Che ti dice spera anche tu

Diversi anni fa, durante un incontro di catechismo per adulti, si discusse di un articolo diffuso in rete, riguardo un’intervista fatta a un sacerdote circa la costruzione di una moschea accanto alla chiesa, con la condivisione dello stesso piazzale. Si obiettava sull’opportunità di tale iniziativa. Il sacerdote nell’intervista, espresse il fatto che ciò avrebbe favorito una reciproca conoscenza, due religioni, quella cristiana e quella islamica, entrambe monoteiste (con un solo Dio) che fanno riferimento a uno solo capostipite: Abramo e alla religione ebraica.
Qualcuno dei presenti all’incontro mosse qualche perplessità circa il fatto che così si sarebbe rischiato di “perdere fedeli“, che il Cristianesimo sarebbe passato in secondo piano. Il fatto è, che essere cristiani in genere rappresenta uno status solo di facciata, ci si sente fedeli solo per il fatto che si va in chiesa (considerandolo un obbligo e non una necessità, per cui si presenzia ma non si partecipa), si conoscono pochissimo le Sacre Scritture e si fa fatica a interpretarne il messaggio. Ma soprattutto si fa fatica ad esprimere la propria fede e a tradurre i principi cristiani nel quotidiano, nei nostri gesti e nei nostri pensieri. Va da sè che i primi a minare l’importanza di una religione antica come il Cristianesimo, sono proprio i cristiani, e questa paura verso altre religioni non è altro che espressione del vuoto che si ha dentro.
Al contrario, chi pratica la religione islamica è molto ligio alle regole nel proprio stile di vita, pertanto risulta una pratica molto, molto più impegnativa. Basti pensare a quanto poco siano rispettati i pochi giorni di digiuno o astinenza dalla carne previsti dalla religione cristiana e quanto invece sia rispettato il periodo di digiuno del Ramadan.

Per quanto riguarda il fondamentalismo, ossia chi estremizza le dottrine, ha più a che fare con il senso del potere che non con la fede.


Quando il potere dell’amore
sconfiggerà l’amore per il potere,

il mondo conoscerà la pace.

Jimi Hendrix


Prendere alla lettera le sacre Scritture senza cercare di comprenderle dimostra una certa ottusità di pensiero, come avere la certezza di possedere l’unica, la sola verità. Un atto di presunzione che nemmeno Gesù ebbe l’ardire di avere.
La Storia è piena di atti scellerati compiuti dagli uomini in nome di Dio, che certamente un Dio giusto non potrebbe MAI avvalorare. Tale affermazione piuttosto è servita per giustificare, dare un alibi a qualcosa che è inammissibile per un popolo credente, un’assoluzione per una colpa così grave come uccidere un essere vivente.

Così ogni anno assistiamo a queste penose diatribe tra l’albero di Natale sì e il presepe no, tra recita di Natale sì e recita di Natale no… una forma di estremismo laico e religioso. Ma laicità non è sinonimo di ATEISMO, è un principio con cui si afferma la libertà di religione e la separazione tra la sfera politica e la sfera religiosa.

Credo in molti si ricorderanno quando fin dalle elementari, in classe, faceva il suo ingresso il parroco, tutti in piedi lo si salutava in coro, seguiva quindi un suo monologo con cui ci richiamava al dovere di bravi cristiani. Alle scuole medie, ma specialmente alle superiori spesso il don era l’unico ad affrontare temi importanti come la sessualità, l’amore, la droga, l’aggregazione giovanile.
Il Concordato tra Stato e Chiesa del 1929 con cui si istituì ufficialmente l’ora di religione cattolica nelle scuole pubbliche, venne rivisto nel 1984 e fu prevista la possibilità di esenzione dall’ora di religione nelle scuole. Al tempo un insegnante era nominato dal preside (ora dirigente scolastico) su segnalazione della Curia diocesana, altri insegnanti in possesso dei requisiti richiesti entrarono a far parte dell’organico. Una decisione che sembra  “tenere il piede su due scarpe“ e contraddire il principio di laicità, probabilmente a quel tempo fu un atto di mediazione diplomatica…
Che poi (l’ho potuto verificare di persona) la conduzione di questa lezione spesso è a “discrezione dell’insegnante”, specie per quello in organico e alla scuola primaria, il cui ruolo è piuttosto ambiguo perchè sebbene la materia non conti ai fini della valutazione finale, conta invece sul voto di comportamento e a volte si traduce in un voto di punizione, in particolare se i ragazzi sono forzati dalla famiglia ad aderirvi! Per di più è una lezione facoltativa e gli studenti che non vi aderiscono necessitano di un altro insegnante che vigili e offra un’attività alternativa.

Credo siano in tanti a chiedersi ormai da molto tempo se non sarebbe più opportuno dare significato a questa lezione settimanale dedicandola alle varie culture, alle tradizioni dei popoli antichi, a come sono nate le varie religioni, a imparare a distinguere i vari Testi sacri, così che le giovani generazioni siano educate al rispetto e a una visione positiva del mondo.

La cosa ridicola è che tutte queste polemiche in realtà sono un problema inventato, in più occasioni è stata accusata la comunità islamica di voler sradicare le nostre tradizioni, quando in realtà sono proprio gli italiani a farlo.

Nella mia esperienza personale ho visto islamici partecipare senza alcun problema insieme ai propri figli alle manifestazioni scolastiche in occasione del Natale, entrando anche in chiesa per assistere a cori natalizi. Del resto sia gli islamici che gli ebrei, riconoscono l’importanza della figura di Gesù, ma come un profeta e non come il figlio, incarnazione di Dio.

Mi capita spesso di parlare con anziani disorientati, confusi, che cadono nella trappola dei pregiudizi alimentati da un’informazione sovente scorretta e opportunista, che  scredita gli stessi organi di informazione.
In quanto adulti, non ci si pone mai la domanda di cosa pensino le nuove generazioni di questa isteria di massa che coglie così frequentemente gli adulti, che invece dovrebbero essere una guida, un punto di riferimento per loro? Questa inutile spettacolarizzazione, questo chiasso, questo interminabile cicaleccio televisivo che a volte risulta davvero inascoltabile, in cui tutti sanno tutto di tutti e chi veramente sà manco viene ascoltato o lo è per ultimo… ma non è ora di finirla?

Leda


Aggiornamento del 17 dicembre 2017 – E anche per quest’anno la solita solfa: si accusano le scuole, si equivoca, si strumentalizza, si amplifica… mai che prima si cerchi di approfondire. L’ennesima figuraccia!

‘La grande festa delle Buone Feste’: la bufala della scuola che “cancella” il Natale 

di Andrea Zitelli – Valigia Blu


E viene giù dal ciel, lento

un dolce canto ammaliator

che ti dice: spera anche tu

è Natale, non soffrire più.

 

 

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