Ciò che ho imparato

“Non è tutto oro quel che luccica…”

Non possiamo sapere ciò che ci accadrà domani, ma possiamo imparare da ciò che abbiamo già vissuto, così da farci un bagaglio di esperienze utili a vivere meglio con noi stessi, a non commettere gli stessi sbagli e a convergere le proprie forze nella giusta direzione.
Una cosa che ho imparato è che vediamo le persone con i nostri occhi, ma spesso ciò non coincide con quello che sono; così come gli altri spesso vedono in te ciò che tu non sei.
Accade così che agisci in buona fede pensando che anche gli altri lo siano, ma poi c’è sempre qualcosa che stride dentro di te, qualcosa ti dice che ciò che stai facendo pur avendo del buono per te, assume un significato diverso per gli altri. E allora ti confondi, perchè ti scontri con qualcosa che senti non ti appartiene e non sai comprendere fino in fondo. Ti chiudi in te stessa in meditazione per ricollegare i fili e ritrovare il senso, ma il rischio è quello di chiudersi al mondo, di non uscirne più, o peggio di cadere in basso e cercare il modo di assuefarti e non sentire più, spegnere quei segnali e trovare una realtà più accettabile… ma fasulla. Per questo credo non sia mai bene entrare troppo nelle cose, farsene coinvolgere troppo, perchè perdi la visuale dell’insieme e rischi di incanalarti in una strada laterale chiusa, senza sbocco, perdendo quella leggerezza che ti consente di prendere parte all’insieme, condividere, pur restando te stessa.
Ma la cosa peggiore di tutte, che ferisce di più l’anima, è quando ti rendi conto che gli altri vedono in te ciò che tu non sei. Tu stai bene, senti di bastare a te stessa, senti di agire in armonia con il mondo, vivendo immersa in ciò che di meglio c’è, e poi ti ritrovi di punto in bianco giudicata nel modo più ingiusto che tu non avresti mai, mai pensato. Allora ti chiedi cosa sia successo, dove sta l’errore che non hai visto, rifletti, ripercorri… ma continui a non comprendere. Allora guardi meglio l’altro e ti rendi conto che forse non è in buona fede come credi tu, che non ti ha guardata, ma in te ha proiettato ciò che di peggio ha dentro di sè, in te riflette l’immagine di se stesso che gli è talmente intollerante che te l’ha gettata addosso, pensando di potersene così liberare e in qualche modo demonizzare.
Credo che questo sia ciò che spinge le persone ad essere aggressive, rabbiose, scontente, vendicative, sempre in competizione con l’altro. Concentrano tutte le proprie energie a distruggere, annientare tutto ciò che gli sta intorno per potersi sentire apposto, per non avere più metri di misura che possano confermare ciò che dentro di loro sanno già, ma che non vogliono accettare, ammettere con se stessi, entrando in un circolo vizioso da cui si può uscire soltanto in un modo, accettando la propria parte oscura, partendo proprio da essa per fare un lavoro su di sè e poter riemergere.

Leda

L’uomo che ha accettato con tutto il cuore l’oscurità,
scopre che essa è diventata Luce.
E chi accoglie il dolore a braccia aperte
scopre che per lui esiste solo felicità.

(Osho)

Almeno tu nell’universo – Mia martini (1989)

 

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