Offuscata mente

Neve soffice e silente,
passi leggeri
impronte calpestate.

Vorrei poter vedere
al di là di queste lenti
offuscata mente il reale.

Quell’ascoltare le note
al tocco delle mani
nell’aria s’assale

i suoni delle cornamuse,
l’espandersi soave
della  notte di Natale.

©zzileda

 


Piva Piva (Instrumental theme) – Andrea Montepaone

Piva Piva” è un brano tradizionale della Lombardia, conosciuto in tutta Italia.
La piva è la cornamusa, il cui suono nel periodo natalizio annunciava un tempo di letizia, e la melodia un simbolo di gioia per la venuta di Gesù.

È un canto della tradizione contadina in dialetto lombardo in particolare della zona bergamasca e bresciana, che veniva accompagnato dal suono del baghèt, un’antica cornamusa di origini medievali.

Piva piva suna la piva,
piva piva suna ‘l baghèt.
Canta, canta bèla fiùr:
‘l è nasìt ol nòst Signùr.

Gh’è gnà fassa, gnà panisèl
per fassà chèl Bambì bèl.
Gh’è gnà fassa, gnà lensöl
per fasà chèl bèl Fiöl.

Si pensa che originariamente fosse il canto di un’antica ninna nanna. Una canzone popolare l’ha associata all’olio d’oliva dandole un significato più profano, che sacro.

Piva piva l’oli d’uliva,
piva piva l’oli d’ulà.
‘L è ‘l Bambin che porta i belé
l’è la mama che spènd i dané.

Piva piva l’oli d’uliva,
gnaca gnaca l’oli che taca.
‘L è ‘l Bambin che porta i belé
l’è la mama che spènd i dané.

Si racconta che i produttori di olio, che nel nord Italia è pronto generalmente tra la fine di ottobre e il mese di dicembre, andassero per le strade a venderlo. Per avvertire della loro venuta, un po’ come faceva l’arrotino e i ferrivecchi gridando, e per attirare possibili clienti, nel mese freddo di dicembre preferivano farsi accompagnare dai suonatori di cornamusa. Divenne così una specie di ‘tormentone’ che ancora oggi molte persone ricordano.

Una versione sicuramente più recente è il testo di Pietro Diambrini

Piva, piva,
Natale arriva;
piva, piva,
Natale è qui! (bis)

Cantano gli angeli,
cantano in cielo,
in una grotta
è nato Gesù! (bis)

Piva, piva,
Natale arriva;
piva, piva,
Natale è qui! (bis)

Infine la melodia si ripropone nell’opera buffa di Mozart: Le nozze di Figaro, che debuttò a Vienna nel 1786. Sul finire del Terzo atto mentre alcune giovani contadine si recano con dei fiori dalla contessa, cantano in coro: “Ricevete, o padroncina”.

Ricevete, oh padroncina
Queste rose e questi fior
Che abbiam colti stamattina
Per mostrarvi il nostro amor
Siamo tante contadine
E siam tutte poverine
Ma quel poco che rechiamo
Ve lo diamo di buon cor.

 

 

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