Amo la radio perche’ arriva dalla gente
entra nelle case e ci parla direttamente
se una radio è libera, ma libera veramente
piace ancor di più perché libera la mente
La radio è un brano di Eugenio Finardi nato come jingle di Radio Popolare, emittente con sede a Milano dalla vocazione “libera e indipendente”, il quale diventa il simbolo delle radio libere che in quegli anni si stanno diffondendo in tutta Italia.
Il brano è uscito come singolo (45 giri) pubblicato dalla Cramps nel 1976, dall’altro lato del disco è inciso Musica ribelle, altro brano molto popolare del cantautore milanese.
Questo singolo anticipa di poco l’uscita dell’album Sugo.
Credo di condividere con molti una certa nostalgia per gli anni delle prime radio private. Nascevano come funghi, nei posti più impensabili, con pochi mezzi a disposizione ma tanta voglia di fare, ciò che infondo rappresenta l’autentico spirito italiano.
Un periodo davvero magico di cui dovremmo riappropriarci, eravamo tutti più poveri ma più felici… tranne chi s’impelagava in fatti e misfatti, così andava in quegli anni… che poi mi chiedo alla fine a che serve tutto quel potere e strapotere che poi nella bara ci finiscono tutti, potenti e non…
Mi riferisco a un articolo, diviso in due parti, che ho avuto occasione di leggere per la prima volta durante un World Radio Day, e mi son detta… un capolavoro! È un articolo importante che racchiude un pezzo di storia italiana che andrebbe rispolverata e magari approfondita visto le conseguenze a cui ci ha portato, visto come si è ridotta oggi la nostra Italia.
Leda
TIENI IL SEGNO: Finanza e mass-media, affinità distruttive
di Flavio Bacchetta
Ogni mezzo di comunicazione di massa subisce, a un certo punto della sua evoluzione, una “bolla” causata da “eccesso del suo successo” se mi si consente questo paradosso rimato. Questo fattore porta inevitabilmente alla decadenza della sua funzione primaria che è: mantenere il top dello “share” di ascolto a costi contenuti, ai fini di ottimizzare i profitti investendo sulla qualità del palinsesto.
Viceversa durante questa fase l’aspetto edonistico del suo corpo prende il sopravvento, e il corollario estetico, abdicando la propria marginalità iniziale, sorpassa l’effettiva utilità del media in questione. Ciò produce un aumento dei costi per mantenere i fronzoli decorativi a scapito della qualità del servizio. Puntando a soddisfare gli istinti più beceri del suo pubblico, la bolla dei media trascina gli stessi al crollo qualitativo e, per mantenere almeno il baraccone di facciata, i costi lievitano… continua
La radio, sostanza senza apparenza
A fine giugno del 1977, un gruppo di ragazzi, (tra cui il sottoscritto) studenti presso le scuole superiori di Maglie, provincia di Lecce, dettero vita, ad Otranto, alla prima radio libera “veramente” del Salento. Era già esploso il “boom” della radio privata, unica alternativa a giornali e tv di Stato. Questo fenomeno però, circoscritto nel Sud a poche emittenti, sponsorizzate soprattutto dai partiti, DC in testa. Nel Salento, oltre a Radio Lecce, non succedeva nulla… continua
WORLD RADIO DAY
Il 13 febbraio del 1946 viene fondata la United Nations Radio, con l’intento di promuovere gli ideali universali delle Nazioni Unite: “Pace, rispetto per i diritti umani, uguaglianza di genere, tolleranza, sviluppo economico e sociale e mantenimento delle leggi internazionali”.
Il 13 febbraio è il World Radio Day, la Giornata mondiale della radio, riconosciuta formalmente dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 14 gennaio 2013 che nasce con l’obiettivo di celebrare a dovere il potente mezzo di informazione, stimolando una maggiore consapevolezza tra il pubblico e i mezzi d’informazione della sua importanza nello sviluppo dei popoli.
Uno strumento ideale per migliorare la cooperazione internazionale tra tutte le stazioni del mondo e per incoraggiare le principali reti e radio perchè promuovano la libertà di accesso all’informazione, quella di espressione ed il rispetto per le diverse culture, via etere.