Quattro anni fa quando lessi per la prima volta questo articolo, per certi versi mi venne da sorridere, per quanto lasciamo correre nel nostro paese…
TIENI IL SEGNO: Apocalypse Nano
di Alessandra Daniele
Le centrali nucleari italiane saranno sicurissime.
Noi italiani siamo precisi e organizzati, non casinisti come i giapponesi. Come sempre, i nostri appalti saranno limpidi come il cristallo, i nostri cantieri totalmente in regola, le nostre assunzioni basate sul più rigido criterio meritocratico, i nostri controlli rigorosi ed imparziali. Costruiremo centrali tecnicamente all’avanguardia, nel rispetto dell’ambiente e del territorio. Le scorie saranno smaltite in modo corretto e tempestivo, com’è sempre accaduto per ogni tipo di rifiuto urbano.
E poi l’Italia non è zona sismica… continua
Siam capaci di trovare una giustificazione a tutto
e se non c’è, ce la inventiamo.
Dimentichiamo tutto.
Tanto da meravigliarci, poi, che accadano determinate cose…
Come se fosse una novità.
Forse speriamo che dimenticando spariscano tutti i nostri guai. Magari, si risolveranno da soli…
E un giorno, come per magia,
avremo TUTTO di nuovo bello,
Ma come?
Attenzione: contenuto potenzialmente sensibile, non adatto ai minori d’età.
È una sera di fine ottobre, dobbiamo incontrare il rappresentante di una ditta e alcuni colleghi per recarci tutti insieme a una dimostrazione, l’appuntamento è nel parcheggio fuori l’autostrada. Arriviamo, parcheggiamo e cominciamo a guardarci intorno. Fa freschino fuori, è buio e ci sono parecchie auto in sosta, in alcune c’è gente dentro, si vede l’ombra delle loro teste muoversi alla luce dei lampioni. Mio marito decide di uscire e di andare a vedere, magari ci stanno aspettando in prossimità del casello autostradale… e lì cominciano le comiche…
“Che strano – penso – che in un giorno infrasettimanale ci sia così tanta gente in auto…” e proprio in quel momento l’auto di fronte a me dà due colpi di abbagliante. “Boh – mi dico – che caspiterina vuole questo?” Passa una manciata di secondi e poco più in là un altro colpo di abbaglianti, una persona scende da un’auto e sale in un’altra, nel posto che ha lasciato vuoto s’infila un’altra persona. “Sarà un gruppo di amici che sta aspettando qualcuno – mi dico – e nel frattempo si scambiano di posto per non annoiarsi”. Tolgo lo sguardo, subito richiamato dagli abbaglianti di quello di fronte a me, si agita un po’… Credo di aver capito, e in un lampo ho già chiuso le portiere, non si sa mai…
Vent’anni fa non c’erano i telefonini quindi non mi resta da fare che aspettare, sperando che mio marito si decida a tornare. Finalmente arriva, che sollievo… gli racconto di questi strani movimenti e andiamo via, dice che probabilmente ha capito male l’uscita. Andiamo a Padova Est e infatti gli altri sono lì, infreddoliti che ci stanno aspettando, ci scusiamo per il ritardo raccontando loro di aver sbagliato uscita. «Aah!» dice uno di loro «Siete stati nel parcheggio degli scambisti!» Toh! Che avevo capito giusto! Erano scambi di coppia quelli che avvenivano lì.
Si è soliti pensare che tale pratica avvenga tra coppie sposate da tempo, annoiate, alla ricerca di nuove emozioni, ma non è così, è una pratica molto diffusa.
È un modo distorto di intendere l’amore e la libertà, come un “non impegno”, ci si illude di aggiungere qualcosa alla relazione, in realtà si toglie. Si baratta banalmente ciò che c’è di più bello e sacro in una coppia: l’intimità, in cambio di un effimero piacere.
Se due persone si amano veramente non hanno bisogno di cercare fuori quello che hanno già. Forse siamo troppo impegnati a nascondere quello che veramente siamo, per ricordare che l’amore è anche gioco (nel significato nobile della parola), è complicità, reciprocità, rispetto, è prendersi cura l’uno dell’altro non solo nel corpo ma anche nell’anima.
Il sesso senza amore è uno sconfinamento di quella che è l’essenza della natura umana, una recrudescenza dell’atto sessuale come mezzo, che nel mondo animale serve a garantire la sopravvivenza della specie, ma che nell’uomo si è evoluto quale espressione di un sentimento. Così come in altre specie animali che scelgono un compagno/a per il resto della loro vita.
Qualche anno fa sul web un giovane amico mi confida di aver ricevuto un invito, una specie di passaparola via mail, da un compagno d’università per partecipare a una gangbang. Io sulle prime gli chiedo scherzosamente se è qualcosa che si mangia 🙂 e nel frattempo cerco su Google per farmi un’idea. Mi spiega che in pratica è una specie di festa organizzata in una villa a Roma a cui si può partecipare solo su invito, previa certificazione medica che garantisca di non avere malattie sessualmente trasmissibili. Per una modica cifra (mi pare fossero 10 euro) si mangiava, si beveva qualcosa e poi si partecipava a questa gangbang.
GANGBANG
Una gang bang è una pratica sessuale in cui un soggetto, di sesso maschile o femminile, svolge attività sessuali con una moltitudine di partner, non necessariamente del sesso opposto. Si differenzia dall’orgia, ovvero dal sesso di gruppo, di cui costituisce una variante, perché in questo caso la relazione è uno a molti, nel senso che il soggetto protagonista della gang bang è al centro dell’attenzione di tutti gli altri partecipanti.
In questo caso il soggetto era una pornostar con cui, sottostando ad alcune regole, si potevano realizzare fantasie sessuali oppure rimanere solo a guardare. A quel tempo non trovai molto su Internet (al contrario di adesso che di materiale ce n’è in abbondanza), ma scoprii che grossolane gangbang erano organizzate anche in casa tra “amici“.
Mi chiese cosa ne pensavo.
Per prima cosa gli dissi che esperienze del genere lasciano sempre un segno, tolgono qualcosa di importante, di essenziale per una sessualità sana. Soprattutto nella giovinezza, e per chi crede nella bellezza dell’amore può risultare uno shock: l’atto genitale pornografico è animalesco e avvilente, si diventa merce.
E infatti il prezzo modico e la totale disponibilità della pornostar dovrebbe far pensare, che sotto ci sia qualcosa di poco chiaro, qualcosa di non detto. Infondo è materiale pornografico a basso costo e certamente nell’era del Grande Fratello, un reality risulta più trasgressivo di una semplice performance da pornostar.
Non va nemmeno trascurato il fatto che un giovane che si sta costruendo un futuro, ripreso in qualche foto o filmino pornografico diventa facilmente ricattabile, ciò potrebbe compromettere la sua stessa vita futura, sia dal punto di vista sentimentale che lavorativo.
Chi controlla il passato controlla il futuro.
Chi controlla il presente controlla il passato.
Mi sono sempre chiesta che cosa prova veramente una donna, quando si presta volontariamente (pare sia così) a questo che non è altro che un uso e abuso del suo corpo. Tutti abbiamo una coscienza e pensare di separare la mente dal corpo è solo un’illusione, ciò che veramente “sentiamo” rimane dentro, magari represso, ma prima o poi verrà a galla.
C’è da chiedersi poi, se queste gangbang non siano anche favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, un reato contro il quale esiste una legge in Italia.
Reato di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.
L’Art. 3 comma 8 legge 20 febbraio 1958, n 75 definisce reato lo sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.
Per favoreggiamento si intende quell’attività finalizzata a facilitare, favorire o comunque apportare un contributo determinante all’esercizio della prostituzione.
Per sfruttamento si intende approfittare dei proventi ottenuti dall’attività di prostituzione altrui; tale condotta si configura anche nel caso in cui la prostituta ceda spontaneamente il denaro derivante dalla sua attività, purché chi lo riceva sia consapevole della provenienza del denaro (Corte di Cassazione sentenza numero 19644 del 28 aprile 2003)
È la famosa Legge Merlin, citata spesso a sproposito in quanto si vuol far credere che abrogandola e riaprendo le case chiuse si elimini la prostituzione dalle strade.
La accusano che la prostituzione non si sia per niente abolita, anzi che continui come prima, nella stessa brutale umiliazione morale, nello stesso sfruttamento, nella stessa desolazione.
E chi pretendeva di abolire la prostituzione? Io?!? La mia legge mirava solo a impedire la complicità dello Stato. Rilegga il titolo: «Abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui».
La prostituzione non è mica un crimine, è un malcostume.
Io voglio vivere in un Paese di gente libera: libera anche di prostituirsi, purtroppo. Ma libera.
da un’intervista a Lina Merlin realizzata da Oriana Fallaci e pubblicata da L’Europeo nel 1963
In seguito con alcune sentenze della Cassazione la prostituzione tra adulti in Italia è stata dichiarata lecita. Infondo ognuno è libero di fare quel che vuole del proprio corpo. C’è anche una sentenza che rende legale la tassazione delle prostitute come “libere professioniste” e l’affitto di appartamenti ad uso di prostituzione, se non c’è sfruttamento.
Se il problema è di ordine pubblico esistono già delle leggi, basta applicarle. Ricordo che sul finire degli anni 70 sul Lago di Garda, uscendo da un campeggio fui fermata da alcuni agenti della Polizia perchè stavo andando in costume da bagno alla macchina parcheggiata lungo la strada. Chiesi scusa, la mia era un’emergenza, con cortesia e fermezza mi dissero che era vietato perchè distraevo l’attenzione e potevo essere causa di incidenti. E sì che non ero mica una miss 🙂 ma quella è la regola.
Lina Merlin fin dal 1958 mette a fuoco quello che è il vero problema sociale: il malcostume, ossia la maleducazione sessuale, Ma parlare di sesso è un tabù ancora oggi. Inaccettabile è mettere in discussione il comportamento sessuale e la falsa morale degli italiani, secondo la quale è da ritenersi lecito, addirittura necessario, praticare il sesso come atto fisico, espressione di un istinto. Tanto che un tempo era usanza avviare i giovani alla vita sessuale portandoli nelle case chiuse, una specie di rito di iniziazione. Ma poi ci si scandalizzava per le gonne due dita più corte, per un bacio dato in un luogo pubblico, a reprimere con la vergogna ogni espressione sincera dell’amore, sollecitando un’immagine della donna: o santa o puttana.
Lo stesso Pier Paolo Pasolini nel suo film-documentario Comizi d’amore del 1964 mette in evidenza l’arretratezza italiana sui temi della morale sessuale, del timore e della vergogna nel parlare e vivere la sessualità, percepita come un qualcosa di distaccato, di sottaciuto, che spaziava da un’eccessiva falsa disinvoltura fino all’arretratezza più ancestrale.
“Ricevere amore e procurarsi amore sono due cose molto diverse.”
L’apparente liberalizzazione sessuale avvenuta in questi anni in cui si mercifica il sesso e si abusa di messaggi sessuali dimostra in realtà che ciò non è avvenuto, più che generare amore genera alienazione nell’uomo, lo si allontana dalla sua vera natura.
Marcello Bernardi, La maleducazione sessuale, 1977
Oggi la prostituzione la conosciamo come un fenomeno molto più vasto che riguarda anche il genere maschile, i minorenni, i transessuali, i travestiti. Gli abusi su donne e bambini, non più sottaciuti, si registrano senza distinzione di classe, in ogni ambito sociale. Pedofilia e pederastia sono praticate dai turisti del sesso, che ogni anno si recano in paesi stranieri a caccia di bambini; dai lussuriosi che attraverso il web alimentano un mercato clandestino. C’è da sentirsi rizzare i capelli a leggere le richieste morbose e perverse che pongono. Ma non vi vergognate?
E ancora torture orribili come infilare insetti vivi nei genitali.
Sexy shop, lap dance, club privè, chissà cosa c’inventeremo ancora…
Il comune senso del pudore ormai per molti è rimasto solo il film del 1976 di Alberto Sordi, che racconta l’invasione della pornografia nel mercato dell’editoria e nel cinema degli anni Settanta.
Il paradosso è che poi siamo capaci di scandalizzarci per una scambio d’affetto tra omosessuali!!
L’amore, a pensarci bene, è qualcosa di assurdo per la mentalità corrente. L’amore è fuori di ogni costumanza, di ogni limite sociale, di ogni regolamento, e persino di certi tipi di legame tradizionale. Se per esistere dovesse aver bisogno di tutto questo non sarebbe più amore.
L’amore più specificatamente colorato di erotismo, qual’è la sessualità umana, non può essere immorale. Anzi essa è fonte di coscienza morale. In altri termini, i problemi non scaturiscono dalla sessualità, cioè dall’amore, ma dalla sua negazione, cioè dall’odio.
Però la sessualità rimane, di per se stessa, uno dei problemi che agitano di più il nostro sistema sociale. La sessualità, e più in generale l’amore, è la cosa più imbarazzante per l’uomo d’oggi. Tanto che non si fa altro che parlarne e riparlarne, scriverne e riscriverne, in una affannata ricerca di vie d’uscita da un labirinto che noi stessi ci siamo costruiti intorno.
Marcello Bernardi, La maleducazione sessuale, 1977
Ci vuole un fisico bestiale – Luca Carboni & Jovanotti (1992)