletti a quel ruolo: il popolo, cioè noi.
Per quanto riguarda i movimenti politici non violenti che nascono periodicamente come protesta o come proposta, li considero espressione della volontà del popolo quando non viene ascoltato. E dovrebbero rappresentare un input per chi governa, per raddrizzare la rotta. Capita spesso che, quando si è troppo dentro a specifiche situazioni, si perda di vista l’insieme.
Questo a grandi linee è il mio ideale di politica, che è sempre in evoluzione.
Invece vediamo che la politica è diventata un business. A parte una piccola fetta di persone che la praticano con passione, la stragrande maggioranza è alla ricerca di un facile guadagno, visto poi i costi che ha.
Sono dell’opinione che sia giusto che una persona che cura gli interessi di una nazione sia ben pagata economicamente perchè si prende delle grosse responsabilità. Ma se il suo comportamento non segue un’etica morale, non ha il diritto di esercitare quel compito e se commette degli errori deve renderne conto. Invece il paradosso è che sempre più spesso assistiamo all’attacco gratuito verso chi si dedica con passione e non usa l’arroganza per imporsi, e spesso rimane solo.
Credo che sia necessario rivalutare dal punto di vista etico l’ingerenza che la politica ha nella vita pubblica e così tutto quello che le sta intorno.
Come le contraddizioni palesi: lo Stato proibisce il gioco d’azzardo e il Governo acconsente alla diffusione delle slot machine, gratta e vinci, lotto, bingo e via di seguito, suggerendoti pure di non esagerare… si sa che l’ azzardopatia è una forma di dipendenza che ha un costo per lo Stato stesso; come il fumo del resto, sul pacchetto delle sigarette lo Stato scrive che provocano la morte, ma rappresentano un’introito per rimpinguare le casse che poi spende per le cure ai tumori e ai problemi respiratori.
Non voglio esprimermi molto sul nuovo governo, purtroppo ho imparato che prima delle parole occorre vedere i fatti, ma da un primo sguardo è una composizione un po’ insolita e innovativa e fa ben sperare. Auguro un buon lavoro che di sicuro sarà arduo!
Per la categoria dei giornalisti sarebbe bene che molti rispolverassero il codice deontologico e imparassero un po’ di savoir- faire nel trattare i fatti e la vita altrui: molto spesso le parole fanno più danni dei fatti stessi.
Il voto – Giorgio Gaber (2000)