A trovare un senso

FANTASMAGORICO PENSIERO

Non ci sto più bene qui come qualche tempo fa,
mi sto rendendo conto di molte cose
o sto cambiando io, o sta cambiando tutto.

Rimanere liberi e far sì
che la tecnologia sia un mezzo, e non un fine,
sta diventando sempre più difficile.

E ti trovi ad acquistare un telefonino o un pc
non tanto seguendo i criteri
del POTER comunicare,
dell’uso che ne VUOI fare,
ma secondo ciò a cui PUOI accedere
secondo ciò che ti è PERMESSO fare,
(o vedere, per quanto riguarda la TV)
Posso accedere a quel e a quell’altro programma?
A quella o a quell’altra applicazione,
pensata per quel o per quell’altro sistema operativo?
E ti obbliga a scelte precise
… e cominci a sentirti escluso.

Per non parlare di quell’orribile pubblicità su misura…
per qualche motivo scrivo di cibo
e mi ritrovo annunci di diete assurde,
cibi strani e appetiti stravaganti,
scrivo, critica, sul gioco d’azzardo
e sotto al mio post appare
la pubblicità di qualche sito on line
E poi, MAI scrivere di sesso,
che alla mia età mi si suggerisce il viagra
o qualche gentil donna che offre servizi…
che ora si è tutti bisex! O si è fuori moda 😂
La pubblicità per me ha un senso se mi stimola a conoscere,
se mi incuriosisce su qualcosa di alternativo,
che forse non conosco.
Ops! Ho scritto ALTERNATIVO! Chissà ora che mi aspetta…

Poi leggendo qua e là in giro per il web
capita spesso che si confondano i termini,
quasi non si conoscesse più il senso delle parole,
e sì che con un clic è tutto lì, a disposizione
ma siamo troppo pigri, eh già!

L’altro giorno in un post
s’inneggiava alla pazzia
(come se già non ce ne fosse abbastanza)
confondendola chiaramente con la follia.
Ma NON è la stessa cosa! Almeno per me.

Guardo alla pazzia come a una forma degenerativa dell’io
quella che ti mangia l’anima, a tua insaputa
ed esprime una certa crudeltà mentale
non si ha a cuore niente e nessuno
nemmeno te stesso,
quello te lo sei mangiato
nel tuo fanatico onnipotentismo.
Ecco come definirei la pazzia.

La follia no, la follia è un’altra cosa.
La follia è sentirsi liberi
liberi di essere se stessi,
e quando gli ALTRI ti guardano e fanno quel gesto
di roteare il dito sulla zona temporale,
hai capito… “L’è tüt mat!”
come se ti mancasse una rotellina…

Beh, il senso dell’equilibrio sta lì,
quello con cui si stabilisce se uno è normale o no,
quello che a volte ti ingabbia
quando non sei tu a pensare,
è il pensiero degli altri che s’impossessa di te.

Allora il folle fa spalluccia
e continua per la sua strada
e sorride
di tutti quei monumenti,
ostacoli enormi,
che ognuno si è costruito
per essere al sicuro da se stesso,
che per caso non sfugga
e si abbia modo d’ESSERE!

Eppur è impagabile
scoprire di poter essere se stessi
tutto è molto più semplice.
Al solito, non confondiamo tutto però
che non vuol dire fare tutto quel che viene in mente
senza regole o giudizio,
è il sol capire ciò che ti può far star meglio
gioire del poco
accontentarsi del niente
senza naturalmente crear danno ad altri.

Non è sovvertire un ordine
ma saper cogliere l’importanza
e l’inutilità di altre cose
che servon non altro
che a rinchiuderti
entro un cerchio controllato
convenuto
affinchè tu possa rimaner dormiente
indisturbato
da ogni frivolo respiro di vita
non assaggiato…

che poi magari
non arrivi per davvero
a dar fuori di matto!

©Risonanze

 

Un senso – Vasco Rossi (2004)

 

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